Due o tre cose per far restare il Giro in sella
di GINO SALA
l'Unità, mercoledì, 3 giugno 1987
OSIMO - Ieri mattina la Gis ha festeggiato i dieci anni nel ciclismo, cosa da rimarcare perché ciò costituisce una bella fedeltà allo sport della bicicletta, ma nel gruppo che andava radunandosi sul piazzale della fabbrica di gelati, tirava una brutta aria. Aria di polemiche col veleno, dopo la disastrosa volata di Termoli, aria che preoccupa perché potrebbe essere fonte di cattive rivalse. Chiaro che ogni qualvolta vediamo tanti corridori coinvolti in una caduta c'è sempre un motivo. I campioni sostengono che bisognerebbe ridurre il numero dei concorrenti, che in qualsiasi gara i partecipanti non dovrebbero essere più di 120 e anche questa e una tesi ma non il punto principale della questione.
Punti essenziali a mio parere sono:
1) La correttezza di ciascun protagonista, il rispetto della propria e dell'altrui vita. Un grande sprinter e un grande gentiluomo come Patrick Sercu diceva che nessuna vittoria è preziosa come la pelle dell'uomo; che tutti i contendenti hanno un codice da seguire e che nel novanta per cento dei casi sono sempre guai quando Tizio, Caio o Sempronio pensano di farla franca con un movimento scorretto. Per colpa di volate assassine Sercu è finito un paio di volte in ospedale e le sue prediche, le sue raccomandazioni non hanno purtroppo modificato la situazione.
2) Chi scrive ha ripetutamente invitato la giuria a precisi e severi controlli, proponendo posti di osservazione nell'ultimo chilometro di corsa. Non chiedo l'uso della mannaia da parte dei commissari, chiedo interventi ed eventuali punizioni a salvaguardia della comunità ciclistica. A Termoli qualcuno ha sgarrato e nessuno ha pagato.
3) Tenendo conto degli interessi in ballo e di momenti esasperati di un ciclismo che vive di sponsorizzazioni e di "salvataggi" che possano derivare anche da un piccolo successo è necessario mettere in moto l'intero meccanismo di prevenzione e di sorveglianza. Mi riferisco agli organizzatori che devono evitare arrivi pericolosi curve a gomito in prossimità del traguardo e via dicendo. Riassumendo voglio sperare che prevalga la buona coscienza e dando un'occhiata alla tappa di ieri va detto che i "big" si sono mantenuti sulla difensiva nonostante il percorso fosse un invito alla "bagarre". Abbiamo però notato una flessione di Roche sulla salita più impegnativa, un Visentini più svelto dell irlandese in fase di chiusura e ciò dimostra che la maglia rosa non era in buona giornata. Io non darei troppa importanza al piccolo cedimento di Roche e comunque verrà presto per tutti il momento della verità. Prendo nota che Saronni si è ripreso e devo elogiare alcuni giovani Si tratta di Randi, Elli, Massi e Galleschi ragazzi battuti per inesperienza dal francese Forest ma e con la lotta che s impara e che si cresce.
Oggi si arriva in quel di Bellaria dopo una prova ondulata e lunga 197 chilometri. Probabile una conclusione in volata, sicuro che i campioni si risparmieranno per la cronoscalata di San Marino in programma domani.
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