FOOTBALL PORTRAITS - Bendtner, nel segno di Zlatan (2006)
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Per alcuni è il “nuovo Ibrahimovic”, e in Danimarca un talento così non si vedeva dai tempi dei fratelli Laudrup. Come con lo svedese l’Arsenal ha bruciato tutti, ma stavolta non se lo è fatto scappare. Prestato al Birmingham City per farsi le ossa, ai Gunners rientrerà presto, prestissimo…
di Christian Giordano ©
Guerin Sportivo © (2006)
Ibrahimović racconta che la “sua” maglia numero 9 dell’Arsenal, consegnatagli a 16 anni da Arsène Wenger, è ancora appesa alla parete dai suoi a Malmö, in Svezia. Nel 1997 il Professore vi si era recato in visita pastorale col dichiarato intento di portarsi via l’unica argenteria di casa, Zlatan. Invece fu bruciato da quella vecchia volpe di Leo Beenhakker che ai tempi del Real Madrid aveva visto quel lungagnone svedese di origini croate allenarsi durante una tournée spagnola. Fu amore a prima vista. Tornato all’Ajax, il futuro Ct di Trinidad & Tobago e Polonia se ne ricordò, e lo convinse che dribblare fra i canali della Venezia del Nord fosse l’apprendistato giusto per la gloria.
Da allora l’alsaziano deve averla giurata a se stesso. Certi treni passano una volta, ma se ti chiami Wenger, e oltre che bravo sei nato con un set di camicie di seta, ci sta che la dea bendata ti conceda una seconda chance. Il detentore della pietra filosofale dei Gunners del Terzo Millennio la scorge in Nicklas Bendtner, altro vichingone 16enne ma proveniente dalla squadra-satellite dell’FC Copenhagen, il Kjøbenhavns Boldklub. Piedi (morbidi) e fluidità di corsa lontani da quelli di Ibra, ma gol a grappoli, testa pensante senza blackout – il che non è garanzia di successo ma aiuta – e background da stato sociale avanzato di almeno terza generazione. Martin Jørgensen e Jon Dahl Tomasson? Sì, buoni giocatori – dicono in patria – Ma questo è un’altra cosa.
Ripagato con gli interessi il ticket low-cost investito da Wenger per andare a visionarlo dal vivo: il danesone (1.91 x 78 kg) impressiona per rapidità di gambe e di pensiero, personalità, colpi, movimenti. In progressione scavalla e non va mai giù, neanche se gli si aggrappano in due o tre. Difende palla e, soprattutto, segna. Tanto. Spesso. Manca d’esperienza e di “mestiere”, né potrebbe essere altrimenti. Ma la stoffa c’è, ed è pregiata.
Il ragazzo della capitale, dove è nato il 16 gennaio 1988, sin qui non ha sbagliato una mossa. Prima ancora di arrivare a Highbury, conquista la nazionale Under 16: 3 gol in 3 presenze nel giro di tre giorni (1-0 esterno al Portogallo il 21 febbraio 2004, 1-4 interno con la Spagna l’indomani e 7-1 in casa all’Armenia il 24), lo score complessivo. Dopo opportuna soffiata a Wenger, l’1 agosto 2004 Nicklas mette nero su bianco con l’Arsenal. Il 25 ottobre dell’anno dopo, debutta in prima squadra nel terzo turno di Carling Cup col Sunderland, battuto 3-0 allo Stadium of Light, subentrando a Quincy Owusu-Abeyie negli ultimi minuti. Intanto, nella squadra riserve dei Gunners, allenata da Neil Banfield, forma un affiatato e prolifico articolo “il” offensivo con l’ex parmense Arturo Lupoli, 27 gol in due (18 in 25 match per Bendtner) la scorsa stagione.
Nel frattempo arrivano le convocazioni con le Under 17 (15 gettoni, 6 gol) e 19 (2 presenze e una rete). Con l’Under 21, nella quale il 9 maggio 2006 diventa il più giovane danese ad essere convocato, è a quota 4 presenze e 2 reti, entrambe realizzate nel memorabile, il 17 maggio nell’amichevole contro la Spagna, mica pizza e fichi. Proprio con la selezione anticamera della nazionale maggiore si fa notare agli Europei di categoria in Portogallo, quando al Municipal di Aveiro, lo scorso 24 maggio, non segna ma trascina i suoi al 3-3 con l’Italia di Claudio Gentile nel primo match azzurro della manifestazione. Il Ct danese Flemming Serritslev lo preferisce a Morten “Duncan” Rasmussen e il numero 21 lo ripaga facendo ammattire gli azzurrini per 79’ prima di uscire, esausto e col punteggio ancora sul 2-2 prima della punizione-gol di Andreasen (41’) e del colpo di testa risolutivo di Bianchi (90’). I danesi impattano (1-1) anche con l’Olanda futura campione, prima di arrendersi all'Ucraina dell’altro baby-fenomeno Artem Milevksiy, in gol a 5’ dallo scadere.
Bendtner non segnerà più ma il suo nome finisce sui taccuini degli scout di mezzo continente. In agosto si guadagna la prima chiamata per la nazionale maggiore. Il Ct Morten Olsen, indimenticato capitano della “Danish Dynamite” degli anni Ottanta, lo convoca per il doppio impegno amichevole con Polonia e Portogallo. Titolare contro i polacchi, allenati – ma guarda – proprio da Beenhakker -, il 16 agosto diventa il più giovane esordiente danese dai tempi di Michael Laudrup (1982), apre al 30’ le marcature nella vittoria per 2-0. L’1 settembre, contro i lusitani, subentra e segna l’ultimo gol dei suoi nel successo per 4-2. Allora ditelo.
