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Visentini crac, Roche ok

L'italiano è caduto a 6 km dal traguardo. L'irlandese (ieri secondo) ormai padrone della corsa Ciclismo italiano ko: in classifica geneeale, dieci tra i primi quindici sono stranieri dal nostro inviato DARIO CECCARELLi l'Unità, sabato 13 giugno 1987 PILA - Si dice che certi attimi contano più di una vita. Un'esagerazione, certo. Eppure, anche se può sembrare strano visto che dura più di venti giorni, il 70esimo Giro d'Italia si è deciso in un attimo. In un attimo, infatti, a sei chilometri dallo striscione d'arrivo di Pila, sono successe tre cose che hanno definitivamente spostato a favore di Stephen Roche la vittoria finale, rendendo una formalità burocratica la cronometro conclusiva di oggi a Saint-Vincent. Cosa è successo, dunque, di cosi importante? Questo. Il gruppetto dei più forti, Roche, Schepers, Millar, Lejarreta, Breukink, Giupponi e Visentini, già al comando dall'inizio della salita, procedeva apparentemente compatto. Improvvisamente

Pugni per la maglia rosa

Johan van der Velde concede il bis e vince «in solitaria» il lappone dolomitico. Alle sue spalle, la guerra civile fra Roche e Visentini continua. L'irlandese è sempre maglia rosa, anche se il bresciano (di nuovo pimpante) ha tentato di attaccarlo sia in salita che in discesa. Purtroppo, ieri Roche è stato preso di mira dai «tifosi»: sputi, minacce e anche qualche pugno. dal nostro inviato DARIO CECCARELLI l'Unità , lunedì 8 giugno 1987  CANAZEI - In un clima (agonistico) da Tour de France, con Roche e Visentin) strenuamente impegnali in un sofisticatissimo psico-dramma, l'olandese Johan van der Velde pianta tutti in asso, vincendo, indisturbato, il mitico «tappone» dolomitico. Staccato di oltre due minuti, Argentin (poi retrocesso), con un bel ricupero nella discesa della Marmolada, s'aggiudica lo sprint dei mammasantissima confermando il suo momento di grazia. Van der Velde, trenta anni, fa perfino tenerezza: strapazza per due giorni di seguito la concorren

Giù le mani da Roche

di GINO SALA l'Unità , lunedì 8 giugno 2018 CANAZEI - Il tappone dei cinque colli dolomitici ha il suo cavaliere solitario nell'olandese van der Velde, ma non provoca terremoti in classifica. L'unica vittima è lo svizzero Rominger, escluso dal treno di Roche, un treno su cui viaggiava anche Visentini, e questa è una buona notizia, è la dimostrazione che la crisi del bresciano è stata passeggera, che tutto non è ancora perduto per Roberto pur non sottovalutando il distacco (3' 19") che lo separa dall'irlandese.  A proposito di Roche, è chiaro che al di là dei bisticci con Visentini sono da criticare severamente quei tifosi che ieri hanno insultato e minacciato il corridore in maglia rosa. Per favore, non perdiamo la testa, non scendiamo sul sentiero di guerra nei confronti di un ciclista che non ha colpe gravi. Roche vuol vincere il Giro d'Italia, vuole entrare nel libro d'oro di una corsa importante, vuol arricchire il suo stato di servizio c

Visentini in trappola

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L'irlandese di nuovo in rosa. Regolamento di conti nella Carrera. «Stasera qualcuno torna a casa» Attaccato dal compagno di squadra Roche, va in crisi e arriva con 7 minuti di ritardo dal nostro inviato DARIO CECCARELLI l'Unità, domenica 7 giugno 1987 Quasi un terremoto al Giro d'Italia. Nella prima tappa delle Dolomiti (Lido di Jesolo-Sappada, 224 chilometri) è successo di tutto. Roberto Visentini, logorato dai continui attacchi di Stephen Roche e svuotato d'ogni energia per una crisi di fame, ha perso la maglia rosa rotolando a tre minuti e 12 secondi dall'irlandese, ora nuovo leader della classifica . Visentini, che ieri ha vissuto una delle giornate più drammatiche della sua vita ciclistica, è giunto al traguardo con quasi 7 minuti di ritardo rispetto al vincitore della tappa, l'olandese Johan van der Velde . L'ex maglia rosa appena sceso dalla bicicletta era furibondo: «Non fatemi parlare» ha gridato. Poi sottraendosi alta muta di croni

Il «golpe» di Roche

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LA PRIMA TAPPA DOLOMITICA HA SCONVOLTO LA CLASSIFICA Va all'attacco e la maglia rosa Visentini va in crisi Il gregario Schepers lo aiuta e non aspetta il capitano Il bresciano esplode con un serie di accuse e minacce Terremoto al vertice del Giro a conclusione della tappa di Sappada. L'irlandese Roche ha sferrato un imprevedibile attacco e il suo compagno di squadra Visentini è sprofondato in una drammatica crisi che gli ha fatto perdere il primato Adesso Roche è tornato in maglia rosa, mentre Visentini è precipitato a oltre tre minuti. Quella che sembrava la squadra più forte del Giro, la Carrera, si è spaccata. Visentini lancia accuse e minacce. Roche invece si giustifica Ecco ora per ora la cronaca di una guerra annunciata di ANGELO ZOMEGNAN La Gazzetta dell Sport, domenica 7 giugno 1987 SAPPADA -  È  la cronaca di una «guerra» annunciata: strisciante sino alla cronometr di San Marino e puntualmente esplossa ieri sulle prime rampe dolomitiche d

