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Visualizzazione dei post da aprile, 2015

La riga blu di Roeselare

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Breve la vita e grande la storia di Jean-Pierre Monseré , morto quarant’anni fa in una corsa di preparazione alla Sanremo. Uno dei pochi campioni dell’era-Merckx a non essere stati cancellati dal Cannibale, fino alla morte tragicamente simile a quella del figlio…  di Herbie Sykes (ma anche Simone Basso) Roeselare è una cittadina anonima, indistinguibile da una dozzina di altri paesi delle Fiandre occidentali. Le folate di vento dal Mare del Nord portano nuvoloni gonfi di pioggia; a ogni angolo delle strade ci sono i pub o le sale da tè e le persone sono indaffarate nel tipico stile fiammingo (poco cerimonioso…). I fiamminghi, per i quali è stato coniato il termine flemmatico, non possono essere equivocati.  Chiedi un’informazione in giro e la gente si ferma, scrolla le spalle, e se ne va prevedendo un altro acquazzone. Ciò che è strano di Roeselare, e che ci si domanda cosa sia, è quella sottile linea blu . La linea corre parallela al marciapiede e sembra tracciare

At the Red Hook Crit, It’s Anyone’s Race

Cyclists of all stripes come together in Brooklyn for backstreet racing and good times By Ian Landau March 23, 2011 STROLL ALONG THE WATERFRONT in the Red Hook neighborhood of Brooklyn on a cool March night and you might feel you’ve been transported onto the set of Gangs of New York. Hulking Civil War-era warehouses loom over you. Old piers jut into the darkness of New York Harbor. There’s little or no foot traffic . There are no cabs . But come Saturday, nearly a hundred cyclists will line up in this very place at the unlikely hour of 11 p.m. to take part in what is possibly the country’s coolest bike race . The Red Hook Criterium pits messengers, trackies, roadies, and fixie fanatics against one another to vie for some sweet prizes, like custom Giro helmets, jerseys from Rapha, and every racer’s favorite, stacks of cash. Participants will complete 20 laps of a challenging three-quarter-mile course replete with cobblestones, potholes, a tricky chicane, and hundreds

Red Hook Crit - A Race Like No Other

by Graham White While most people nowadays are content using their fixed gear bikes to cruise around the city taking in the sights, there exists an ever growing population of urban athletes taking their race ready track bikes from the wooden boards of the velodrome to the streets to compete in fixed gear criteriums . A mash-up of bike messenger style alleycat races and traditional road racing criteriums these races are high on adrenaline and low on rules. One gear, no brakes, furious racing all in a compact urban setting that’s an incredible buzz to watch . In this arena bike messengers race wheel to wheel with pro racers to find out who has the skills and speed to come out on top. The most high profile of these races is the Red Hook Crit, which now boasts a series of races that take place throughout the year in Brooklyn, Milan and Barcelona. What started as an illegal, non-serious birthday race for race director David Trimble in 2008, has morphed into an internationally recognis

A Brooklyn Bike Race Worthy of James Dean

March 30, 2009 A Brooklyn Bike Race Worthy of James Dean By COLIN MOYNIHAN The old cobblestones on the Red Hook waterfront in Brooklyn have felt the weight of many kinds of vehicles, from wagons to tractor trailers to the snazzy cars and S.U.V.’s of the neighborhood’s newer residents. But as a soft drizzle fell on Saturday night, the stones felt something new — a clandestine bicycle race. From shortly after 11 p.m. until nearly midnight, about two dozen cyclists hurtled over the bumps and around the tight turns of several blocks near the East River while spectators cheered from sidewalks. The race, called the Red Hook Criterium, was organized by David August Trimble to celebrate his 26th birthday, which had been a few days earlier. Among the participants were art dealers, bike messengers, graduate students and at least one man who said he was happily unemployed. All were riding track bikes — fixed gear bicycles fit with narrow tires and aerodynamic frames for racing. And no brakes. B

5 Minutes with David Trimble

by Chris Henry   If the name Trimble sounds familiar, it should. The Trimble Aero TT Bike was among the most radical frame designs in the early 1980s. Designers James and Brent Trimble were on the cutting edge of carbon bike design and early aero frames such as the Kestrel 4000 and GT superbikes used by the United States Olympic team in 1996 and 2000. Twenty-seven year old David Trimble is now making his own mark in cycling through grassroots race organization. Trimbles Red Hook Criterium will enter its fourth year in Brooklyn, New York, combining track bikes (fixed gear; no brakes), night racing, and the off-the-beaten-path energy of the Red Hook neighborhood. An art exhibit and after-party complete the Red Hook Crit package, set to run this year on March 26. Coming from a bike-building family, have you been riding and racing your whole life? Actually, no. I started go-kart racing at age 12 and raced professionally for

