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Visualizzazione dei post da aprile 22, 2025

HOOPS MEMORIES - Biasone, il santo patrono della NBA

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di CHRISTIAN GIORDANO  © American Superbasket n. 5/anno 17 - 6/19 marzo 2008 Strano a dirsi, una delle più importanti partite nella storia della NBA fu una delle più noiose. Il 22 novembre 1950 a Minneapolis, Minnesota, i locali Lakers delle star George Mikan, Jim Pollard, Vern Mikkelsen e Slater Martin le presero dai Fort Wayne Pistons per - udite udite - 19-18, il più basso punteggio di sempre. Quella (si fa per dire) partita fu il nadir dello slow-down game, il gioco rallentato così comune nella lega all’epoca, quando le squadre, una volta in vantaggio, si affidavano al ballhandling delle proprie guardie per far scorrere il tempo, mentre sugli spalti il pubblico cominciava a sbadigliare o rivolgeva la propria attenzione… al programma della partita. Che a quel punto era già finita. Quella, storica, che fu l’epitome del  Frozen game , il gioco congelato, difficilmente i Pistons l’avrebbero potuta vincere praticando un running game. Così coach Murray Mendenhall o...

Don't cry for me Argentina

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Papa Francesco raffigurato in un murale accanto  a Lionel Messi nel quartiere Carlos Mugica di Buenos Aires  Le nonne di Plaza de Mayo lo salutano così: "Hasta siempre hermano Francisco"  In Amazzonia lo ricordano per il sinodo sui problemi della grande foresta. Il triste risveglio del Paese d'origine dove non era mai riuscito a tornare da Papa: "Abbiamo sempre pregato per lui, era un uomo buono e saggio"  I contrasti col presidente Milei che oggi dice: "Un onore conoscerlo" "Averlo conosciuto nella sua bontà ed estrema saggezza è stato un grande onore per me"    - JAVIER MILEI  La Stampa - Martedì 22 Aprile 2025 Pagina 22 EMILIANO GUANELLA BUENOS AIRES - Di prima mattina sono state le campane delle chiese di Buenos Aires a dare il triste annuncio. Muore il primo Papa sudamericano della storia, un Papa nato a cresciuto nella capitale argentina. Per i cattolici di qui è un colpo duro anche per un'altra ragione: il Papa "venuto dalla f...

RIVOLUZIONE ARGENTINA

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Il 22 aprile di 40 anni fa si apriva il maxi-processo alla giunta militare.  Luis Moreno Ocampo, all’epoca procuratore aggiunto, racconta come andò.  E perché fu a beneficio del mondo intero Il Manifesto Martedì 22 Aprile 2025 Pagina 20 FABRIZIO GABRIELLI Il collegamento lo coglie mentre sta canticchiando una strofa di Caminito di Carlos Gardel: «He venido por última vez, he venido a cantarte mi mal». Luis Moreno Ocampo ci parla dalla sua casa di Buenos Aires: procuratore capo della Corte Penale Internazionale - incaricato di guidare l’accusa nei processi per crimini contro l’umanità dal 2003 al 2012, oggi professore universitario, la sua carriera è iniziata nel 1985, quando è stato procuratore aggiunto, al fianco di Julio Strassera , nel maxi processo alla Giunta Militare argentina, che iniziò il 22 aprile di quarant’anni fa. Un processo che ha fatto la storia, non solo del Paese del Sol de Mayo. «Il processo - ci dice - si è occupato come tutti i processi di stabilire le re...

«J’ESSAIE DE VIVRE MA VIE DE FEMME»

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La star américaine, septuple championne olympique, a reçu « L’Équipe » à Madrid.  En break total depuis les Jeux, elle raconte son bonheur retrouvé et n’a pas encore décidé de la suite à donner à sa carrière.  "Quand la célébrité m’est tombée dessus, je n’ai pas saisi la profondeur de la situation" "Cette image que je projette et qui, parfois, aide à guider les jeunes générations, c’est juste moi. J’assume donc ce statut que je n’ai jamais revendiqué" "J’ai l’impression que mon succès à Paris a agi comme une thérapie" "À la fin des JO de Paris, je suis rentrée au village, j’ai pris l’ascenseur et mon corps s’est littéralement effondré"    - SIMONE BILES 22 Apr 2025 L'Équipe CÉLINE NONY MADRID – Elle ne cesse de remercier la vie, ce qu’ elle lui offre de« voyages à travers le monde pour les vacances ou le boulot ». À 28 ans, Simone Biles n’est pourtant plus la gymnaste qui a profité des Jeux de Paris l’ été dernier pour enjoliver son extraord...

L’énigme Van Aert

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Sur l’Amstel Gold Race, avant-hier, le Belge Wout Van Aert  a dû une fois encore se contenter d’une place d’honneur (4e). Toujours placé mais jamais gagnant, le Belge peut sortir frustré de sa campagne des classiques où il lui a encore manqué la victoire qui le libérerait. 22 Apr 2025 - L'Équipe PHILIPPE LE GARS LIÈGE (BEL) – Wout Van Aert a appris à garder le sourire sur les lignes d’arrivée entre deux grimaces de souffrance ou des reflux gastriques, comme dimanche après l’Amstel Gold Race, qui ont failli asperger certains journalistes. Derrière ce masque de façade qui renvoie toujours cette image réelle d’un garçon poli et respectueux, on sent aussi une envie de tout balancer d’un revers de main quand revient cette énième question « Wout, comment expliques-tu ton manque de résultats ? ». Lui aussi se l’est posée depuis des mois, des années peut-être même, depuis sa victoire à Milan-San Remo en 2020, la seule sur un monument. S’il reste le coureur le plus performant de l’équipe Vi...