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Visualizzazione dei post da settembre, 2015

FOOTBALL PORTRAITS - Rafinha, l’espresso di Londrina

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https://www.amazon.it/Football-Portraits-Ritratti-calcio-Agbonlahor-ebook/dp/B01KI1XRO6 di CHRISTIAN GIORDANO ©, Guerin Sportivo © Piedi buoni a parte, tutto sembra tranne che brasiliano. Ricordate Falcão? Boccoli biondi, spariti con l’ultimo taglio, quasi teutonico, occhi chiari, aspetto, mentalità e gioco europei (e non senza perché), nessuna storia strappalacrime da meninhos da rua o figlio delle favelas. E allora la sua “storia” è tale proprio perché opposta, “anti”. La parabola di un ragazzino di una città del nord di uno Stato del sud. Se poi il pargolo emigra in Germania, e non nell’opulenta Baviera, ma a Gelsenkirchen, uno dei principali centri urbani della Ruhr, un tempo cuore dell’industria tedesca e tuttora assai fiera delle proprie origini minerarie, allora tombola. Eccola lì, bella e pronta, la storia. Tutta da raccontare. Márcio Rafael Ferreira de Souza, in arte “Rafinha” (apelido condiviso col connazionale Rafael Scapini De Almeida, 23enne alona di 1.84 x 77

FOOTBALL PORTRAITS - Neymaradona (2011)

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https://www.amazon.it/Football-Portraits-Ritratti-calcio-Agbonlahor-ebook/dp/B01KI1XRO6 di CHRISTIAN GIORDANO, Guerin Sportivo (2011) © Rainbow Sports Books Per dirla col Jovanotti spensierato: no, Santos, io non ci casco. Non dopo Robinho. Nel 2005 era lui l’ennesimo “Pelezinho”, piccolo Pelé, delle escolinhas santistas. Ora tocca a Neymar da Silva Santos Júnior. «Può diventare più forte di me» giura “O rei”. Per ora è il prossimo Million Dollar Baby, un Balotelli più in campo che fuori diventato adulto troppo in fretta. Senza i no che aiutano a crescere. PREDESTINATO Le somiglianze e le analogie con Robinho sono impressionanti. Scoperti nel futsal a 6 anni da Betinho, che mandò Robinho al Beira-Mar e Neymar al Tumiaru. Stessi ruolo, colpi, dribbling ad alta velocità e doppi passi in serie, le celeberrime “pedaladas” su cui la Nike ha montato l’ennesimo spot farlocco.  Neymar però la porta la vede. Già 60 gol in 119 presenze col Santos: 19 in 38 nel Paulistão, 27 in

FOOTBALL PORTRAITS - El Shaarawy, Faraonico

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di CHRISTIAN GIORDANO © Guerin Sportivo  © Per gli americani è chamber cinema. È il Dustin Hoffman che, dopo 8 mesi di lavoro sul copione di Kramer contro Kramer e la fresca separazione nella vita reale, improvvisa davanti la cinepresa la scena della colazione. È il talento che ti esplode in faccia, quando vuole, anche o soprattutto se non lo avevi previsto.  COME KAKÁ – Nella vecchia Europa s'è visto la sera del 3 ottobre 2012 al Petrovskiy Stadion di San Pietroburgo. Un ragazzino di neanche vent'anni che alza la cresta e ha in testa un'idea meravigliosa: emulare Kaká, il suo idolo di bambino. Cuffie bianche al collo scendendo dal pullman, voglia di spaccare il mondo sin dalla musichetta di Champions, inno ascoltato da titolare accanto all'amicone Kevin Prince Boateng. Poi quel gol allo Zenit. Il suo primo nella coppa che al Milan più sta nel cuore. Un gol alla Kaká.  PREDESTINATO – Stephan Kareem El Shaarawy lo sognava dai tempi dell'USD Lègino, sq

La sottile linea granata

Toroline: dai pionieri a oggi 1887 – A Torino il commerciante svizzero di articoli ottici e fotografici Edoardo Bosio, torinese di adozione, e un gruppo di inglesi dipendenti della Thomas & Adams, ditta di Nottingham con filiali in Piemonte, fonda il Football & Cricket Club. Divisa sociale: berretto e camicia a righe rossonere, colletto bianco inamidato, calzoni lunghi e scarpe da passeggio. 1889 – Al patinoire del Valentino, il barone Cesana, il duca degli Abruzzi, il marchese Ferrero di Ventimiglia e altri rappresentanti dell’alto ceto cittadino fondano la Nobili Torino. Divisa sociale: casacca a strisce giallo-arancione e “calzoncini” neri. 1890 – Football & Cricket Club e i Nobili si fondono per dare vita al Football Club Internazionale Torino, che mantiene i colori sociali dei Nobili. 1894 – Nuova unificazione: tra il Football Club Internazionale Torino e il Football Club Torinese, che vinse la contesa per la denominazione versando nelle casse della neonata fondaz

