La sottile linea granata

Toroline: dai pionieri a oggi
1887 – A Torino il commerciante svizzero di articoli ottici e fotografici Edoardo Bosio, torinese di adozione, e un gruppo di inglesi dipendenti della Thomas & Adams, ditta di Nottingham con filiali in Piemonte, fonda il Football & Cricket Club. Divisa sociale: berretto e camicia a righe rossonere, colletto bianco inamidato, calzoni lunghi e scarpe da passeggio.
1889 – Al patinoire del Valentino, il barone Cesana, il duca degli Abruzzi, il marchese Ferrero di Ventimiglia e altri rappresentanti dell’alto ceto cittadino fondano la Nobili Torino. Divisa sociale: casacca a strisce giallo-arancione e “calzoncini” neri.
1890 – Football & Cricket Club e i Nobili si fondono per dare vita al Football Club Internazionale Torino, che mantiene i colori sociali dei Nobili.
1894 – Nuova unificazione: tra il Football Club Internazionale Torino e il Football Club Torinese, che vinse la contesa per la denominazione versando nelle casse della neonata fondazione 35 lire, il 70% del capitale sociale.
1897 – Anche la Ginnastica Torino apre una sezione dedicata al calcio. Nello stesso anno, nasce un’altra rivale citttadina: la Juventus.
8 maggio 1898 – F.C. Torinese, Ginnastica Torino, Internazionale Torino e Genoa 1893 partecipano al primo campionato italiano. L'Internazionale Torino perde 2-1 d.t.s. la finale contro il Genoa.
1899 – L'Internazionale Torino perde ancora, stavolta 2-0, la finale contro il Genoa
1900 – Il FC Torinese assorbe l'Internazionale. In finale perde 1-0 contro il Genoa. Ginnastica Torino eliminata.
1901 – Ginnastica Torino eliminata (5-0) dalla Juventus nelle eliminatorie.
1902 – Audace Torino (3°) e Ginnastica Torino (4°) eliminati nel girone eliminatorio Piemontese; FC Torinese (1° nel girone eliminatorio Piemontese) battuto 4-3 d.t.s. dal Genoa in semifinale.
1903 – Audace Torino (2-1) e FC Torinese (5-0) eliminati dalla Juventus.
1904 – FC Torinese eliminato (1-0) dalla Juventus.
1905 – FC Torinese eliminato nel girone Piemontese; battuto 3-0 per rinuncia dalla Juventus.
3 dicembre 1906 – Sono 23 (17 con nomi stranieri) i soci che la sera si riuniscono nella birreria Voigt (l’attuale Bar Norman) di via Pietro Micca per dare vita, dalla fusione fra il FC Torinese e un gruppo di soci dissidenti della Juventus capeggiato dallo svizzero Alfredo Dick, al Football Club Torino. Primo presidente è un altro svizzero, Hans Schoenbrod. La prima gara ufficiale, giocata il 16 con i colori gialloneri, è la vittoriosa trasferta (3-1) con la Pro Vercelli.
1907 – 13 gennaio: primo derby con la Juventus, battuta 2-1 e addirittura 4-1 il 2 febbraio. Lo stadio è il Motovelodromo Umberto I, zona Crocetta, davanti l’Ospedale Mauriziano. 2° posto nel Girone Finale, un punto dietro il Milan mai vincitore nello scontro diretto (1-1 a Torino, 2-2 a Milano).
1908 – A causa dei tanti giocatori stranieri in squadra, non partecipa al Campionato.
1909 – 2° ed eliminato nel Girone Piemontese.
1909-10 – 4° nel Girone Unico Nazionale.
1910-11 – 2° nel Girone A (Ligure-Lombardo-Piemontese)
1911-12 – 5° nel Girone A (Ligure-Lombardo-Piemontese). Nel 1912 alla guida tecnica arriva Vittorio Pozzo, futuro Commissario Unico della nazionale italiana campione del mondo a Italia 1934 e a Francia 1938 e olimpionica a Berlino 1936.
1912-13 – 3° nel Girone Piemontese.
1913-14 – 3° nel Girone Ligure-Piemontese. Nel 1914, il Torino diventa la prima squadra europea a partire per una tournée in Sud America: sei vittorie su sei gare, comprese quella con la nazionale argentina e quella con i brasiliani del Corinthians.
