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Visualizzazione dei post da febbraio 9, 2018

Pierfranco Vianelli

http://www.museociclismo.it/content/articoli/5236-Pierfranco+Vianelli/index.html Nato il 20 ottobre 1946 a Provaglio d'Iseo (BS). Completo. Campione Olimpico 1968. Professionista dal 1969 al 1976 con una sola vittoria da professionista.  Con questo bresciano dal portamento gentile, incontriamo un altro che ha ucciso le migliori facoltà fra i dilettanti, lasciando le briciole al ciclismo più importante. Autentico superman tra i "puri" è divenuto progressivamente anonimo fra i professionisti. E dire che Pier Franco ci ha fatto sperare fino all'ultimo, perché era uno di quei talenti che valgono doppio, in quanto sapevano aggiungere alle stimmate, la spettacolarità . Le sue vittorie era colte con un piglio, una espressione che non potevi dimenticare, erano autentici raggi di luce. Aldilà di tutto, credo che nella sua ellisse abbia giocato la fatica accumulata in categorie che contano comunque poco, a cui va aggiunta una difficoltà a tenere il peso nella giusta fa

Storia di Pierfranco Vianelli

http://www.museociclismo.it/content/articoli/631-Storia+di+Pierfranco+Vianelli/index.html Autentico superman tra i dilettanti è svanito letteralmente con il passaggio al professionismo. Dopo essere stato campione italiano degli allievi nel '65 ebbe una fulgida stagione da dilettante nel '68: si impose, seminando gli avversari, nella prova su strada alle Olimpiadi di Città del Messico e fece parte del quartetto azzurro che ottenne la medaglia di bronzo nella 100 chilometri a squadre; poi dominò in campo nazionale aggiudicandosi il Giro della Valle d'Aosta, la Ruota d'Oro e altre prove. Grande fu la delusione allorché, correndo tra i professionisti, non riuscì a trovare la stessa grinta e gli stessi risultati. Una sola vittoria al suo attivo nella famosa tappa del Giro '71 che si concluse sul Grossglockner, assieme a pochi piazzamenti d'onore, fra cui i più significativi da segnalare furono il 7° nel Tour del '69 (primo Merckx) e il 5° nel Giro del '7

Storia di Giancarlo Perini

http://www.museociclismo.it/content/articoli/1526-Storia+di+Giancarlo+Perini/index.html E' nato a Carpaneto (Pc) il 2 dicembre 1959, passista, grande faticatore, strepitoso gregario. Fondamentale il suo apporto nel Mondiale del 1992 per la vittoria di Bugno. Generoso e altruista, per tutta la carriera ha lavorato per gli altri. Nel 1993 finalmente, dopo averla rincorsa a lungo, è riuscito a cogliere l'unica vittoria: una tappa al Giro di Puglia. Professionista dal 1981 al 1995, è stato anche due volte in nazionale nel 1992 e 1993. Chiusa l'attività debutta come direttore sportivo con la Brescialat.

Storia di Igor Astarloa Ascaribar

http://www.museociclismo.it/content/articoli/1408-Storia+di+Igor+Astarloa+Ascaribar/index.html Astarloa nasce a Ermua nei paesi Baschi il 29 marzo 1976 ed inizia la carriera ciclistica sotto la spinta del cugino Angel che lo stimola ad iniziare a gareggiare nelle categorie inferiori svolgendo sia attività su strada che ciclocross. Con il passare degli anni Igor si affeziona sempre più a questo sport che nonostante richieda grandi sacrifici lo ripaga con numerose vittorie. Approda al dilettantismo nel "vivaio" della Banesto il cui capitano nella massima categoria è un certo Migule Indurain! Ottiene numerose vittorie, gareggia fianco a fianco ad Oscar Friere, ma nonostante vinca sia corse in linea che corse a tappe, non riesce a passare professionista. Decide di cambiare società e passa nelle file della Cafè Baque; ottiene 7 vittorie in linea, 2 in corse a tappe e viene convocato in nazionale per i Mondiali ma tutto questo non basta per approdare al mondo del profe

