Don't cry for me Argentina


Papa Francesco raffigurato in un murale accanto 
a Lionel Messi nel quartiere Carlos Mugica di Buenos Aires 

Le nonne di Plaza de Mayo lo salutano così: "Hasta siempre hermano Francisco" 
In Amazzonia lo ricordano per il sinodo sui problemi della grande foresta.

Il triste risveglio del Paese d'origine dove non era mai riuscito a tornare da Papa: "Abbiamo sempre pregato per lui, era un uomo buono e saggio" 
I contrasti col presidente Milei che oggi dice: "Un onore conoscerlo"

"Averlo conosciuto nella sua bontà ed estrema saggezza è stato un grande onore per me"
   - JAVIER MILEI 

La Stampa - Martedì 22 Aprile 2025
Pagina 22
EMILIANO GUANELLA

BUENOS AIRES - Di prima mattina sono state le campane delle chiese di Buenos Aires a dare il triste annuncio. Muore il primo Papa sudamericano della storia, un Papa nato a cresciuto nella capitale argentina. Per i cattolici di qui è un colpo duro anche per un'altra ragione: il Papa "venuto dalla fine del mondo" lascia il mondo terreno senza essere mai tornato nella sua amata terra d'origine. I giornalisti si sono subito diretti nella Plaza de Mayo, dove si trova la Casa Rosada, sede del governo, ma anche la Cattedrale Metropolitana e la sede della Curia. Il cardinale Bergoglio viveva proprio lì, in un modesto appartamento che distava meno di duecento metri dai palazzi del Potere.

Tutti se lo ricordano, la camminata all'alba, la tappa obbligata al bar, un caffè "cortado", come si chiama da queste parti il macchiato caldo e l'immancabile dolce, una fetta di "foresta negra", la torta di cioccolato di cui era golosissimo. Jorge Mario, o più semplicemente Jorge, era per tutti il prete che saliva sull'autobus per andare nella periferia a sud della capitale, quartiere degli ultimi a cui lui ha dato sempre molto attenzione.

Quando era cardinale, nel 2009, creò una pastorale specifica per le "villas miserias"; la Chiesa al servizio dei più poveri.

Il capannello dei fedeli si è formato attorno ai primi inviati delle televisioni che sono arrivati alla spicciolata, più di una persona si è avvicinata ai giornalisti per raccontare aneddoti del Papa che ormai non c'è più. Dall'altra parte della Piazza, alla Casa Rosada, i granaderos hanno messo a mezz'asta la bandiera, l'Argentina è un Paese laico, ma lo Stato piange il suo connazionale più famoso, ancor più di Messi e Maradona. Il presidente Javier Milei, che annuncia sette giorni di lutto nazionale e la sua presenza a Roma per il funerale, diffonde prima un comunicato protocollare e poi un ricordo personale. Lui, che ha criticato fortemente Bergoglio durante la campagna che lo ha portato al potere, si è poi riavvicinato. «Nonostante le differenze che oggi sono cosa di poco conto, posso dire che averlo conosciuto nella sua bontà ed estrema saggezza è stato un grande onore per me».

L'associazione delle "Abuelas de Plaza de Mayo", che riunisce le nonne dei desaparecidos ha ricordato Bergoglio in un comunicato dal titolo "Hasta siempre hermano Francisco" ("Addio fratello Francesco").
Molti scattano una foto davanti all'ulivo che lui piantò assieme all'amico rabbino Skorka, ai fratelli mussulmani e della chiesa armena. In pochi lo sanno, ma Francesco fece di Buenos Aires la capitale mondiale del dialogo interreligioso, tanto che il municipio ha oggi una segreteria apposita per favorire gli scambi tra tutte le religioni. Cattolici, ebrei, protestanti, Bergoglio andava ogni settimana in televisione a parlare di questo e anche lì dimostrava un'apertura fuori dal suo tempo.