La Rivoluzione incompiuta

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Germania Ovest 1974: Germania Ovest-Olanda 2-1 Sono trascorsi trent’anni dalla rivoluzione del Calcio Totale, il vento nuovo che, come ogni rivoluzione, scommetteva tutto sull’Idea e sulla sua forza di imporsi e di diffondersi. Vincere divertendo, l’affascinante scommessa. Vinta, ma difficilmente riproducibile. La finale Ai Mondiali, la più grande finale di sempre. Forse.  Avvio memorabile, prima e dopo il fischio di Jack Taylor, prestante macellaio di Wolverhampton designato a dirigerla. La tradizionalmente impeccabile macchina organizzativa teutonica si inceppa per colpa di un granellino sotto forma di bandierina.  Nel primo Mondiale «blindato» della storia, figlio della psicosi post-Monaco ’72, ci si dimentica infatti delle bandierine del corner. Alla bisogna provvedono solerti ancorché non giovanissimi inservienti, sotto lo sguardo divertito degli 80 mila dell’Olympiastadion. Davanti al curioso siparietto, persino i principi Ranieri abbandonano il loro regale a

Ma che bel Castiglia

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A cura di Alex Campanelli Luca Castiglia, il sorriso dopo il lungo infortunio. Protagonista lo scorso anno della promozione in Serie A con l’Empoli, il centrocampista di proprietà della Juve ha dovuto purtroppo abbandonare i compagni sul più bello a causa di un problema fisico. Cinque mesi dopo, l’esordio da titolare con la nuova maglia della Pro Vercelli, festeggiato con il poker ai danni del Varese». - Com’è stato esordire dal primo minuto con la nuova maglia della Pro Vercelli? «E' stato un debutto molto positivo vista la grande partita che abbiamo disputato. Erano cinque mesi che non scendevo in campo, rientrare e vincere 4-0 mi ha fatto molto piacere. Penso sia il giusto premio dopo questi ultimi periodi difficili». - Come mai hai deciso di ripartire proprio da Vercelli? «Credo in questo progetto, qui mi hanno fortemente voluto. Ora tocca a me e ai miei compagni di squadra metterci in mostra e fare il meglio possibile». - Nel 2009 hai vinto il Torneo di V

FOOTBALL PORTRAITS - Cruijff, Nureyev in tacchetti

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De Cruijff draaj (The Cruyff Turn), la veronica di Cruijff  https://www.amazon.it/Football-Portraits-Ritratti-calcio-Agbonlahor-ebook/dp/B01KI1XRO6 «Ho giocato ai massimi livelli per diciotto anni e sette volte per la Svezia, ma quel momento contro Cruijff è il ricordo di cui più vado fiero. Non fu umiliante. Non avevo chance. Cruijff era un genio» – Jan Olsson, vittima di CHRISTIAN GIORDANO, Federico Buffa racconta Storie Mondiali (si ringrazia David Winner, Brilliant Orange: The Neurotic Genius of Dutch Football) Meglio di chiunque altro l’ha raccontato il giornalista anglo-olandese David Winner nel suo Brilliant Orange: The Neurotic Genius of Dutch Football , godibilissimo trattato sulla genialità nevrotica e ossessiva (per lo spazio) che permea ogni forma espressiva olandese. In primis il calcio. Che il totaal voetbal fosse arte è pacifico. Ma quale arte? La risposta più ovvia è il balletto. Il concetto che quei calciatori in generale e Johan Cruijff in

FOOTBALL PORTRAITS - Houseman, El Loco impresentable

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https://www.amazon.it/Football-Portraits-Ritratti-calcio-Agbonlahor-ebook/dp/B01KI1XRO6 «Se avessi saputo dei soldati,  probabilmente quel Mondiale non lo avrei giocato.  Non sapevamo nulla di ciò che stava succedendo» - René Orlando Houseman , ala destra dell'Huracán e dell'Argentina '74 e '78 di CHRISTIAN GIORDANO Federico Buffa racconta Storie Mondiali Cognome inglese, pronuncia (“Usmán”) e indole sin troppo argentine.  Nato poverissimo, padre poliomielitico (quando lui aveva 12 anni), madre lavandaia: no, il destino ha giocato subito con carte truccate con René Orlando Houseman.  Il calcio sarà il suo riscatto, ma non durerà. Inventiva, un sinistro letale (specie da destra) e fiuto del gol. Ma anche troppa l'indisciplina.  Con Omar Sivori Ct, abbandonò il ritiro e fu cacciato dalla Selección . Perdonato nel '74, 3 gol in 6 gare (uno all'Italia) al Mondiale tedesco. Buon rincalzo nel '78: 6 presenze e un gol (il quinto nel 6-0 d