Battaglin: «Solo la montagna della sfortuna ha fermato le mie scalate»
Alla riscoperta di personaggi che hanno vissuto momenti di grande popolarità: il corridore veneto racconta le sue sfide con Merckx, Gimondi e Hinault "Cadute, fratture e altri guai mi hanno impedito di vincere di più: però ho messo paura a tanti grandi del pedale" di Claudio Colombo DAL NOSTRO INVIATO MAROSTICA - Campione di sfortuna, gentleman, un esempio per tutti. Benvoluto dai leader e stimato dal gruppo. Polemiche poche, anzi niente: aveva voluto la bicicletta e non aveva mai smesso di pedalare. In due parole: ci mancherà. Quando Giovanni Battaglin diede l' addio alle corse ciclistiche - 7 settembre 1984, alla vigilia di un Giro del Veneto -, gli articoli dedicati alla sua carriera erano già pronti, come nei giornali si usa fare - toccando ferro - per chi ci ha lasciati per davvero: nel suo caso, la notizia del ritiro dall'attività agonistica era nell'aria da qualche mese, anche perché da almeno un paio d'anni Giovanni Battaglin era u...