Razzismo, o si cambia o si chiude


L'involuzione della specie: siamo arrivati ai fischi allo speaker contro la interruzione per razzismo.
"In Italia situazione grave", ha detto il presidente FIFA, Gianni Infantino.
E anche seria. Molto. Se non si fa davvero qualcosa, si chiude.  Chiuso per razzismo.

Antonio Conte ha trovato l'Italia peggiorata, e di parecchio. Edin Dzeko dice che abbiamo un problema grosso, specie rispetto a Paesi come l'Inghilterra. E proprio dall'Inghilterra arriva Romelu Lukaku, preso di mira a Cagliari come Moise Kean un anno fa - e Franck Kessié in Verona-Milan. 

L'Europa ci guarda, e si vede riflessa, . 

E mentre l'Atalanta - in una nota ufficiale - dopo l'interruzione decisa da Daniele Orsato per i cori razzisti contro il fiorentino Dalbert, perlomeno "si dissocia da ogni forma di discriminazione", la UEFA comincia a fare sul serio. 

O almeno ci prova.

Due partite a porte chiuse per la Romania (con la decisione sulla seconda sospesa per un anno), e una per Ungheria e Slovacchia nelle qualificazioni a Euro2020. 

Più multe per 83.000 euro alla federazione romena, 67.125 a quella ungherese e 20.000 a quella slovacca per la condotta dei rispettivi tifosi nei match d'inizio settembre. 

Oltre a cori e/o striscioni razzisti, lancio di oggetti e petardi in Ungheria-Slovacchia 1-2 e repertorio integrato da un'invasione di campo in Romania-Spagna 1-2 e Romania-Malta 1-0.

Slovacchia-Galles del 10 ottobre, Ungheria-Azerbaigian del 13 e Romania-Norvegia del 15 si giocheranno quindi senza pubblico negli stadi di Spartak Trnava, Ferencvaros e Steaua.

Tre stadi storici per il calcio che sarebbe bello vedere - sempre - come il San Siro del derby: l'evoluzione della specie.
PER SKY SPORT 24, CHRISTIAN GIORDANO

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