#20annisenzaPantani - Il mare d'inferno
Sono già venti i "San Valentino" con l'inverno, oltre che l'amore, nel cuore. Vent'anni senza il Panta, eppure ancora oggi - e per sempre - in mezzo al gruppo. Lo "senti" fra la "sua" gente, e non solo del ciclismo. Lo leggi sulle "sue" strade, per mari - Cesenatico - e monti: Carpegna, Mortirolo e Aprica, Piancavallo e Montecampione, l'Alpe d'Huez (due volte), il Galibier e Plateau de Beille, i 49 rimontati dopo il salto di catena verso Oropa, il Ventoux e Courchevel contro l'Americano, come lui chiamava Armstrong. Ma anche i suoi Golgota: la Via Emilia il primo maggio prima del Giro e la Milano-Torino il 18 ottobre 95, dieci giorni dopo il bronzo mondiale di Duitama, il gatto grigio nella discesa del Chiunzi al Giro '97, il tramonto rosa-shocking a Campiglio '99: "Stavolta non mi rialzo più". Pantani vive. E come lui, il suo ricordo - struggente, indelebile - lotta insieme con noi. Si fa fatica, ancora ...