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Visualizzazione dei post da agosto 6, 2014

Talansky, elogio dell'autoscopa

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È tornata alla ribalta per «la straordinaria lezione di coraggio» di Andrew Talansky nel finale dell'11esima tappa, la Besançon-Oyonnaz, ma è attrice non protagonista al Tour dai tempi del cinema muto. Ecco come e perché nacque sui Pirenei... di Christian Giordano Voiture balai in francese, broom wagon in inglese, coche escoba in spagnolo. Da noi è l'autoscopa. O carro-scopa. Il mini-van o il mega furgone che raccoglie i corridori, e le relative bici, che si ritirano dalla corsa, oppure già troppo staccati per sperare di non arrivare fuori tempo massimo. Esiste dal 1910, quando per la prima volta il Tour de France affrontò le montagne. E che montagne. I corridori chiamavano i Pirenei “il giro della morte”. E persino il patron Henri Desgrange era così preoccupato dal suo azzardo da restarsene a casa pur di non venire associato al possibile disastro. Timori in parte giustificati, visto che solo 41 dei 110 partenti raggiunsero Parigi: il 37,27%. Nel dopoguerra il più alt