Red Hook Crit, passione senza freni

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Pazzoidi fissati e sfrenati. Alla lettera. Senza freni. A scatto fisso. Senza rapporti. Sono come le bici che pilotano, non "guidano". Si dice così: pilotano. Il circuito è cittadino. In notturna. Agli albori, spesso clandestino. Si chiama Rockstar Red Hook Criterium. Anche se chi bazzica il ciclismo lo pronuncerà sempre all'europea, criterium: una corsa su strada, massimo 2 km tra vie urbane, da ripetere più volte. Niente World Tour né classifiche UCI, qui. Si procede a eliminazione. Diretta. E' nato tutto a Brooklyn, New York, -nel 2008: per il 26esimo compleanno di David Trimble, il 29 marzo. Il più pazzo sfrenato che ha inventato questa corsa inizialmente per bike messenger - i nostri pony express - e che nella prima edizione arrivò secondo, dietro una ragazza: Kacey Manderfield, che quest'anno torna in gara dopo averla vissuta, nel 2014 da direttrice della corsa femmile.  Oggi, Trimble - famiglia di bike-builders che negli '80 rivoluzionariono i

Amstel a Kwiatkowski: come al mondiale

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La corsa della birra. Dei velocisti. E dei campioni del mondo.  Sui 258 chilometri e 34 cotes da Maastricht a Valkenburg, Michał Kwiatkowski era con Gilbert il favorito e non ha deluso: per la quarta volta (dopo Merckx 75, Raas 80 e Hinault 81, che ha dato il via alla gara) è la maglia arcobaleno a vincere la classica che apre il Trittico delle Ardenne, la settimana che - con la Freccia Vallone di mercoledì 22 e la Liegi di domenica - chiude la campagna del Nord. Nibali tornava alle gare dopo la Sanremo, e ci ha pure provato ad attaccare ma la fuga è stata ripresa a 15 km dall'arrivo. Nel finale, "Kwiatko" ha vinto alla sua maniera: come al mondiale di Ponferrada. Sbucando dal nulla e sorprendendo l'eterno secondo Alejandro Valverde, lo "piazzato" anche nel 2013, e Michael Matthews, terzo un mese fa anche nella Classicissima di primavera.  Primo polacco re della Amstel Kiato; primo italiano Enrico Gasparotto, ottavo, e vincitore qui nel

Qui Varese: tra l'Avellino e lo spettro del fallimento

Il Varese, afflitto dai debiti e ultimo in classifica, cerca di chiudere con dignità la stagione, in mezzo a tanto caos, con cambi improvvisi ai vertici societari e penalizzazioni che rendono vani i risultati positivi conquistati sul rettangolo di gioco.   Il club non ha più soldi e c'è la sensazione di trovarsi di fronte a una situazione simile a quella del Parma. L' avvocato Pierpaolo Cassarà , diventato presidente il mese scorso , ha evitato una nuova penalizzazione in classifica versando i 170 mila euro per i pagamenti dei contributi Irpef di novembre e dicembre . Da un mese, però, la situazione non è migliorata. I fondi della Lega di Serie B sono serviti a garantire i contributi, i rimborsi e tre mensilità ai dipendenti, come riferisce il sito CalcioWeb.eu. Ma ora non c'è più un soldo e il rischio fallimento è sempre più concreto. Ben che vada, il Varese partirà il prossimo anno con una pesante penalizzazione in classifica. Non convocati gli infortunati Neto Pere

