Visentini: che idiozia pensare che un ricco non sappia soffrire!
Il giovane campione a Gabriella Savelli da “A tu per tu” di Bicisport n. 12, dicembre 1979 Caro Roberto, sono una ragazza di un paio di anni più giovane di te e credo che le nostre storie siano più o meno uguali, con la differenza che la tua è pubblico dominio mentre la mia si ferma ai confini del paese. Lo sfondo è lo stesso: una figlia di papà che, finite le scuole, non si cerca il posto di lavoro perché tanto ha il papà che la mantiene, ama la vita comoda ed altre belle cose (ma la gente come fa ad essere così cattiva?) ma con un'unica grande passione: il ciclismo. Poi è arrivato il posto di lavoro che mi ha costretto a seguire il Giro d'Italia solo sui giornali ed appunto leggendo un articolo pubblicato sulla "Gazzetta dello Sport" sono rimasta quasi di sasso e mi sono messa a riflettere. L'articolo era intitolato "il giovin signore con la caduta è diventato uomo" ed io penso che non c'è bisogno di cadute perché un "signore"...