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Visualizzazione dei post da giugno 18, 2018

Il marchio Masciarelli

http://www.masciarelli.eu/it/about/ Il marchio MASCIARELLI nasce dalla passione di una famiglia per le due ruote.  Palmiro Masciarelli ha iniziato la sua carriera di ciclista giovanissimo, riportando diverse vittorie nelle serie giovanili e nei dilettanti. Fu corridore professionista dal 1976 al 1988 e per 10 anni il fedele gregario di Francesco Moser, vincendo 10 gare nella massima categoria e vestendo 9 volte la maglia azzurra della nazionale Italiana ai Campionati del Mondo. Negli anni in cui ha corso con Moser, è stato il tester di innovazioni e nuovi materiali di biciclette da corsa. Una competenza che non si è fermata con la fine della carriera, perchè dal 1988 ha fondato la Cicli Masciarelli (negozio di ciclismo, che da anni vende i migliori marchi di biciclette da corsa) con il quale ha avuto la possibilità di testare ogni prodotto e scrutare i pregi e difetti di ognuno di essi. Palmiro è stato dal 1996 al 2002 general manager del Team Cantina Tollo, diventato poi Acq

Storia di Palmiro Masciarelli

http://www.museociclismo.it/content/articoli/1517-Storia+di+Palmiro+Masciarelli/index.html Passista scalatore, è stato professionista dal 1976 al 1988 con 10 vittorie . Ha il non piccolo pregio di essere stato al fianco di Moser nei primi dieci anni di carriera , stabilendo un record notevolissimo poiché di cambi fra gli uomini a disposizione dell'asso di Palù se ne sono registrati in gran numero. E Moser, in compenso, non ha esitato a riconoscere a Masciarelli la qualità di amico fedele e di gregario prezioso. Ciò fa emergere la difficoltà nell'andare a cercarsi le soddisfazioni personali anche perché la modesta punta di velocità lo ha condannato a moltissimi piazzamenti in classiche e in tappe dei Giri. Così nel suo bottino, oltre alla Coppa Bernocchi '83 e al Gran Premio Montelupo '82, sono entrate una tappa della Tirreno-Adriatico a Civitanova nel '78, la tappa di Bolzano nel Giro del Trentino '80, la tappa di Potenza nel Giro e quella di Carcassonne

Palmiro Masciarelli, padre e maestro per i figli ciclisti

http://www.museociclismo.it/content/articoli/5695-Palmiro+Masciarelli%2C+padre+e+maestro+per+i+figli+ciclisti/index.html Tuttobici Numero: 1 Anno: 2002 di Gino Sala Se fossi chiamato a elencare i migliori gregari non avrei il minimo dubbio a inserire tra le mie preferenze il nome di Palmiro Masciarelli. Un signor corridore, abruzzese di Pescara, tredici stagioni di professionismo, nove vittorie a dimostrazione di valori soffocati per aver sgobbato molto per gli altri e pochissimo per se stesso. Il Masciarelli in auge dal 1976 al 1988, taglia atletica imponente, 1,80 di statura, 69 chili di peso, sette volte in maglia azzurra, grandissimo aiutante di Francesco Moser, serio, costante, esemplare nel suo lavoro. Un uomo per il quale ho sempre provato stima e affetto. Negli ultimi anni di attività, quando gregari e capitani ebbero la buona idea di abolire la società delle spinte , Palmiro ebbe modo di confidarmi che per lui le corse erano diventate passeggiate . Già, quante

Palmiro Masciarelli

http://www.museociclismo.it/content/articoli/4764-Palmiro+Masciarelli/index.html Palmiro Masciarelli è nato a Pescara il 7 gennaio 1953 ed è passato professionista nel 1976, dopo aver vinto da dilettante il G.P. Liberazione a Roma nel 1975 .  In 12 anni di professionismo, ha conquistato nove vittorie tra cui due tappe al Giro d'Italia (Bibbiena '81 e Potenza '83), una alla Vuelta (Burgos '84) e la Coppa Bernocchi nell'83. Taglia atletica imponente, 1,80 di statura, 69 chili di peso, per sette volte ha vestito la maglia della Nazionale ai Mondiali: miglior piazzamento l'ottavo posto di Barcellona nel 1984. E' stato uno dei gregari storici di Francesco Moser e ha disputato nove Giri d'Italia . Serio, costante, esemplare nel suo lavoro, non aveva bisogno di essere sollecitato. Intuiva immediatamente il dafarsi, era uno scudiero forte e intelligente, capace di rimanere in prima linea anche nelle fasi più calde. Dal ' 96 ha cominciat

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THE HOME of an NBA champion 48 hours after the Finals  looks sort of like a honeymoon suite the morning after a wedding:  balloons at the door, nachos in the kitchen, friends on  the couch, rehashing the previous night’s activities. Kevin  Durant’s commemorative hat was already in the closet, next to  his Longhorns’ and Redskins’ lids, and his MVP trophy perched  on the windowsill along with its predecessor. “Reminds me  of when I was a kid,” Durant said. “My brother and I would  line up all our fifth-place trophies from the rec league on the  dresser and see who could stack the most.” by LEE JENKINS, Sports Illustrated , June 18, 2018 He sat atop the kitchen counter, corn on the cob sizzling in a frying pan, late-afternoon sun pouring through floor-to-ceiling windows. Across the Bay, he could see almost to Oracle Arena. Durant lived in the Oakland Hills last season, but he found the location desolate, so he moved to an apartment on the 54th floor of a high-rise in down