Quarti di Champions: il sottile filo blaugrana

C'è un mica tanto sottile filo blaugrana nel quadrilatero che, da Parigi a Porto, in attesa del ritorno a Barcellona e Monaco, ha chiuso l'andata dei quarti di Champions League: due 3-1 che più wendersiani non si può. Così vicini, così lontani:
- per la tante, troppe assenze che a questi livelli paghi anche se ti chiami Bayern o PSG.
- per i 4 ex compagni in panchina, Blanc e Luis Enrique al Barca '96-97; Lopetegui e Guardiola sempre al Barca, ma dal '94 al '97; tutti e 4 nel 96-97;
- per la doppietta di chi ti aspetti, un Suarez in versione Ajax e Liverpool; e di chi mai avresti detto: il miglior Quaresma già visto, guarda caso, solo nel suo primo passaggio al Porto e mai all'Inter, al Chelsea e nemmeno, massì, al Barcellona; Quello che anziché per la trivela, nella magica serata del Do Dragao, usa l'esterno destro per infilare in controtempo Neuer, il portiere campione del mondo raramente così in difficoltà. Non solo per colpa sua, però.
 
Perché se dopo 10' il Bayern è sotto due a zero con altrettanti regali in fotocopia sul feroce pressing degli attaccanti, le responsabilità vanno condivise: Xabi Alonso su Jackson Martinez, incontenibile al rientro dopo un mese fuori per infortunio; e Dante su Quaresma. E lo stesso vale per Boateng su Jackson Martinez. O per i due tunnel concessi da David Luiz, altro recuperato in extremis, al Pistolero Suarez.
 
A Bayern e PSG, che riavrà dalla squalifica Ibra e Verratti, servirà l'impresa. E forse nemmeno quella potrebbe bastare a Blanc per restare al PSG. Sullo 0-1 ha rischiato tutto con Lucas per Rabiot, e addio equilibri. Il filo blaugrana, già logoro con Cavani, per lui sembra già essersi spezzato.
PER SKY SPORT 24, CHRISTIAN GIORDANO

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