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Visualizzazione dei post da dicembre 16, 2015

FOOTBALL PORTRAITS - Louis Saha come si fa

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https://www.amazon.it/Football-Portraits-Ritratti-calcio-Agbonlahor-ebook/dp/B01KI1XRO6 Ritorni / Dalla Francia con furore Gli infortuni, punto debole della sua carriera, e la spietata concorrenza sembravano averlo perso alla causa del Man Utd e dei Bleus. Ma il parigino è uno che non molla e una volta guarito è rinato di Christian Giordano © Guerin Sportivo © 2015 «SONO un combattente». Tanto per chiarire, a chi non li avesse chiari, la rabbia e l’orgoglio del parigino incacchiato.  Perché è lì che è nato, l’8 agosto 1978, Louis Laurent Saha. Non ce l’aveva con qualcuno in particolare se non con la jella nera come la sua pelle d’ebano che sembrava non smettere di perseguitarlo. Anche se a dire il vero non si ricordano, nella sua ancor breve carriera, lunghi periodi senza qualche acciacco. Sarà per quel modo di giocare tutto scatti nervosi e accelerazioni da fuoriserie, le stesse che lo mandano a nozze negli spazi ma a volte anche fuorigiri rispetto all'ap...

IrreCúperabili?

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Nel primo Valencia di Cúper (1999-2000), Mendieta, Farinós, Gérard e Kily González formavano “La Cúperativa”, il centrocampo delle meraviglie di una squadra non imbattibile ma spettacolare. Una volta separati, chi più chi meno hanno tutti deluso. Non erano più gli uomini giusti al posto giusto… di Christian Giordano, Indiscreto Anni fa un giovane redattore della Tv svizzera italiana, stanco dei luoghi comuni sul consumismo natalizio almeno quanto del proprio caposervizio, costruì il “pezzo” con il preciso intento di mandarli a quel paese accompagnati da chi glielo aveva commissionato. Questa l’idea-portante: stesse sequenze ma montate con musiche diverse e identiche interviste tagliate però in punti differenti. La tesi che voleva dimostrare? In buona sostanza, che il vento spirava dalla parte dove si voleva spirasse. Fuor di metafora, l’esemplificazione della differenza tra bandiere e banderuole. Non si occupava di calcio, ma compiendo un’analoga operazione con il pre...

FOOTBALL PORTRAITS - Tugay pride

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https://www.amazon.it/Football-Portraits-Ritratti-calcio-Agbonlahor-ebook/dp/B01KI1XRO6 Uno degli ultimi registi puri del calcio europeo sta vivendo in Inghilterra una seconda giovinezza. E per godersela, perso contro la Lituania il treno per Euro2004, ha detto addio alla Nazionale. Storia di un talento orgoglioso, sottovalutato e spesso al posto giusto nel momento sbagliato di Christian Giordano, Calcio Gold C’è un vecchietto, in Premiership, che gioca ancora come un ragazzino, alla faccia dell’età (33 anni) e degli acciacchi. Si chiama Tugay Kerimoğlu, per tutti Tugay, una vita al Galatasaray e ora, messa alle spalle una fugace e dolceamara parentesi ai Glasgow Rangers, nuovo idolo dell'Ewood Park. Al Blackburn il centrocampista turco, uno degli ultimi playmaker veri ancora in circolazione, sembra essersi rigenerato, dopo una fase declinante trascorsa più in panchina che in campo, al “Gala”, nell’ultimo anno della prima gestione Terim allorché patì la concorrenza ...

HOOPS MEMORIES - Lakers, la dinastia di re George

Con cinque titoli in sei stagioni i Minneapolis Lakers diedero vita, fra gli Anni 40 e 50, alla prima dinastia della NBA. Big George, lo Shaq dell’epoca, rivoluzionò storia, regolamento e filosofia del gioco. Da allora, il basket pro è affare da big men… di Christian Giordano, American Superbasket Ormai anche nei peggiori bar sport (certi media) pare acquisita una certezza: i confronti fra campioni di epoche diverse sono aria fritta. Eppure bisogna ricorrervi per descrivere lo strapotere fisico e tecnico esercitato fra gli Anni 40 e 50 da George Mikan e i suoi Minneapolis Lakers, perché il solo termine di paragone calzante è il suo erede in gialloviola, Shaquille O’Neal. Con una prima, sostanziale differenza: Shaq è un gigante fra i giganti, “Big George”, classe 1924, lo era in un’epoca che di giganti veri, tranne il coetaneo Bob Kurland, 2.12 di Oklahoma A&M, non ne aveva. Dopo aver dominato al college (2 titoli NCAA) e alle Olimpiadi (oro a Londra ’48 e a Helsinki ’52), ...

HOOPS MEMORIES - Celtics '86, il sedicesimo sigillo

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I Celtics ’85-86, una delle più grandi squadre di tutti tempi. Secondo molti, la più grande. Una frontline da sogno e il fattore Garden regalano a Boston il terzo titolo NBA del decennio, ma non la rivincita che tutti volevano: quella con i Lakers di Magic di Christian Giordano © - American Superbasket «For 20 years the Celtics stood for something. The only thing they stand for now is the anthem». La battuta, al vetriolo, è di Bob Ryan, una vita da columnist al servizio del “Boston Globe” spesa al seguito dei biancoverdi “irlandesi”. Per vent’anni i Celtics sono stati in lizza (to stand for) per [vincere] qualcosa, leggi il titolo NBA. Oggi, l’unica cosa per la quale stanno in piedi (to stand) è l’inno nazionale. Il giochino di parole, invero facile facile, riassume al meglio il complicato ricambio generazionale vissuto dalla squadra col trifoglio sul petto nel passaggio fra due epopee: quella del mito Bill Russell e quella del suo erede spirituale Larry Bird. Nel mezzo, il fu...