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Visualizzazione dei post da agosto, 2014

La mère de J.P Vattolo, immigrée italienne, a failli être fusillée

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https://www.ouest-france.fr/normandie/dozule-14430/la-mere-de-jp-vattolo-immigree-italienne-failli-etre-fusillee-2787636 Cela faisait bien longtemps que Jean-Pierre Vattolo , qui partage aujourd'hui sa vie entre la France et l'Italie, n'était pas revenu dans son village natal, qu'il a quitté à l'âge de 17 ans . Il y a quelques jours, il découvre dans les colonnes de notre journal un article sur les cérémonies de Dozulé. Là même où il est né, le 22 juillet 1945, et où il était bien décidé à ne plus jamais revenir. Trop de souvenirs douloureux, même 70 ans plus tard. Fils d'immigrés italiens Mais il fallait bien un jour que la parole se libère « pour que moi-même je me libère enfin. Et ma famille aussi. Nous les macaronis de merde, comme on nous appelait. Nous étions si peu considérés », commence à raconter ce fils d'immigrés italiens, Tuillio et Pia, arrivés en France pour fuir le régime fasciste de Mussolini. Benjamin d'une famille de sept enfants, tous

Vuelta promettente: ci sarà un altro Caritoux?

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di Simone Basso Da sabato, con una cronosquadre a Jerez de la Frontera, fino al 14 settembre, la Vuelta Espana diventerà il centro – provvisorio – del mondo ciclistico. Terza delle corse a tappe di tre settimane, non solo in ordine cronologico, la Vuelta “francese” – essendo entrata nell’orbita dell’Amaury – si vende benissimo. Una gara grandi firme, con una partecipazione che raccoglie il meglio (o i cocci più pregiati...) del dopo Tour. Javier Guillen, l’organizzatore della sarabanda, non lesina i progetti ambiziosi: il circo inizia dal sud e si evolve – nella prima settimana – con un percorso minimalista. Ci saranno gli effetti speciali di una partenza, da Cadice, il terzo dì, dal ponte di una portaerei (!) e, come epilogo, l’arrivo a Santiago de Compostela invece che a Madrid. Laddove, ottocento anni fa in quel di San Giacomo, camminò San Francesco di Assisi, la maglia rossa chiuderà – al crepuscolo – la manifestazione. Tecnicamente sarà il solito Giro di Spagna, spu

Napoletani nel Napoli: 'na cosa troppo grande

Giocare nel Napoli, per un napoletano, è 'na cosa grande. Troppo. Qualcosa di più che "il sogno di una vita". Come disse Fabio Quagliarella alla presentazione, prima che quel sogno si rivelasse un incubo. E' successo anche a Ferrara e ai fratelli Cannavaro. E oggi a Lorenzo Insigne.   Ma se per Ciro e il Fabio più famoso quella maglia color Golfo è stata il trampolino per spiccare a Torino, sponda Juventus, il volo dell'età adulta, per gli altri è stata un amnore troppo grande da indossare. Troppe le cose da metterci dentro: l'amore di e per una città tanto difficile quanto meravigliosa, la voglia di riscatto sociale e quella di strafare davanti a un pubblico così passionale. Troppo. Cavani l'ha capito coi cori 'ngrati alla prima amichevole da avversario.  A Lavezzi hanno sempre perdonato tutto, non solo il presunto "tradimento" ma anche i tanti errori sottoporta degli inizi. Al Matador, nemmeno grazie per i 64 milioni del PSG con cui

Chelsea, ottima la prima

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Meno di otto minuti: tanto è durata l'illusione del davide Burnley contro il golia Chelsea. Mourinho, nel suo dimesso nuovo look, il rumore dei nemici non ha neanche fatto in tempo a sentirlo. Un quarto d'ora scarso e la neopromossa era già avanti con Scott Arfield che fulminava Thibaut Cortouis, prima scelta forte di Mou che lo ha preferito all'ex titolare Cech. I Blues e il loro condottiero non hanno fatto una piega. Hanno continuato a macinare gioco con Fabregas tornato come d'incanto quello dell'Arsenal, Diego Costa quello (sano) dell'Atletico, Schurrle rimasto ancora in forma mondiale. E un Oscar in versione Lampard più per il pressing feroce che per la maglia numero 8 da lui ereditata. Alla mezz'ora, con il Chelsea avanti 3-1, José era già ridiventato lo Special One e Sean Dych un semplice "Ginger Mou". Troppo facile, se il tuo undici titolare costa 33 volte quello dei tuoi avversari: 198 milioni di sterline i Blues, appena 6 i Claret