Dal 4 agosto è al Birmingham City di Steve Bruce, seconda divisione inglese, che grazie ai buoni uffici coi Gunners (che lì avevano parcheggiato con successo Jermaine Pennant, Matthew Upson e Neil Kilkenny) convince il padre-procuratore, Thomas, e batte sul tempo una quindicina di club, tra cui Celtic e Rangers. A St Andrews, oltre al danese, arrivano per un anno il laterale mancino svedese Sebastian Larsson, 21 anni, e il simil-Vieira Fabrice Muamba, 18.
Per Bendtner, sin qui, 8 presenze e 4 gol. Anche nei Blues, segna al debutto: il 5 agosto, nella prima giornata, entra dalla panchina a 12’ dalla fine e con un rasoterra dall’altezza del dischetto realizza il raddoppio nel definitivo 2-1 contro il Colchester United. Impresa ripetuta col Crystal Palace. In settembre, è suo il secondo gol nel 2-1 contro l’Hull. La prima espulsione invece arriva nel 2-0 al QPR. Saltato per squalifica il 2-2 con l’Ipswich, torna in campo e al gol contro il Wrexham e il Leeds United. L’accordo per il prestito scadrà il 2 gennaio fino a gennaio 2007, ma rinnovabile fino a giugno. Poi, c’è da giurarlo, il ragazzo tornerà a casa dal suo idolo Thierry Henry. Quella nuova, l’Emirates Stadium.
Christian Giordano ©
Guerin Sportivo © (2006)
Il profilo tecnico
Nicklas è dotato di un fisico poderoso che, unito alla buona tecnica di base (di qui i paragoni con Ibrahimović) gli consentono di avere un'ottima capacità di protezione della palla, utile a far salire le ali e i centrocampisti che amano inserirsi, o a far respirare la squadra nei momenti di difficoltà. Toro e libellula nello stesso tempo possiede una buona velocità nelle ripartenze e un'ottima visione di gioco. Caratteristiche che lo rendono un attaccante poliedrico, capace non solo di vedere molto bene la porta (a differenza di Ibra), ma anche di trasformarsi in uomo assist quando necessario. Bendtner ama giocare presso il limite dell'area di rigore, giocando da prima punta, cercando spesso il tiro da fuori o la percussione centrale. Questo permette ai suoi compagni più tecnici e veloci di sfruttare le sue sponde sia per allargarsi e crossare, in modo da sfruttare il suo grande stacco (ricordiamo che è alto quasi 2 metri), sia per puntare direttamente a rete. Tutto questo forse spiega gli interessamenti di mezza Europa (o forse anche di più) al baby fenomeno originario di Copenhagen. Già soltanto in Italia si possono contare una decina di squadre che hanno individuato in Bendtner l'attaccante ideale per la prossima stagione, tre in particolar modo: Livorno, Torino e Roma (provate a fare un giro sui forum di discussione di queste società e capirete quanto questo giovane sia già apprezzatissimo da molti tifosi). Il fatto che Bendtner sia chiuso all'Arsenal da una serie di attaccanti formidabili, come Henry, Van Persie e Adebayor, lascia vive le speranze di queste squadre di poter strappare il talentino all'Arsenal, facendo perno sulla sua voglia di dimostrare le sue capacità e di scendere sempre in campo. Il problema è che dalle parti di Higbury (o dovremmo dire Emirates Stadium?) difficilmente si lascieranno scappare un talento del genere, dopo averci investito nell'ordine denaro, tempo, fiducia, risorse. Forse è azzardato fantasticare una coppia di attacco Bendtner-Van Persie, e forse è ancora più azzardato affermare che questi due rappresentano una di quelle che saranno considerate le coppie di attaccanti più forti del mondo nei prossimi dieci anni. Forse è azzardato. Ma forse no. Eh si, perchè a Londra molti ne parlano. Molti ci credono davvero, a partire dalla società fino ad arrivare ai tifosi, da sempre molto attenti anche al settore giovanile. E forse l'unica certezza è che da queste parti hanno sempre dimostrato di sbagliarsi difficilmente in tema di giovani talenti, credendoci e trasformandoli molto spesso in giovani e solide garanzie.
L'Italia ha pareggiato 3-3 con la Danimarca nella sua gara di esordio agli Europei under 21. Gli azzurrini pareggiano al 90' con Bianchi. Inizio vivace per la nazionale di Gentile, che al 15' segna con un piatto di sinistro al volo di Potenza. La Danimarca reagisce e in 25 minuti segna 3 gol: al 21' con Wurtz che sorprende Curci, al 34' con Kahlenberg e al 42' con una punizione di Andreasen. Nel secondo tempo Palladino (60' su colpo di testa) e Bianchi al 90' portano il risultato in parità.
La scheda di Nicklas Bendtner
Nato: Copenhagen, 16-1-1988
Statura e peso: 1.91 x 78 kg
Ruolo: centravanti
Club: Kjøbenhavns Boldklub (giovanili), Arsenal (Academy, 2004-06), Birmingham City (in prestito, agosto 2006 - gennaio 2007),
Esordio con l’Arsenal: 1-8-2004, Curling Cup, Sunderland-Arsenal 0-3
In nazionale: Under 16 (3 presenze, 3 reti), Under 17 (15, 6), Under 19 (2, 1), Under 21 (4, 2); nazionale “A”: (3, 2)
Esordio in nazionale “A”: Odense, 16-8-2006, Danimarca-Polonia 2-0 (1 gol; amichevole)
Numero di maglia all’Arsenal: 33
Numero di maglia al Birmingham: 27
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