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Visualizzazione dei post da gennaio 3, 2022

Roberto Sardelli: «Il ciclismo è sport di vita»

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di CHRISTIAN GIORDANO © IN ESCLUSIVA per Rainbow Sports Books © Pisano di Peccioli nato (nel 1962) a Pontedera ma – definizione sua – «più cittadino del mondo che stanziale in un luogo che per me è soltanto dormitorio», Roberto Sardelli è un innamorato del ciclismo e della boxe.  Non per caso gli sport che più somigliano alla vita (o è più il viceversa?).  Sardelli, che ha la ventura/sventura di dedicarsi al giornalismo come prima passione e secondo lavoro, non appartiene ai media mainstream. E quindi anche o forse proprio per questo può raccontare ciò che vede, e sente, senza preoccuparsi troppo di incerti del mestiere come la telefonata risentita dell’addetto stampa (specie se “fenomeno”), dell'inserzionista che minaccia di tagliarti – o addirittura togliergli – la sponsorizzazione, del campione permaloso che ti boicotta se osi far domande non ossequiose.  Sardelli gli sponsor se li trova da solo, e se a quelli qualcosa non sta bene, se li cambia. Lui.  Con corridori e addetti ai

Dal ciclismo all'impero della sanità cattolica

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https://tribunatreviso.gelocal.it/treviso/cronaca/2011/07/19/news/dal-ciclismo-all-impero-della-sanita-cattolica-1.1084861 Arrestato da Di Pietro in Tangentopoli, ammise di aver pagato due tangenti di DANIELE FERRAZZA la Tribuna di Treviso - 19 luglio 2011 TREVISO. Si concedeva pochi vezzi - le belle macchine e il gioco delle carte - e coltivava seriamente un'unica passione: quella del lavoro.  Negli anni aveva dato concretezza alle intuizioni di don Luigi Verzè, trasformando le prime strutture di accoglienza per gli orfanelli milanesi nel più grande - e più discusso - ospedale d'Italia. Ma la sua resistibile ascesa al cuore del potere della Fondazione di don Luigi Verzè, intrecciata a doppio filo alla nascita delle fortune di Silvio Berlusconi, ebbe anche un breve stop nella stagione di Tangentopoli.  Il manager di Motta di Livenza fu arrestato su ordine del magistrato Antonio Di Pietro il 13 novembre 1994 e, dopo poche ore a San Vittore, gli furono concessi gli arresti domici

L' ultimo caffè al bar la porta chiusa e poi quello sparo

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https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2011/07/19/ultimo-caffe-al-bar-la-porta.html di CINZIA SASSO la Repubblica - 19 luglio 2011 MILANO - L'ultimo caffè del buon soldato Mario, è stato ieri mattina, al bar dell'ospedale. Quattro chiacchiere, un sorriso, poi, come al solito, i due euro sul bancone.  Perché a casa sua Mario Cal, 72 anni compiuti il 30 giugno, il padrone in seconda del San Raffaele, il fratello gemello di don Luigi Verzé, l' inseparabile compagno di avventure e di briscole, aveva il vezzo del comando. Ma il San Raffaele non era più cosa sua.  Nell'ufficio che per tanti anni era stato il suo regno incontrastato, quello dove è effigiato il motto «tutto è possibile a chi crede», dove aveva incontrato gli uomini più potenti di una certa Italia, dove aveva realizzato quello che don Luigi aveva solo immaginato, doveva vuotare i cassetti, come succede all' ultimo degli impiegati che viene licenziato. E questo era un licenziamento molt