Guillermo Molins - Dared to be Zlatan

One player who dared to Zlatan and paid the consequences is Guillermo Molins. The Malmö captain tore the ACL in his right knee June 27 during a friendly match against Partizan Belgrade. Molins injured his knee trying to whirl out of the way of a challenge from a Belgrade player. ”I won a ball far down the midfield. I dribbled past a player and he ball got away from me. Then there was a sliding challenge and I walked away, but when I put the foot down, it's my last step in a few months,” said Molins at a June 30 press conference. “My knees are not as strong as my head.” It is the second time Molins has had to go under the knife for a knee. The former Under-21 international tore the meniscus in his right knee in 2011 in his first match for Belgian side Anderlecht. He never found his form again and Anderlecht released him last summer. He rejoined Malmo and was crucial to the team clinching the Allsvenskan title season. His eight goals in the first 12 games helped propel Malmö to

Mai buona la prima di van Gaal

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Quella di Louis van Gaal allo United, comunque vada, è - e sarà - la storia dell'anno, in Premier. E chissà se, come molti pensano, in Premier sarà l'anno dell'Arsenal. Il primo United di van Gaal che perde in casa contro lo Swansea è una sorpresa, ma non così clamorosa. Per almeno tre motivi: 1) per i nove assenti, compresi il nuovo acquisto Shaw e i "mondialisti" come van Persie, ancora in ritardo di preparazione; 2) perché van gaal, in carriera, ci ha sempre messo almeno quattro mesi prima che le sue squadre mostrassero i tre pilastri del suo calcio: Disciplina, Struttura, Organizzazione; 3) perché sia Ki Sung-Yueng sia gli Swans, coi red devils, li avevano già puniti un anno fa: un gol del coreano, in prestito al Sunderland, li eliminò in semifinale di League Cup; e a gennaio, il 2-1 subìto all'Old Trafford, li fece uscire al terzo turno in FA Cup. Scherzi del calendario, anche un anno fa, all'esordio di David Moyes, lo United affrontò lo Swans

AUSTRIA Bundesliga: Salzburg look streets ahead again

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by Brian Homewood, World Soccer It is hard to imagine this year’s Austrian Bundesliga will be anything other than another one-horse race as Salzburg have managed to keep together the core of the team which cantered home last season, wrapping up the title with eight games to spare and scoring a record 110 goals in the process. No other club can match the resources that Red Bull have pumped in and, whatever you feel about the way the energy-drinks manufacturer have “rebranded” the club, there is no denying these have been put to excellent use by sporting director Ralf Rangnick since he took over two years ago. Rangnick, who led Hoffenheim from the German third division to the top flight in successive seasons as a coach in his homeland, has rebuilt a Salzburg team with young players suited to a high-tempo pressing game. Brazilian forward Alan and defender Ramalho, Spanish striker Jonatan Soriano (#26), Slovenian midfielder Kevin Kampl (#44) and Senegalese winger Sadio Mané

Der Klassiker con brio

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Der Klassiker . Per il quarto anno consecutivo, sarà la classica più scontata ad aprire la stagione del calcio tedesco. La quindicesima Supercoppa di Germania è già nella storia: chi la alzerà avrà pure il record di successi: cinque. Per il secondo anno in fila si giocherà all'ex Westfalenstadion, e il pronostico è tutt'altro che scritto. Le squadre sono cambiate poco ma in modo significativo. Chirurgico il mercato del Bayern. Un acquisto per reparto e tre cessioni: l'ex Napoli Reina come vice-Neuer in porta, Bernat 21enne terzino dal Valencia, Rode, 23enne mediano dall'Eintracht Francoforte e il 25enne capocanoniere del campionato, Lewandowksi, strappato a parametro zero e con un anno di anticipo proprio ai rivali di sempre. In uscita, oltre all'esterno Contento al Bordeaux, due rinforzi per le finaliste dell'ultima Champions: Mandzukic all'Atlético, Kroos al Real. Il croato non ha mai legato col Pep, che in Supercoppa Europea col Chelsea lo schierò