Rosa Gomez ha preso tre autobus per venire a pregare nella Cattedrale. Fa l'impiegata domestica, ma ieri ha chiesto un giorno di permesso per poterlo salutare. «È il minimo che potevo fare. Ho sempre pregato per lui, come chiedeva di fare. D'ora in poi pregherò assieme a lui, mi sembra a maniera migliore di ricordarlo». 

Due anni fa si era iniziato a parlare di una possibile visita del Santo Padre nel suo Paese. La Curia locale si era messa in moto, il desiderio di Francesco era vedere per un'ultima volta la sua amatissima Buenos Aires, salutare la sua gente. Le condizioni di salute gliel'hanno impedito, oggi resta per tutti un profondo rammarico. Daniel Del Regno gestisce l'edicola vicino alla Cattedrale, era lui che preparava la mazzetta dei giornali da consegnare nella sede dell'Arcivescovato. «Come è possibile che Francesco abbia visitato tutto il Sud America, ma non sia mai vento da noi? È un giorno triste per il nostro Paese, se ne va un grandissimo argentino».

Anche in Brasile il cordoglio è tanto. L'annuncio dato dalla Tv Globo ha buttato già dal letto milioni di brasiliani. Una musica resa celebre, perché fu quella che diede la notizia della morte dell'idolo Ayrton Senna nel 1994, che si sente raramente e mai per buone notizie. Il Paese con più cattolici al mondo si è svegliato in pieno giorno festivo di Tiradentes con il gusto amaro della morte di Papa Francesco, le chiese sono state aperte immediatamente per accogliere i fedeli in lacrime. Tutti si ricordano il primo grande viaggio internazionale del Papa defunto. Le Giornate mondiali della gioventù del 2013 furono il battesimo di Francesco con il mondo e lui era molto felice di poter abbracciare i giovani che gremirono la spiaggia di Copacabana. «Hagan Lio», fate confusione, fu l'invito a spronarli a lottare per un mondo migliore, ad aiutare il prossimo per portare la parola di Gesù fuori dalle chiese. Il reporter della Globo Gerson Camarotti, abituato a seguire i grandi scandali della politica brasiliana, gli chiese della famosa rivalità fra i due Paesi vicini. Francesco ci scherzò sopra, parafrasando una famosa affermazione di Giovanni Paolo II: «Il Papa è argentino, Dio è brasiliano, così facciamo pari e patta».

Argentina, Brasile, l'America Latina profonda che ha segnato fortemente il suo pontificato con molti nuovi cardinali, ma anche con le tematiche di un Continente attraversato da profonde ingiustizie e contrasti. Terra ricca, risorse da sempre sfruttate, diseguaglianze stridenti che Francesco mai ha nascosto nelle sue omelie.

L'arcivescovo di San Paolo, Odilio Pedro Scherer, che era dato come papabile nel 2013, ha celebrato una messa a mezzogiorno nella Cattedrale di San Paolo. Ha ricordato il Santo Padre, ma anche l'amico, il fratello, il padre di tutte le chiese del continente. Per molti analisti del mondo cattolico Francesco è stato un toccasana per arginare l'avanzata potente delle chiese evangeliche neopentecostali che, proprio in questa regione, stanno sottraendo milioni di fedeli alla Chiesa di Roma.

Francesco sapeva dell'importanza di un Papa del Sud del mondo anche per questo. In Amazzonia lo ricordano per il sinodo sui problemi della grande foresta ferita, in Messico e in Centro America lo amano per il suo impegno a fianco dei migranti, ovunque essi siano. Lui, figlio di emigrati piemontesi, argentino e porteño nell'anima come Borges e Cortazar, ma profondamente universale nel messaggio al fianco degli ultimi. Il primo Papa dal Sud del mondo, che ha reso onore alle sue origini parlando a tutti senza steccati né paure.

— © RIPRODUZIONE RISERVATA ANSA/LUCA ZENNARO 

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