36ª giornata di B – VARESE-AVELLINO: le probabili formazioni

di Manuel Favia Per la 36ª giornata del campionato di Serie B, va in scena un delicato testa-coda della classifica allo stadio “Franco Ossola” : Varese-Avellino. Ospiti mai vittoriosi in terra lombarda , a eccezione dello 0-1 raccolto in Coppa Italia nella stagione 2011/2012 . Sarà infatti la sesta occasione in cui i biancorossi ospiteranno gli irpini nel torneo cadetto , con uno score positivo: 2 vittorie e 3 pareggi. L’ultimo precedente è datato 22 febbraio 2014: 1-1 con reti di Ciano e pareggio dei padroni di casa firmato Rodrigo Ely, ora difensore biancoverde . La gara d’ andata giocatasi al “Partenio” si è chiusa sul risultato di 0-0. Il Varese non ha mai vinto in casa nel 2015, appena un punto in 7 partite . Le sconfitte consecutive al “Franco Ossola” sono diventate 5, dopo il pesante 0-3 incassato dal Catania . La formazione lombarda non vince da 12 turni, tra le mure amiche dal 28 dicembre 2014 (2-0 alla Ternana) ed è ormai condannata alla retrocessione. Imperativo vince

Chelsea-Man Utd, prima svolta a sinistra

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Poi dice che uno si butta a sinistra: Blind-Fellaini-Young. Da quando Louis van Gaal ha imbroccato la catena mancina, il suo United ha finalmente trovato la quadra: quindici gol fatti e quattro subiti ma soprattutto sei vittorie consecutive, con gli scalpi eccellenti di Tottenham, Liverpool e City nelle ultime quattro.    E davanti, la possibilità, sbancando Stamford Bridge - impresa centrata una volta negli ultimi undici tentativi in Premier -, di riaprire la corsa al titolo che fino neanche a un mese fa sembrava già vinto dai Blues.   A sei giornate dalla fine, di fatto sette per il Chelsea che il 29 aprile recupererà la partita in casa del Leicester City, la capolista resta super favorita; non solo perché in caso di sconfitta resterebbe prima, a +4; ma perché non perde da 11 gare e per la solidità mostrata sin qui in ogni zona del campo.   Non solo a sinistra, dove Azpilicueta, Matic e soprattutto Hazard; già 17 gol in stagione, 12 con 8 assist in campionato, sull'ond

Varese-Avellino: presente e possibile futuro di Martino Borghese

La sfida della 15esima giornata di ritorno del campionato di Serie B tra Varese e Avellino, sarà l’occasione giusta per la società campana di parlare con Martino Borghese. Il centrale difensivo di origini svizzere, secondo quanto riportato da ‘Irpinianews.it’, è sempre sul taccuino della società irpina, dopo il corteggiamento a vuoto dell’estate scorsa. Nonostante l’ottima posizione di classifica infatti, in ‘casa biancoverde’ si sta già pensando al futuro, con il direttore sportivo Enzo De Vito in cerca di giocatori che possano rinforzare la rosa a disposizione di mister Rastelli. Il pacchetto arretrato verrà così quasi certamente rivoluzionato: partiranno Rodrigo Ely, Alessandro Fabbro e Marco Chiosa, mentre sono già stati perfezionati gli innesti a parametro zero di Milan Nitriansky e Davide Biraschi. Il nome di Borghese circola nell’ambiente irpino ormai da tempo: difensore roccioso e con il vizio del gol (ben 5 in questo campionato) , l’italo-svizzero è un pallino di

Avellino verso Varese: cresce l'attesa ed è totoformazione

È il momento di rompere il digiuno. Perché, a sette giornate dalla fine del campionato, chi si ferma è perduto. Play off e promozione diretta: per raggiungerli; per rincorrerla fino in fondo, il margine di errore è sempre più ridotto. E allora sabato, a Varese, l'Avellino ha davvero un solo risultato a disposizione. Non partiranno battuti i biancorossi di Bettinelli, ma per una squadra che ambisce a giocarsi la Serie A è francamente impensabile non andare a vincere in casa del fanalino di coda della Serie B. Un glorioso e recente passato; un presente tra mille difficoltà, tanti indisponibili, tra infortuni e squalifiche, ed un piede in mezzo in Lega Pro: i prossimi avversari di turno vanno rispettati, non sottovalutati, altrimenti il rischio di una clamorosa beffa in stile Padova diventa altissimo, ma soprattutto affrontati col piglio della squadra che deve far capire, sin dal primo minuto, che non c'è spazio per le sempre più flebili ambizioni altrui. Troppo lontano l'ult