1914-15 – 2° nel Girone Finale. Dettaglio “da Toro”: il campionato viene sospeso a una giornata dal termine, prima della sfida con il Genoa capolista, avanti di due punti e battuto 6-1 all’andata.
1915-1919 – Campionato Sospeso a causa della I Guerra Mondiale.
1919-20 – 4° nel Girone di semifinale
1920-21 – 1° nel Girone di semifinale (rinuncia al Girone Finale). Il Torino era arrivato a pari merito con il Livorno, e fu necessario lo spareggio. Sarà il più lungo incontro ufficiale disputato in Italia: chiusi sull’1-1 i tempi regolamentari e i due tempi supplementari, l'arbitro fece iniziare un terzo tempo supplementare, ma dopo 8’ le squadre, di comune accordo, si arresero, si strinsero cavallerescamene la mano e rinunciarono a proseguire e alla ripetizione. Lo scudetto andò alla Pro Vercelli, che in finale batté il Pisa.
1921-22 – 8° nel Girone B della Lega Nord.
1922-23 – 2° nel Girone A della Lega Nord.
1923-24 – 2° nel Girone B della Lega Nord. Si insedia il presidente Enrico Marone Cinzano, che dà il via alla prima epoca d’oro ingaggiando l’argentino Julio Libonatti detto “il funambolo”, Adolfo Baloncieri, “il trascinatore di gran classe”, e l’attaccante Gino Rossetti, “lo sfondatore”.
1924-25 – 6° nel Girone A della Lega Nord.
1925-26 – 2° nel Girone A della Lega Nord.
17 ottobre 1926 – Inaugurazione del Filadelfia.
1926-27: il Torino è per la prima volta campione d’Italia.
3 novembre 1927 – il titolo è revocato dalla FIGC per il caso-Allemandi (presunto tentativo di illecito sportivo), terzino della Juventus forse corrotto da un dirigente del Torino, il dottor Nani, ma risultato fra i migliori in campo. Radiato, Allemandi sarà amnistiato grazie all’oro olimpico vinto dall’Italia ad Amsterdam 1928.
1927-28 – Il “Trio delle meraviglie” Libonatti-Baloncieri-Rossetti trascina il Torino a un altro scudetto, vinto il quale il conte Marone Cinzano si dimette per lasciare la presidenza a Giacomo Ferrero.
1928-29 – Il Torino perde allo spareggio, 1-0 sul neutro di Roma, la finale col Bologna (3-1 fuori casa, 1-0 a Torino).
GIRONE UNICO
1929-30 – 4° in Serie A con 39 punti.
1930-31 – 7°in Serie A con 36 punti. Giovanni Vastapane comincia la girandola di presidenti, cinque in otto anni, tutti smaniosi di cambiare allenatore e privi della competenza e della passione dimostrate da Marone Cinzano. Per far quadrare i conti Vastapane cede al Napoli per 250 mila lire Enrico Colombari, subito ribattezzato «’o Banco ’e Napule». In prima squadra viene promossa l’ala Onesto Silano, memorabile il rumore delle botte tra lui e lo juventino Varglien I nei derby. Allenatore è Vittorio Morelli di Popolo.
1931-32 - 8° in Serie A con 37 punti. Presidente è Vittorino Gervasio, allenatore-giocatore, con Giuseppe Aliberti, è Baloncieri, che si ritira la stagione successiva.
1932-33 – 7° in Serie A con 36 punti. In omaggio all’ex campione nascono i Balôn Boys, selezioni giovanili antesignane dello storico vivaio Filadelfia dirette da Carlo Rocca e allenate dal grande istruttore Karl Sturmer, che aveva fallito con la prima squadra subentrando nel 1929-30 a Tony Cargnelli. Lì sbocceranno talenti quali Federico Allasio, Giacinto Ellena, Cesare Gallea, Osvaldo “Bimbo” Ferrini, il “gatto magico” Aldo Olivieri e Raf Vallone. Nel 1932, a Gervasio succede Battista Mossetto. Il tecnico della prima squadra è Francesco Hansel.
1933-34 – 12° in Serie A con 29 punti.
1934 – A Mossetto subentra Euclide Silvestri.
1934-35 - 14° in Serie A con 25 punti. Silvestri lascia a Giovan Battista Cuniberti.