Storia di Giovanni Mantovani

http://www.museociclismo.it/content/articoli/576-Storia+di+Giovanni+Mantovani/index.html Velocista di notevoli possibilità sia su pista (vinse al debutto il titolo dell'individuale a punti battendo Saronni) che su strada è stato particolarmente preso di mira dalla sfortuna: un paio di incidenti fuori corsa (con una slitta e domando un cavallo) gli sono costati parecchi mesi di inattività. In dodici anni di professionismo ha vinto qualche classica come il Giro del Veneto '81, la Milano-Vignola '82, il Giro dell'Etna '83, la Tre Valli Varesine '85 e la Nizza-Alassio '86; una corsa a tappe, il Giro di Puglia nell'84, la "sua" corsa nella quale si è complessivamente aggiudicato sei tappe in cinque edizioni. Al suo attivo pure tappe del Giro dei Paesi Baschi nel '79, nel Giro d'Italia '80 (a Sorrento e Palinuro), nel Giro del Trentino '81 (Mezzocorona e Rovereto), nel Tour dei Midi Pirenées (a Tarbes e Tolosa), nel Griffin West

Giovanni Mantovani

http://www.museociclismo.it/content/articoli/10645-Giovanni+Mantovani/index.html Nato a Gudo Visconti (MI) il 5 febbraio 1955. Velocista. Alto m. 1,70 per kg. 64/65. Professionista dal 1977 al 1988, complessivamente ha ottenuto 24 vittorie.  Fisico compatto, regolare ed adatto a tante variabili del ciclismo d'allora, un po' meno per i trasformisti odierni dello spesso falso progresso che, in nome di bianchi camici, hanno progressivamente arato la bussole del ciclismo. E Giovanni, alle eccellenti fibre bianche, univa un peso moderato e quelle buone fibre rosse, che gli consentivano il raggiungimento di traguardi non proprio vicini all'uso classico del suo guizzo velocistico. La sua stessa pedalata, era un insieme armonioso di stile, che gli garantiva piena trasmissione sul mezzo delle sue qualità. Definirlo solo velocista, alla luce della determinazione che si ha nell'oggi di questa variabile, rappresenta un urto, ma è certo che in volata era forte e riusciva a

Alfredo Chinetti e il rispetto dei ruoli

http://www.museociclismo.it/content/articoli/5643-Alfredo+Chinetti+e+il+rispetto+dei+ruoli/index.html Tuttobici Numero: 3 Anno: 2006 di Gino Sala Sicuro che nel ciclismo di oggi Alfredo Chinetti sarebbe uno dei corridori ben pagati per la sua potenzialità, che andava oltre a quella di un ottimo gregario. Professionista dal 1974 al 1985, il lombardo di Premezzo di Cavaria (Varese) ha ottenuto sette vittorie e un buon numero di piazzamenti tra i quali figurano un secondo posto e due terzi nel Giro di Lombardia. Di lui si può ben dire che molto ha dato e poco ha ottenuto. Si dice anche che, creando un buco nella discesa del Poggio, abbia permesso a Francesco Moser di aggiudicarsi la Milano-Sanremo del 1984. Interpellato su questa vicenda Alfredo non smentisce e nemmeno conferma.  «Sorvoliamo. È passato tanto tempo...», mi ha confidato in un recente colloquio. Bel tipo, 1,74 di altezza e 68 chili di peso, ha smesso di pedalare con un gruzzolo di soldi che gli ha permesso d

Storia di Alfredo Chinetti

http://www.museociclismo.it/content/articoli/387-Storia+di+Alfredo+Chinetti/index.html Professionista dal 1974 al 1985, il lombardo di Premezzo di Cavaria (Varese) ha ottenuto sette vittorie e un buon numero di piazzamenti tra i quali un secondo posto e due terzi nel Giro di Lombardia. Di lui si può ben dire che molto ha dato e poco ha ottenuto dal ciclismo; 1,74 di altezza per 68 chili di peso, è stato un corridore dalle grandi potenzialità che andavano oltre a quella di ottimo gregario. Rimane in lui il rammarico di non aver osato di più. D'altra parte, quando la qualifica è quella di fiancheggiare il capitano, è d'obbligo rimanere fedeli al compito. Come ad esempio al campionato del mondo di Goodwood 1982, quello vinto da Saronni. Nel finale era in fuga con De Rooy e se non avesse rispettato il gioco di squadra sarebbe stata una conclusione a due e chissà... Invece l'indomani si è trovato con un 10 in pagella e basta. Preziosa la sua opera in seno alla Inoxpran