La mia pallacanestro

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di Marco Roncoroni (classe 2002) La pallacanestro è nata quasi per caso. Sì, perché il signore che ha inventato il basket non voleva farlo, voleva solo creare un gioco per i suoi allievi! Strada facendo però il basket è diventato sempre più popolare tramutandosi in un vero e proprio sport. Io pratico questo sport e gioco nella Sav Vacallo da quasi sette anni e, me ne rendo conto, sono tanti. Lo faccio perché, di questa disciplina, adoro tutto.  Mi piace allenarmi duramente, poi in partita vedere i miei miglioramenti (anche se non sempre ci sono, anzi); apprezzo seguire la NBA, il campionato più famoso del mondo, mi piace giocare con i miei amici nonché compagni di squadra, ma soprattutto amo vincere e piace pure ai miei compagni, per questo diamo il massimo in ogni partita. La cosa che mi ha emozionato di più in tutta la mia ‘carriera’ è stato quando ho ricevuto il premio di miglior giocatore da Andrea Bargnani, giocatore NBA, in un piccolo torneo.  Peccato però che gioc

FOOTBALL PORTRAITS - L'ultimo treno di Marin

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di CHRISTIAN GIORDANO Il supermercato è quello giusto: dall'agenzia LIAN Sports di Berlino alla viola sono transitati, con alterne fortune, Jovetic, Nastasic, Ljajic, Behrami, Seferovic e Rebic. Adesso tocca a Marko Marin, fino a tre stagioni fa - con Oezil, Goetze, Reus e Muller - la meglio gioventà del calcio tedesco e quindi mondiale. Infortuni e scelte forse non tutte azzeccate ne hanno fatto una specie di meteora che, a 25 anni, non può più sbagliare. Vincere, ha vinto: sue le due ultime Europa League, nel 2013 con il Chelsea e quest'anno col Siviglia. Ma il treno dei grandi club, e della Germania neocampione del mondo, sembravano perduti. Invece, con o senza Cuadrado, la Fiorentina ci scommette, e fa bene. Il Chelsea ci ha sempre creduto, e per farlo giocare con continuità, sin qui lo ha sempre ceduto in prestito. Dopo un triennio di magie al Werder Brema, i Blues ci avevano investito 13 milioni di sterline, ma sia con Di Matteo sia con Benitez ha visto più l'

FOOTBALL PORTRAITS - Inzaghi, nato in fuorigioco (2014)

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https://www.amazon.it/Football-Portraits-Ritratti-calcio-Agbonlahor-ebook/dp/B01KI1XRO6 di Christian Giordano, Guerin Sportivo, 2014 REM. «Regole. Emozioni. Motivazioni». È il mantra che Filippo Inzaghi ha condiviso nei due anni con Filippo Galli, da luglio 2009 direttore del settore giovanile rossonero. Una stagione di Allievi Nazionali. Una alla Primavera, con tanto di Viareggio in bacheca. Et voilà, la prima squadra. Alzi il braccio alla Franz Baresi chi avrebbe mai pensato che uno così, un super ego-leador «nato in fuorigioco» (copyright Alex Ferguson), potesse diventare allenatore. Del Milan. A 41 anni (il 9 agosto). Per carità, le qualità le ha. In campo e fuori. Studiarlo, il gioco, lui lo ha sempre studiato. I rapporti, poi, ha saputo coltivarseli. Dai media al «Presidente, che spero venga spesso», dal «dottor Galliani» (che dottore non è ma geometra sì) suo sponsor perenne (inquietante lo spot Nivea Men) ai citatissimi «nostri tifosi». E quanto alla sua iper-sbandier

The inside story of Brian Clough at Leeds

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The Damned United, the movie dramatisation of Brian Clough's notorious 44-day tenure as manager of Leeds, is released this month. It's great entertainment – but the real story is even more thrilling, argues James Lawton To a younger generation, the mid-Seventies must seem like a bizarre age. There was the hugely popular television warbler Val Doonican parading each week in a new and gruesome piece of knitwear, and Edward Heath glowering at an upstart named Margaret Thatcher. There were power cuts and three-day working weeks. And in football, we had rioters pouring like lemmings through cities both at home and abroad, while the superstar players lived in what seem now to be inconceivably modest suburban semis, with equally inconceivably big hair and kipper ties. It was a bizarre enough time for those who can remember that decade in all its glory, let alone those coming to this era afresh, as many now will. But judging by the level of anticipation sparked by the film of Th