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Visualizzazione dei post da settembre 7, 2015

VUELTA - Un secondo, due vite

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Chi di secondo ferisce, di secondo purisce. Fabio Aru sul Sotres Cabrales aveva salvato la maglia rossa per un secondo e il giorno dopo, "Purito" Rodriguez, sulla Ermita de Alba (a Quirós), gliel'ha sfilata per due. Adesso, al termine del terribile trittico tra Cantabria e Asturie, il giorno di riposo prima della crono di Burgos se lo gode in vetta alla generale con un secondo su Aru, 1'35" su Majka e 1.51 su Dumoulin, con il polacco e l'olandese favoriti su Rodriguez e Aru nelle prove contro il tempo. Attenzione però perché poi la Vuelta sarà tutt'altro che finita: tante salite anche prima della passerella finale di domenica a Madrid. La tappa, bella e durissima, l'ha vinta il redivivo Frank Schleck, che non alzava le braccia dal campionato lusemburghese del 2014. Il 35enne figlio d'arte - papà Johny fu gregario di due vincitori Tour, Janssen nel 68 e Ocana nel 73 - è andato in fuga con altri nove già dal chilometro zero. Ai meno tre ha

Ajax 1971-72, così vicini, così lontani

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di Christian Giordano  © Guerin Sportivo   ©  (2003) Occupandosi di calcio, Giovan Battista Vico si sarebbe divertito. Di corsi e ricorsi, la storia del football è strapiena e alcuni sono davvero affascinanti. Prendete Ajax-Inter di Champions League. Dei giovani «ajacidi» – non chiamateli «lancieri», là non vi capirebbero – di Koeman leggete a parte. Qui riavvolgiamo il nastro della memoria per rievocare l’Ajax vincitutto di trent’anni fa. Nel 1972, non si parla ancora di Grande Slam ma Cruijff e compagni sono i primi a centrarlo: nello stesso anno solare conquistano campionato e coppa nazionali, Coppa dei Campioni, proprio contro i nerazzurri a Rotterdam, e Coppa Intercontinentale. Manca qualcosa? Sì, la Supercoppa d’Olanda (che ancora non c’era) e quella d’Europa, appena ideata dal quotidiano di Amsterdam De Telegraaf, smanioso di «ufficializzare» la supremazia continentale dei biancorossi; che però si formalizzerà solo nel gennaio ’73, ai danni degli scozzesi del Rangers

League Cup 2004: Boro che luccica

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«NON abbiamo mai vinto un c...o». Uno striscione (dei tifosi della Fortitudo Bologna di basket nella finale-scudetto 1998), poi riprodotto in T-shirt e quindi urlato al mondo. Come orgoglio per le proprie radici e per come, nel bene e nel male, si pensa di essere se non addirittura si è. E chissenefrega se poi gli investimenti di un patron (Giorgio Seragnoli) ti fanno conquistare, a partire proprio da quell’anno, Coppa Italia e Supercoppa italiana, poi due scudetti e, a inizio 2005-2006, un’altra Supercoppa. «Non vincete mai», sul tono dell’inno ufficioso «Non molliamo mai», l’Inter se lo sente cantare in ogni stadio, il Torino se lo sente sulla pelle, nella storia, nel sangue. Oltremanica, si sa, sono Maestri. A Middlesbrough, dove l’Inghilterra è, per certi versi, ancora più Inghilterra, sono piste avanti a tutti. Anche nel saper aspettare. E 128 anni non sono pochi, bisogna ammetterlo. Insomma quando perdere, più che un’arte, è o diventa una filosofia, uno stile di vita, una

FOOTBALL PORTRAITS - Bendtner, nel segno di Zlatan (2006)

