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Visualizzazione dei post da maggio 25, 2021

Stoccarda 1988 - Anche il resto è noia

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Come due anni prima, per assegnare il trofeo occorrono i tiri dal dischetto. Ma stavolta vincono i favoriti (si fa per dire: appena tre le vittorie su nove gare, pari nelle ultime cinque).  Il PSV schiera quattro giocatori che in estate bisseranno in oranje il titolo di campioni d’Europa: van Breukelen, van Aerle, R. Koeman e Vanenburg. Non c’è invece il mediano Arnesen, fermo per la frattura a una gamba.  Dall’altra parte, Diamantinho (distorsione ai legamenti di un ginocchio) viene sostituito con Sheu, il cui compito è tagliare i rifornimenti alla prima linea Magnusson-Aguas.  Come spettacolo (tattica a parte), una noia mortale: il primo tiro arriva al 53’ con Vanenburg, ma Silvino para in tuffo.  Dal dischetto, l’""eroe" è van Breukelen. Ma il mito (autentico) di Guus Hiddink (forse) miglior allenatore del mondo nasce lì.  CHRISTIAN GIORDANO © Guerin Sportivo © IL TABELLINO Stoccarda (Neckarstadion), 25 maggio 1988  PSV Eindhoven-Benfica 0-0 (6-5 d.c.r.)  PSV Eindho

Atene 1983 - Palombella biancorossa

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Sei campioni del mondo (Zoff; Gentile, Cabrini; Scirea, Tardelli e Rossi), più uno mancato, Bettega, per un ginocchio rotto (con Munaron, portiere delllAnderlecht, negli ottavi di Coppa Campioni l’anno prima) più Boniek e Platini, terzo e quarto con Polonia e Francia a Spagna 82.  Questa la Juventus tutta stelle che dovrebbe far polpette del piccolo galletto amburghese.  Finisce invece allo spiedo, infilzata come Zoff (alla gara d’addio) dalla palombella maligna di Magath. Futuro tecnico del Bayern e tuttora premiato per quel gol dalle tifoserie di Inter e Milan.  Platini, annullato da Rolff (che si ripeterà in nazionale), esce dalla gara. La Juve pare come bloccata, come il Trap, e dà il la a una delle maggiori sorprese nella storia della manifestazione.  CHRISTIAN GIORDANO © Guerin Sportivo © IL TABELLINO Atene (stadio Olimpico), 25 maggio 1983  Amburgo-Juventus 1-0  Amburgo (4-3-2-1): Stein – Kaltz, Jakobs, Hieronymus, Wehmeyer – Groh, Rolff, Magath – Milewski, Bastrup (56’ von He

Roma 1977 - Scouser se esisto

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Gran partita, con Heighway sugli scudi come suggeritore.  Al 28’ per McDermott, sul centro-destra, destro secco e palla che trafigge Kneib sul palo lontano.  I tedeschi non ci stanno e quando Case perde palla sul lato sinistro della mediana, Simonsen se ne va e appena in area lascia partire un gran sinistro che fa secco Clemence sul palo lontano, sotto l’incrocio.  La prima finale romana e anche una delle più belle.  Chiusa di testa da Smith al 65’, su cross di Heighway e impacchettata da Keegan, che all’83’ va giù in area contro “Terrier” Vogts: il rigore è trasformato da Neal.  È la prima volta di un club inglese.  Smith rimanda i propositi di ritiro e intanto, la Città Eterna è invasa dalla Kop in festa. Qualcuno dei kopiters , intrufolatosi nell’albergo della squadra, si butta in piscina coi giocatori. Altri tempi.  CHRISTIAN GIORDANO © Guerin Sportivo © IL TABELLINO Roma (stadio Olimpico), 25 maggio 1977 Liverpool-Borussia Mönchengladbach 3-1  Liverpool (4-3-3): Clemence – Neal,

Lisbona 1967 - Cotti e mangiati

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L’ex "Grande" Inter si scioglie come neve al solleone. In otto giorni perde campionato (storica papera di Giuliano Sarti a Mantova) e le Coppe, Italia e dei Campioni.  Prima britannica in finale e non latina a vincere, il Celtic sorprende per ritmo, lunghi traversoni, maglia simil-rugby, e numeri sui calzoncini.  Nati a Glasgow e dintorni, gli uomini di Jock Stein corrono (e picchiano) e vivono sul genio dell’aletta Johnstone (deceduto il 13 marzo 2006), che fa impazzire i terzini Facchetti e Burgnich.  A Lisbona però decidono Gemmell e Chalmers.  Il primo (che nel secondo tempo replica la traversa colpita da Auld) con un missile dai venti metri che infila da sinistra Sarti nell’angolo alto.  Il secondo deviando quasi sulla linea di porta un tiro di Murdoch, innescato dal “solito” Gemmell. Lì davvero Stein, secondo il collega e conterraneo Bill Shankly, diventa «immortale».  CHRISTIAN GIORDANO, Guerin Sportivo IL TABELLINO  Lisbona (Da Luz), 25 maggio 1967  Celtic-Inter 2-1 

Istanbul 2005 - Lost Dance

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Due gare da un tempo.  Nel primo il Milan domina (3-0) dall’alto di una superiorità persino imbarazzante nello strapotere tecnico e fisico (strepitoso, con l’eterno Maldini, in gol al primo assalto, l’asse Kaká-Crespo).  Nel secondo, il Liverpool centra il miracolo di riaprire una gara che sembrava impossibile. I rossoneri si disuniscono e in 6’ subiscono tre reti. Ci sarebbe il tempo per riportarsi sopra, ma per il Milan i fantasmi albergano in ogni anfratto.  Dudek nega a Shevchenko, senza nemmeno sapere come, un gol “fatto”.  Ai rigori, Dida e Sheva non sono quelli del 2003. Mentre il polacco inscena la "Dudek Dance", ispirandosi alla "Spaghetti Dance" del sudafricano Bruce Grobbelaar di Roma 1984. Ahimilan, funzionerà.  CHRISTIAN GIORDANO, Guerin Sportivo IL TABELLINO  25 maggio, Istanbul (Izmir Atatürk) Liverpool-Milan 3-3 (6-5 d.c.r.) Liverpool (4-4-2): Dudek – Finnan (46’ Hamann), Hyypia, Carragher, Traoré – Kewell (23’ Smicer), Xabi Alonso, Gerrard, Riise –