Pallone d’oro, il grande bluff (2004)
Il più noto trofeo individuale compie mezzo secolo, ma non sempre è stato all’altezza della propria fama. Nel 2005, però, sarà difficile sbagliare. Se vincerà Ronaldinho, addirittura impossibile. Il trucco però è non prenderlo troppo sul serio di Christian Giordano Guerin Sportivo , dicembre 2004 «Comunque se ne parli, purché se ne parli». Sopravvalutato, politicizzato, anacronistico, scelto da giudici corrotti o incompetenti, inutile. Povero Pallone d’oro: quante gliene hanno (abbiamo) dette, in mezzo secolo. Eppure, alla faccia delle imitazioni, anche quelle più credibili come il FIFA World Player of the Year (che dal 1991 esprime le preferenze dei Ct), continua a esistere e a far discutere. Tanto, forse troppo, certo spesso a sproposito. Non rivela il Verbo sulla grandezza dell’Eletto, ma non esiste fuoriclasse che non ambisca a sollevarlo. Perché chi lo vince entra nella storia, dalla porta principale e passando alla cassa. E pazienza se nel percorso s’inciampa...