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https://www.amazon.it/Football-Portraits-Ritratti-calcio-Agbonlahor-ebook/dp/B01KI1XRO6 Per alcuni è il “nuovo Ibrahimovic”, e in Danimarca un talento così non si vedeva dai tempi dei fratelli Laudrup. Come con lo svedese l’Arsenal ha bruciato tutti, ma stavolta non se lo è fatto scappare. Prestato al Birmingham City per farsi le ossa, ai Gunners rientrerà presto, prestissimo… di Christian Giordano  © Guerin Sportivo  ©  (2006) Ibrahimović racconta che la “sua” maglia numero 9 dell’Arsenal, consegnatagli a 16 anni da Arsène Wenger, è ancora appesa alla parete dai suoi a Malmö, in Svezia. Nel 1997 il Professore vi si era recato in visita pastorale col dichiarato intento di portarsi via l’unica argenteria di casa, Zlatan. Invece fu bruciato da quella vecchia volpe di Leo Beenhakker che ai tempi del Real Madrid aveva visto quel lungagnone svedese di origini croate allenarsi durante una tournée spagnola. Fu amore a prima vista. Tornato all’Ajax, il futuro Ct di Trinidad &

Vediamoci Kiaro

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Tévez e Mascherano al West Ham hanno aperto gli occhi anche a Uefa e Fifa. Ma il difficile viene adesso di Christian Giordano, Guerin Sportivo La pagliuzza e la trave. Per una volta, brava la Uefa – che ultimamente ne azzecca con continuità quasi sospetta: dalla lotta al doping, alle proteste, ai simulatori e ai razzismi, ai fondi per le aree sottosviluppate e gli atleti diversamente abili – a tralasciare le proprie magagne per indagare, su input Fifa, sulle matrioske russe, che si celano dietro e dentro le proprietà di alcuni club. Specie britannici, il nuovo Eldorado se dal 1997 si sono concesse a capitali stranieri le inglesi Fulham (Al-Fayed), Chelsea (Abramovic), Man Utd (Glazer), Portsmouth (Mandaric-Gaydamak) e Aston Villa (Lerner) più gli Hearts (Romanov) in Scozia. L’Everton, con il russo Anton Zingarevitch, era lì lì.  “Big” (per mole e carica) Lennart Johansson ha detto stop ai pacchetti azionari “misteriosi”. Attraverso il suo tesoriere, nonché presidente della

Baghdad FC, un calcio al regime

In un libro-inchiesta «La tragedia del calcio nell’Iraq di Saddam» Hussein. Studio sui rapporti tra politica e pallone in un Paese in cui il ministro dello Sport, nonché presidente del Comitato Olimpico Nazionale, era il sadico Uday, primogenito del dittatore di Christian Giordano, Guerin Sportivo (2006) «Questo libro racconta di come il calcio si è sviluppato in Iraq e di come Uday lo abbia praticamente distrutto». Lo scrive nella prefazione l’autore, Simon Freeman, 40enne freelance inglese di The Sunday Times, The Herald Tribune, The Guardian, Vanity Fair, The Times. Uscito nell’edizione italiana in aprile, il volume segue un’altra coraggiosa scelta della Isbn Edizioni, la traduzione di Ajax, la squadra del ghetto - Il calcio e la Shoah, saggio del cronista olandese Simon Kuper. Là, strazianti storie di collaborazionismo e deportazione nazista. Qua, giocatori – come il difensore della nazionale Sharar Haydar, 40 caps e la partecipazione a Seul 88 – frustati ai piedi con ca

FOOTBALL PORTRAITS - That’s my Boyd (2006)