Storia di Valerio Lualdi

http://www.museociclismo.it/content/articoli/5344-Storia+di+Valerio+Lualdi/index.html Valerio Lualdi nasce a Busto Arsizio il 31 agosto 1951. Atleta generoso, nel corso della sua carriera si dedicò principalmente a svolgere il compito di gregario, dando un valido contributo ad alcune prestigiose vittorie dei suoi capitani: ad esempio nel 1978 prese parte al Giro d'Italia vinto dal suo compagno di squadra belga Johan De Muynck e disputò un ottimo campionato del mondo sul circuito del Nürburgring ad Adenau in appoggio a Francesco Moser (2°). Nonostante ciò riuscì a portare al termine la gara con un notevole 7° posto. Per le sue buone qualità nel mettersi al servizio degli altri fu convocato anche per i due seguenti mondiali di Valkenburg e Sallanches ma in entrambi i casi si ritirò. Quando aveva la possibilità di fare la sua corsa sapeva sfruttare bene le occasioni, tant'è che nel 1978, sua annata migliore, si aggiudicò 2 corse molto importanti del calendario italian

Valerio Lualdi: «Ero un bel tuttofare...»

http://www.museociclismo.it/content/articoli/6101-Valerio+Lualdi%3A+%C2%ABEro+un+bel+tuttofare...%C2%BB/index.html Tuttobici Numero 8 - Anno 2008 di Gino Sala "Ero un tuttofare con qualche giornata di libertà". Così si definisce Valerio Lualdi , nato a Busto Arsizio il 31 agosto del 1951, professionista dal 1973 al 1984, 67 chilogrammi di peso, 1,70 di altezza, 4 vittorie riportate nel Giro di Romagna, nel Giro del Veneto, nella Coppa Ber­nocchi e nella Cuneo-Limonetto, secondo alle spalle di Francesco Moser in un campionato italiano, quinto nella stessa gara quando, trovandosi solo al comando in prossimità del traguardo pensava di avere la vittoria in tasca. Tre volte in maglia azzurra e tutto sommato una carriera dignitosa. «Anche se il mio impegno a cavallo della bici non era totale. Soggetto a pause e tentennamenti - precisa Valerio che ha ricavato buoni guadagni dall'attività agonistica -. Mi sono fatto una casa e acquistato un paio di negozi, perciò

Storia di Ennio Vanotti

Tredici stagioni da professionista dal 1978 al 1990. Una vittoria nella tappa di Sieffisburg al Giro della Svizzera nel 1979. Undici presenze al Giro d'Italia e tre al Tour de France. Chiusa l'attività agonistica si occupa dei giovani e guida alcune squadre dilettantistiche del bergamasco fino al 2001. Nel 2002 torna nel mondo dei professionisti salendo sull'ammiraglia della Index-Alexia.

Emanuele Bombini un ammiraglio che può insegnare molto

Tuttobici Numero: 4 Anno: 2002 di Gino Sala Nella storia ciclistica di Emanuele Bombini c'è un giorno indimenticabile, il giorno in cui, ancora bambino, trovò i soldi per acquistare la prima bicicletta da corsa. Come? Andando in cerca di funghi in un bosco dell'Oltrepò , dalle parti di Stradella dove il ragazzo nato a San Ferdinando di Puglia il 2 luglio del '59 era emigrato in compagnia dei genitori, di una famiglia bisognosa di uscire da uno stato di povertà. Il portafogli che si offriva agli occhi di Emanuele conteneva 12.000 lire. Dodici come i suoi anni e con quelli nacque il Bombini corridore. Grande era la passione per il ciclismo e via via i sogni di poter entrare nel gruppo dei campioni si avverarono. Una bella carriera dilettantistica, troppo intensa, però, tale da portarlo nei ranghi del professionismo con un fisico che aveva speso molto, certamente più del necessario. È opinione generale che un Bombini tenuto a briglia nell'attività giov

Storia di Giancarlo Perini

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http://www.museociclismo.it/content/articoli/1526-Storia+di+Giancarlo+Perini/index.html E' nato a Carpaneto (Pc) il 2 dicembre 1959, passista, grande faticatore, strepitoso gregario. Fondamentale il suo apporto nel Mondiale del 1992 per la vittoria di Bugno. Generoso e altruista, per tutta la carriera ha lavorato per gli altri.  Nel 1993 finalmente, dopo averla rincorsa a lungo, è riuscito a cogliere l'unica vittoria: una tappa al Giro di Puglia. Professionista dal 1981 al 1995, è stato anche due volte in nazionale nel 1992 e 1993.  Chiusa l'attività debutta come direttore sportivo con la Brescialat.