Due o tre cose per far restare il Giro in sella

di GINO SALA l'Unità, mercoledì, 3 giugno 1987 OSIMO - Ieri mattina la Gis ha festeggiato i dieci anni nel ciclismo, cosa da rimarcare perché ciò costituisce una bella fedeltà allo sport della bicicletta, ma nel gruppo che andava radunandosi sul piazzale della fabbrica di gelati, tirava una brutta aria. Aria di polemiche col veleno, dopo la disastrosa volata di Termoli, aria che preoccupa perché potrebbe essere fonte di cattive rivalse. Chiaro che ogni qualvolta vediamo tanti corridori coinvolti in una caduta c'è sempre un motivo. I campioni sostengono che bisognerebbe ridurre il numero dei concorrenti, che in qualsiasi gara i partecipanti non dovrebbero essere più di 120 e anche questa e una tesi ma non il punto principale della questione. Punti essenziali a mio parere sono: 1) La correttezza di ciascun protagonista, il rispetto della propria e dell'altrui vita. Un grande sprinter e un grande gentiluomo come Patrick Sercu diceva che nessuna vittoria è preziosa

L'agguato di Visentini

Roche in difficoltà, subito il compagno di squadra ne approfitta Beppe Saronni continua il Giro. Anzi, ieri si è messo anche in luce nella tappa vinta dal francese Robert Forest. Un recupero che fa ben sperare dopo il pauroso ruzzolone di Termoli.  Ma la notizia di ieri riguarda la maglia rosa: Roche è apparso per la prima volta in difficoltà e Visentini gli ha rosicchiato uni manciata di secondi dal nostro inviato DARIO CECCARELLI  l'Unità, mercoledì 3 giugno 1987 OSIMO - Tre cose saltano fuori dall'11esima (e lunghissima) tappa del Giro d'Italia. Intanto un vincitore, il francese Robert Forest, 26 anni, di origine veneta, che ha tagliato da solo il traguardo precedendo l'italiano Randi e il svedese Wahlqvist, dopo una fuga di 75chilometri. La seconda, molto più importante, è la rapidissima (si fa per dire) risurrezione di Beppe Saronni, che ieri ha dimostrato di avere brillantemente smaltito i postumi delle botte riportate nella gigantesca caduta di Termo

Bontempi: «Non sono un bandito»

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DARIO CECCARELLI l'Unità , mercoledì 3 giugno 1987 OSIMO - «No, lasciatemi stare. Basta con gli autografi. Vorrei un po' di pace, per favore». Faceva molta pena ieri mattina alla partenza da Giulianova, Beppe Saronni. Seduto sull'ammiraglia della Colnago si guardava attorno come se non gli importasse nulla di nulla. Pallido, gli occhi cerchiati per la notte quasi insonne, Saronni raccontava che neppure tranquillanti e infiltrazioni erano riusciti a lenirgli i dolori. «Parto lo stesso ma sarà un tormento. Certo che cadere in quel modo...». - Senti, Saronni, qual è il vero problema di questi arrivi? «Mah, ce ne sono tanti, ogni sprint è sempre un azzardo, un bolgia infernale dove può succedere di tutto. Colpa, innanzi tutto, dell'eccessivo numero di squadre. Direttori sportivi e tecnici, soprattutto delle formazioni più piccole, incitano i loro corridori a tentare qualsiasi cosa pur di vincere una tappa. Il solito discorso, il Giro è una passerella pubb

I dettagli del golpe e i suoi protagonisti

Questo è il racconto di una strana serata nella hall deserta di un albergo di Canazei. Mettendo insieme mezze parole, immagini viste, momenti vissuti, indiscrezioni raccolte, viene fuori in tutti i particolari il colpo di mano preparato e realizzato con meticolosa cura  dai nostri inviati in carovana:  Tony Lo Schiavo, Filippo Nanni, Ilario Biondi Speciale di Bicisport – Il giallo del Giro ’87, giugno 1987  È ormai notte. Nella hall dell’albergo di Canazei lo schermo mostra immagini di un vecchio film. Al bancone del bar, va e viene l’albergatore sbrigando faccende che sembrano più cercate per passare il tempo che necessarie. Fuori è freddo ed il cielo minaccia pioggia. Sopra, ognuno nella propria camera, tutto il clan della Carrera.  Il “golpe” del giorno prima ha ormai contorni delineati e nitidi. Tra ammiccamenti e mezze parole, viene fuori una corsa sommersa che fa gridare allo scandalo, sebbene si realizzi tra le lacune delle norme ed una consuetudine or