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https://www.amazon.it/Football-Portraits-Ritratti-calcio-Agbonlahor-ebook/dp/B01KI1XRO6 di Christian Giordano  © Guerin Sportivo   ©  (2006) Due doppiette e una tripletta: sa come presentarsi, Kris Boyd. E che sia un predestinato si capisce subito: due reti al debutto con la Scozia e altrettante nella “prima” dei blu notte nella corsa verso Euro2008; tre nell’esordio coi Rangers. Non è una punta finissima, lo scozzesone di Irvine (18-8-1983) cresciuto nel prolifico vivaio del Kilmarnock. Ma sa farsi capire al volo. In prima squadra debutta nell’ultima giornata del 2000-01 contro il Celtic. L’anno dopo, le partenze di Ally McCoist (idolo di Ibrox Park cui sempre verrà paragonato, nonostante le differenze fisiche e tecniche) e di Christopher Cocard gli aprono le porte dell’undici iniziale e lui le sfonda con 5 reti in 28 apparizioni. Nel 2002-03, con 12 gol in 38 presenze è top scorer e Giovane dell’anno del club. Nel frattempo, dopo aver giocato nella Under 18, diventa ti

Kuijt & Kalou, robe di Kappa Kappa

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di Christian Giordano  © Guerin Sportivo   ©  (2006) In Olanda di questi tempi fa notizia il KKK, ma niente paura, qui fortunatamente cappucci bianchi, linciaggi e croci bruciate non c’entrano nulla; KKK è l’acronimo di Koeman-Kalou-Kuijt, il trio sul quale il Feyenoord sta facendo affidamento per tornare a vincere uno scudetto che in bacheca manca ormai da sei anni. Le parti sono assegnate: Erwin Koeman è il tecnico emergente, Salomon Kalou il talento, Dirk Kuijt il bomber. Se però il giovane Kalou pare essersi un po’ montato la testa e quest’anno finisce sulle prime pagine dei giornali sportivi più per l’infinita querelle che lo vede opposto al Ministro dell’Immigrazione Rita Verdonk (c’è di mezzo una poco credibile naturalizzazione che quest’ultima non intende concedergli) che per le imprese in campo, gli altri due le copertine se le sono guadagnate per ragioni squisitamente sportive. Erwin Koeman, al primo anno sulla panchina del club di Rotterdam, si sta dimostrando un

17) WEDNESDAY 9 SEPTEMBER: Burgos - Burgos

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17 Distance: 39km Category: ITT Highest point: 990m The Vuelta’s only individual time trial will favour those who specialise in riding against the clock but also the strongest riders near the top of the leaderboard. Configured in a figure of eight, it’s essentially flat, although there’s a steady rise from the start up to the Castillo. From there it’ll be a case of who can turn the biggest gear the fastest, with contenders for the upcoming World Time Trial Championship sure to be favoured, assuming they haven’t slunk away given the lack of favourable terrain up to this point. There shouldn’t be much between the red jersey contenders but there’s the chance one of them might suffer a disastrous day as Joaquim Rodríguez did at Peñafiel in 2010. Javier Guillén In recent years the courses have had more climbing and have suited riders like Rodríguez, Valverde and Contador but we have changed the format for this one. The profile is basically flat so that the rouleurs have a chance

PSV, la Scuola del gol

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di Christian Giordano  © Guerin Sportivo   ©  (2006) Legato fin dalla nascita alla multinazionale dell’elettronica la cui sede principale è a Eindhoven, negli ultimi tre decenni il PSV (Philips Sport Vereniging) si è specializzato nel lanciare o formare attaccanti di levatura internazionale. Una scuola capace di lanciare in orbita di tutto. Da Willy van der Kuijlen , 309 reti in 552 match di Eredivisie dal 1964 al 1982 (685 in 844 in carriera) – nessuno in Olanda ha segnato di più – a Wim Kieft , capocannoniere con 29 centri nel PSV forse più forte di sempre: il primo allenato da Guus Hiddink, che con i proventi della cessione di Gullit (al Milan nell’estate ’87) costruisce lo squadrone vincitutto in patria e campione d’Europa ’87-88.  La stagione successiva, dopo aver furoreggiato alle Olimpiadi di Seul, in biancorosso arriva un piccoletto destinato al trono di reuccio bizzoso del calcio mondiale, Romário de Souza Faria .  Partito il Baixinho  (98 gol in 109 gare fra l’88 e