Quarti di Champions: il sottile filo blaugrana

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C'è un mica tanto sottile filo blaugrana nel quadrilatero che, da Parigi a Porto, in attesa del ritorno a Barcellona e Monaco, ha chiuso l'andata dei quarti di Champions League: due 3-1 che più wendersiani non si può. Così vicini, così lontani: - per la tante, troppe assenze che a questi livelli paghi anche se ti chiami Bayern o PSG. - per i 4 ex compagni in panchina, Blanc e Luis Enrique al Barca '96-97; Lopetegui e Guardiola sempre al Barca, ma dal '94 al '97; tutti e 4 nel 96-97; - per la doppietta di chi ti aspetti, un Suarez in versione Ajax e Liverpool; e di chi mai avresti detto: il miglior Quaresma già visto, guarda caso, solo nel suo primo passaggio al Porto e mai all'Inter, al Chelsea e nemmeno, massì, al Barcellona; Quello che anziché per la trivela, nella magica serata del Do Dragao, usa l'esterno destro per infilare in controtempo Neuer, il portiere campione del mondo raramente così in difficoltà. Non solo per colpa sua, però.   Perché se d

Luca Miracoli: dalla Feralpi Salò alle porte del grande calcio

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By Redazione · 9 marzo 2014  Si presenta come un ragazzo qualsiasi: maglietta, jeans e giubbotto. Un teenager disinvolto dal carattere socievole e spensierato. Eppure il suo metro e novanta e il suo fisico atletico possono destare perplessità. Luca Miracoli è proprio così, proprio come appare. Genovese di nascita ma ormai da tre anni ‘adottato’ dalla mondanità bresciana (un anno fa abitava a Montirone, ora vive a Desenzano), alla prima impressione, Luca, 22 anni a breve, attaccante della Feralpi Salò, realtà calcistica che si identifica come una delle migliori Scuole Calcio della provincia di Brescia, può sembrare come tutti gli altri. In realtà, dietro, si nasconde una persona umile e motivata al tempo stesso, matura e con degli obiettivi ben precisi, con una mentalità aperta e lungimirante, capace di impressionare la dirigenza verdeblu (i colori della sua squadra) tanto da essere confermato, per la seconda stagione consecutiva, nella formazione titolare agli ordini di mister Gius

Avellino, Rastelli può sorridere: riecco Visconti e Vergara

L'esterno mancino e il centrale di difesa si candidano per un finale da protagonisti di Carmine Roca Sedici reti alla Primavera e altrettanti avvertimenti inviati al Varese con posta prioritaria. L'Avellino si è divertito, questo pomeriggio, al cospetto della formazione guidata da Claudio Luperto, nel test in famiglia disputato al Partenio-Lombardi, davanti ad un centinaio di spettatori presenti in Tribuna Terminio, sotto un caldo sole primaverile. Rieccoli - Sedici reti, tanti spunti degli di nota e due buone notizie per Massimo Rastelli. Il tecnico ha pienamente recuperato Visconti e Vergara. L'ex Cremonese ha occupato la casella sull'out mancino della difesa a quattro, lasciando intravedere di aver archiviato il lungo periodo di stop in seguito all'infortunio occorsogli alla spalla destra, che ha richiesto un intervento chirurgico. Visconti non è ancora al meglio della condizione fisica, ma si candida per un finale di stagione da protagonista. Allo stes

Roubaix story, dal pioniere Fischer al poker di De Vlaeminck

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L’Inferno del Nord nacque il 19 aprile 1896 e ha respinto fior di campioni. Nell’albo d’oro ci sono anche 13 vittorie italiane di Paolo Marabini, Gazzetta dello Sport Domenica si corre l’edizione numero 113 della Parigi-Roubaix, quella che per molti è considerata la madre di tutte le classiche. Una corsa spietata, massacrante, che vale una carriera. Una gara per duri , che sfugge a qualunque canone. Vinta da fior di campioni - da Fausto Coppi a Eddy Merckx - ma anche da corridori che hanno legato il loro nome solo alle pietre dell’Inferno del Nord. MERITO DEL VELODROMO — L’idea di organizzare la Parigi-Roubaix venne a due patiti della pista, Theodore Vienne e Maurice Perez, dopo che nel 1895 avevano fatto costruire un velodromo tra gli abitati di Croix e Roubaix. L’anno dopo, per fare cassetta, pensarono a una corsa che partisse da Parigi per arrivare proprio nel velodromo. Louis Minart, capo-redattore del giornale sportivo Le Velo, e il suo braccio destro Victor Brayer, ra

