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Visualizzazione dei post da marzo 1, 2017

A casa di Luka

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https://www.amazon.it/Luka-Modri-x107-Football-Portraits-ebook/dp/B01B1NLAHG NE PRILAZITE Na ovom području je velika opasnost od mina Vietato oltrepassare. Grave pericolo di mine.  C’è ancora, quel cartello: Conficcato nel terreno e nel cuore, anche adesso che scappare non si deve più. Zadar (Zara), oggi “solo” Croazia. Fino a vent’anni fa, molto, troppo di più. A casa di Luka non ci arrivereste mai per turismo, né vorreste. Sessanta km dalla costa dalmata, area rurale, depressa e montagnosa, si svolta a destra per Modrići. Al plurale: i Modrić abita(va)no qui. Tempo imperfetto. Come il mondo che abitiamo. Il loro di mondo, quello dei Modrić, era cambiato per sempre il 18 dicembre 1991. Nonno Luka, ex operaio stradale, da buon uomo dei campi è sempre stato abitudinario. E quel giorno, non aveva fatto eccezione.  Dopo pranzo era risalito al pascolo con la sua mucca. A un certo punto il soffio del vento è rotto dal rumore di rami spezzati. Si ferma un

SAGAN, STRAORDINARIAMENTE ORDINARIO

http://www.gpmciclismo.it/wordpress/straordinariamente-ordinario/ 29 MARZO 2016 BY DAVIDE BERNARDINI “Ho lo stesso cognome di uno scienziato famoso, che ha anche scritto libri di fantascienza. E voglio farle anch’io, nel ciclismo, cose da fantascienza” Uno così non l’abbiamo mai visto. Non solo sportivamente parlando: nossignore. Intendo proprio un tipo come lui, un personaggio come lui con una personalità come la sua. Peter Sagan è semplice e complesso, capace di sconcertanti vittorie e scioccanti debacle. Iperattivo ed iper-reattivo ma allo stesso tempo leggero e profondo. Tanto guascone e talvolta irritante quanto lodevole e irresistibile. Peter è tutto questo e qualcosa in più, è un prodigio della natura. Fa tutto ciò che vuole perchè è lui che decide così. A soli venticinque anni ha toccato tutti i punti più estremi che una persona ed un atleta possono toccare: dalla gloria all’infamia, dall’amore all’odio, dall’essere una stella a dover ripartire da zero. E per lui è tutto dannat

"Cruijff draaj”, la veronica che cambiò il mondo

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http://www.organiconcrete.com/2016/10/10/supersantos-cruijff-draaj-la-veronica/ by LORENZO LATINI 10 OTTOBRE 2016 “Mio Dio, ma cos’ha fatto?!”. Una Rivoluzione non può lasciare indifferenti, in nessun caso: perché è il cambiamento per antonomasia, e l’essere umano fatica ad accettare i cambiamenti. L’uomo è un animale abitudinario e conservatore, salvo in rarissimi casi scritti oggi sui libri di storia. Ecco perché, di fronte alla sovversione di un ordine precostituito, ci spaventiamo. Vediamo il castello di certezze nel quale ci eravamo rifugiati crollare, quasi fosse di sabbia, lasciandoci in balìa del vento del cambiamento. Perciò, inizialmente, tendiamo a reagire con perplessità, stupore, se non vera e propria paura. Poi, quando la Rivoluzione avrà fatto il suo corso, saremo anche pronti ad accoglierla favorevolmente. Ma non all’inizio. All’inizio sobbalzeremo sulla poltrona e sgraneremo gli occhi e ci interrogheremo fino a perdere il sonno. “Cosa sta accadendo? A cos

BOONEN, IL RE DEI BELGI

http://www.gpmciclismo.it/wordpress/il-re-dei-belgi/ di Davide Bernardini  Mi metto nei panni di un “non appassionato” di ciclismo che, vuoi per sbaglio o vuoi per noia, si trova ad assistere agli ultimi kilometri dell’ultima Parigi-Roubaix. “Ma dove cavolo corrono questi? Ma che roba è? Ma perchè nominano sempre ‘sto Cancellara? e Sagan, chi è?” Domande e dubbi plausibili. Manca poco e se la giocano in cinque: questo è abbastanza chiaro anche al più sbadato o al più ignorante in materia. Chi sono questi cinque? Vedi Boasson Hagen e il suo finale un po’ anonimo, è facile capire che è al gancio. Questo gigante, Stannard, sembra davvero avere un bel motore ma non è abbastanza. E poi c’è Sep Vanmarcke, che nome contorto: sembrava lui quello più forte e invece sono tutti insieme, di nuovo. Matthew Hayman non te lo scorderai mai più, quando ti capita di vedere uno che non si rende conto di aver vinto una corsa? Sono quelle immagini che ci rimangono

Claudio Corti, manager senza tempo

http://www.museociclismo.it/content/articoli/5702-Claudio+Corti%2C+manager+senza+tempo/index.html Tuttobici, n. 9/2001 di Gino Sala Era già un "manager" quando correva, quando nei panni del dilettante si laureò campione del mondo nella sfida di San Cristobal (Venezuela) 1977. Sul mio tavolo di redazione arrivarono i suoi auguri di buon Natale e di buon anno. Non ci conoscevamo, a San Cristobal ero tra gli assenti giustificati dovendo intervenire al matrimonio di Maria Elisa, la seconda delle mie figlie. Manager quando è entrato nel gruppo dei professionisti. Pochi, come lui, sapevano colloquiare coi giornalisti. Accoglieva le domande con un sorriso, colorava le risposte con sapienza. Manager nel vero senso del termine è diventato scendendo dalla bici e oggi lo troviamo al comando della Saeco. Sto parlando di Claudio Corti, come il lettore avrà intuito, di un bergamasco vestito a puntino che nel suo ufficio di Gaggio Montano dirige una delle squadre più importan

Storia di Claudio Corti

http://www.museociclismo.it/content/articoli/439-Storia+di+Claudio+Corti/index.html Una carriera all'insegna della contraddizione la sua. Ha toccato le massime vette da dilettante mentre da professionista è stato sul punto di essere accantonato, poi è risorto pur senza toccare quei vertici raggiunti tra i puri. Strepitosa la stagione '77 che lo vide campione del mondo e d'Italia, trionfatore nel Trofeo Stadio e vincitore irresistibile di una ventina di grandi prove, per cui il suo passaggio tra i professionisti venne salutato come l'avvento di un "uomo nuovo". Fu invece solo delusione sia per la Zonca-Santini, sia per la Sammontana che lo ingaggio per due anni. Solo un Trofeo Branzi a Firenze nel '78 e un Giro del Friuli nell'80 furono le vittorie ottenute in sei stagioni. Esplose nell'estate '84 quando, dopo le vittorie nel Giro del Friuli, nella Cronoscalata di Frasassi e nel Circuito di Bergamo, offrì una grandissima prova nel Campion