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Visualizzazione dei post da settembre 23, 2019

Razzismo, o si cambia o si chiude

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L'involuzione della specie: siamo arrivati ai fischi allo speaker contro la interruzione per razzismo. "In Italia situazione grave", ha detto il presidente FIFA, Gianni Infantino. E anche seria. Molto. Se non si fa davvero qualcosa, si chiude.  Chiuso per razzismo. Antonio Conte ha trovato l'Italia peggiorata, e di parecchio. Edin Dzeko dice che abbiamo un problema grosso, specie rispetto a Paesi come l'Inghilterra. E proprio dall'Inghilterra arriva Romelu Lukaku, preso di mira a Cagliari come Moise Kean un anno fa - e Franck Kessié in Verona-Milan.  L'Europa ci guarda, e si vede riflessa, .  E mentre l'Atalanta - in una nota ufficiale - dopo l'interruzione decisa da Daniele Orsato per i cori razzisti contro il fiorentino Dalbert, perlomeno "si dissocia da ogni forma di discriminazione", la UEFA comincia a fare sul serio.  O almeno ci prova. Due partite a porte chiuse per la Romania (con la decisione sulla

L'Impresa di Tiberi, sfortunato per vincere

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Colpo di pedale e di sfortuna.  C'è tutto questo nella partenza-choc di Antonio Tibèri, al mondiale di Harrogate. Il giorno prima, la foratura di Elisa Longo Borghini era costata - per 4 secondi - il podio alla staffetta mista azzurra. Nella crono junior maschile, Tiberi ne perde trentasei - trentasei! - per la rottura della pedivella sinistra. Ma è lì che nasce l'impresa. Anziché scoraggiarsi, il 18-enne talentino di Gavignano spinge come nessun altro il 52x14, il rapporto imposto dal regolamento. Ne rimonta cinque (partiti un minuto l'uno dopo l'altro) prima di lui, chiude con un tempone - 38'28"25 alla media di 43 km orari - e poi aspetta gli altri 31 rimasti, compresi tutti i favoriti. Tra questi, l'altro azzurro - Andrea Piccolo - campione europeo in carica, sesto al traguardo e terzo a l mondiale di Innsbruck un anno fa. Ottimo 23-esimo invece Andrea Piras, al primo anno fra gli juniores. La sofferenza, per Tiberi, s

Uno sfregio al destino: intervista ad Adriano Malori

https://www.suiveur.it/interviste/uno-sfregio-al-destino-intervista-ad-adriano-malori/ Suo malgrado, Adriano Malori è diventato un esempio di resistenza e tenacia. di DAVIDE BERNARDINI Suiveur - 23 settembre 2019 Il ciclismo professionistico sta attraversando una fase estremamente delicata. Una generazione, quella di cui fanno parte i corridori nati nel 1990, sta lanciando segnali preoccupanti; Bardet, Aru, Dennis, Pinot, Quintana, Chaves, Dumoulin, Bouhanni : ognuno di questi sta vivendo il momento decisivo della propria carriera, in bilico tra il talento di cui dispone e gli scricchiolii fisici e mentali che ne minano l’attività. Pronti a soppiantarli sembrano i giovani rampanti che hanno monopolizzato l’attenzione negli ultimi due anni: a vent’anni un filo d’erba profuma come una rosa e gli errori pesano quanto una piuma, ma quali sono le controindicazioni di un uso così smodato di gioventù ed esuberanza? Soltanto il tempo ce lo dirà. I ritiri prematuri di Kennaug

IN FUGA DAGLI SCERIFFI - Scalatori esotici: Andy Hampsten

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https://www.amazon.it/dp/B07XP5GBYG Simone Basso IN FUGA DAGLI SCERIFFI Oltre Moser e Saronni: il ciclismo negli anni Ottanta Prefazione di Herbie Sykes Rainbow Sports Books, 160 pagine - kindle, amazon.it – € 9,90 Campione e pioniere, Andy Hampsten nacque (a Columbus) in Ohio e rappresentò – poco dietro Greg LeMond – la frontiera americana.  (...) Al battesimo del fuoco con i pro’ del vecchio continente – 1985 – si mise subito in evidenza. Firmò un contratto a tempo con la 7-Eleven, la compagine nordamericana che colmò le distanze, soprattutto culturali, con l’altra parte dell’Atlantico.  Hampsten, dei ragazzi del diesse Mike Neel, era il più futuribile. C’erano Ron Kiefel, che sorprese tutti, all’esordio in Italia, vincendo il Trofeo Laigueglia, Davis Phinney (marito di Connie Carpenter e babbo di Taylor), l’hombre messicano Raúl Alcalá, la leggenda olimpica (del pattinaggio di velocità) Eric Heiden e Jonathan Boyer, il precursore.  Un po’ di folkl