Roubaix, una domenica all’Inferno

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Nell’aprile del 1919 venne chiamata l’Inferno del Nord, definizione perfetta di una gara che mette a durissima prova gli atleti, confrontati a un percorso variegato e impervio. La lista di pretendenti alla gloria è lunga, ma chi alzerà al cielo il cubo di porfido del vincitore? di Simone Basso, Il Giornale del Popolo Era il 20 aprile 1919 e la Parigi-Roubaix divenne l’Inferno del Nord . Quella gara durissima, folle, inventata da Vienne e Perez nel 1896 , tornò dopo quattro anni. Al suo posto, quasi in tutta Europa, la Grande Guerra . Alla partenza i ciclisti commemorarono i colleghi caduti sul fronte. Un minuto di silenzio ricordando Lapize, Petit-Breton, Friol, Cadolle, Hourlier, Engel... Francois Faber fu ucciso nella battaglia di Artois; Carlo Oriani morì a causa di una polmonite contratta attraversando – a nuoto – il Tagliamento per salvare dei commilitoni. Il Quattordici-Diciotto fu una strage di uomini e di corridori. Cielo color piombo, pioggia invernale, la competi

Arsenal-Liverpool: Make or Break

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Make or Break . O la va o la spacca. In realtà più per il Liverpool che per l'Arsenal nel big-match della 31esima di Premier League. Una classica del calcio inglese, anche se quest'anno varrà al più un piazzamento Champions. Allo scontro diretto dell'Emirates arrivano due squadre in salute. I gunners vengono da sette vittorie consecutive, 9 successi nelle ultime 12 e 11 delle ultime 19; con appena una sconfitta e sette pareggi. Vincendo anche questa, i ragazzi di Arsène Wenger salirebbero a 63 punti, a +9 sul Liverpool che virtualmente saluterebbe ogni speranza di quarto posto. Pur avendo perso il suo "vero" derby, quello con lo United, però, la squadra di Brendan Rodgers non se la passa troppo male: tre sconfitte nelle ultime 15, ma fuori casa non perde da sei gare. Sfida nella sfida quella tra gli attacchi. Olivier Giroud è in formissima: 8 gol nelle ultime sette. En exploit realizzartivo che ha in parte coperto l'appannamento di Alexis Sanchez: 18 gol e

Carpi, è quasi A

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Il sogno è lì, solo da afferrare. E dopo la notte magica del Cabassi, nessuno vuole più svegliarsi: 3-0 al Bologna. Al Bologna. Sessantaquattro km e sette scudetti di distanza, un abisso storico che sembrava incolmabile. Cinque anni fa, il piccolo Carpi era ancora in Serie D. Oggi la creatura di Stefano Bonacini, uno che il Bologna ha pure provato a comprarlo, quell'abisso lo ha ribaltato: Carpi primo a +12 dopo lo scontro diretto. È durata un tempo la partita del Bologna: 4 occasioni rossoblù, ma il gol lo ha trovato la capolista. Nella ripresa in campo s'è visto solo il Carpi. Ci ha provato, Lopez, a riacciuffare la partita, dopo l'infortunio di Zuculini addirittura col 424: Sansone e Importa attaccanti esterni; Cacia e Mancosu punte centrali. Dall'altra parte, troppa la differenza di fame e di voglia. E di momento magico. Il Carpi sente l'odore del sangue e nell'acqua dell'alta classifica ci sguazza. Greg Paltrinieri, tifoso doc che se ne intend

Frans Verbeek - THE FLYING MILKMAN

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As founder of clothing manufacturer Vermarc, Frans Verbeeck has had more impact on the sport since retiring than he did in his pomp in the 1970s, when ‘The Flying Milkman’ gained a reputation as the nearly man of the Classics Writer: Peter Cossins Procycling, April 2015 What does it say about Frans Verbeeck’s racing career that he’s best-remembered not for the dozens of races he won, including the Amstel Gold Race , La Fleche Wallonne and the Belgian national title , but for his unforgettable nickname: ‘ The Flying Milkman ’? Well, that and for delivering the most memorable quote ever made about the Ronde van Vlaanderen .  Seventeen times a runner-up in major one-day races , Verbeeck had just finished second once again at the Ronde in 1975 . The only rider who had been quick enough and strong enough to respond to Eddy Merckx’s attack at the foot of the Oude Kwaremont, Verbeeck spent the next 95 km with ‘The Cannibal’, barely able to hang on, let alone offer a hand with