1935-36 - 3° in Serie A con 38 punti. Il Football Club Torino, per decisione del regime fascista, diventa Associazione Calcio Torino. L’11 giugno arriva la prima Coppa Italia. In finale, a Genova, Torino-Alessandria 5-1. Questa la formazione granata: Maina; Brunella, Ferrini; Gallea, Janni, Prato; Bò, Baldi III, Galli II, Buscaglia, Silano. Marcatori: 5’ e 70’ Galli II, 16’ Riccardi (Al), 20’ e 78’ Silano, 57’ Buscaglia.
1936-37 - 3° in Serie A con 38 punti.
1937-38 - 8° in Serie A con 32 punti.
1938-39 – 2° in Serie A con 38 punti. Allenatori sono Ernest Egri Erbstein, ungherese che sarà tra gli artefici del Grande Torino, e Mario Sperone, poi subentrerà Ferenc Molnár.
1939: il conte Marone Cinzano lascia la presidenza a Ferruccio Novo, futuro “padre” del Grande Torino.
1939-40 – 6° in Serie A con 33 punti.
1940-41 – 7° in Serie A con 30 punti. Il primo acquisto di Novo, nel 1940, è Ossola. L’anno successivo arrivano Menti, Gabetto e Ferraris.
1941-42 – 2° in Serie A con 39 punti. Nel 1942 ecco, dal Venezia, i gemelli di centrocampo Ezio Loik e Valentino Mazzola. La più grande squadra italiana d’ogni tempo è fatta.
1942-43 – Prima a vincere scudetto (a 44 punti) e Coppa Italia nella stessa stagione. In finale, il 30 maggio a Milano, Torino-Venezia 4-0. Questa la formazione granata: Bodoira; Piacentini, Ferrini O.; Gallea, Ellena, Grezar; Ossola, Loik, Gabetto, Mazzola V., Ferraris II. Marcatori: Ossola, Ferraris II, Ossola, Mazzola V. 17 gennaio: comincia l’imbattitibilità del Filadelfia, durerà fino al 3 aprile 1949: 83 vittorie e 10 pareggi.
1943-1945 - Campionato Sospeso a causa della II Guerra Mondiale. Nel 1944 il Torino Fiat è secondo nel Campionato di Guerra “Alta Italia” (torneo non ufficiale).
1945-46 - Campione d’Italia, con 64 punti.
1946-47 – Campione d’Italia, con 63 punti. L’11 maggio per l’amichevole Italia-Ungheria al Comunale di Torino, il Ct azzurro Pozzo schiera titolari dieci granata. Unica eccezione, il portiere juventino al posto di Bacigalupo: Sentimenti IV; Ballarin, Maroso; Grezar, Rigamonti, Castigliano; Menti, Loik, Gabetto, Mazzola, Ferraris II. Il debutto di Rigamonti non era previsto, ma il titolare Parola era stato convocato, unico italiano, nella Rappresentativa Continentale che il giorno prima aveva perso 5-1 (nonostante l’autogol, Parola fu uno dei migliori) a Glasgow contro la Gran Bretagna. Record anche per i magiari: in nove erano dell’Uijpest.
1947-48 - Campione d'Italia alla quota-record di 65 punti. In estate il Torino vola in tournée in Brasile. Lì Valentino Mazzola diventerà così popolare che un decennio dopo, il giovane centravanti José Altafini, per la vaga somiglianza e i capelli chiari, verrà soprannominato “Mazola”.
27 febbraio 1949 – A Genova, Italia-Portogallo 4-1. La sera, alla cena di gala tra giocatori e dirigenti, gli amici Valentino Mazzola e Francisco Ferreira, capitani nel club e in nazionale, si scambiano la promessa: Mazzola avrebbe cercato di convincere il presidente Novo a far partecipare la squadra granata a una amichevole col Benfica, la squadra di Ferreira, da disputarsi a Lisbona per l’addio di Ferreira al calcio. L’incasso, destinato al portoghese, sarebbe stato sarebbe stato una specie di buonuscita per la lunga carriera. La fine del Grande Torino comincia lì.
4 maggio 1949 – Il trimotore I-Elce, aereo G-212 Fiat, che riporta a casa i granata, reduci dalla sconfitta in amichevole col Benfica a Lisbona, promessa da capitan Mazzola all’amico Francisco Ferreira, capitano del Benfica e del Portogallo che stava per lasciare il calcio e al quale era destinato l’incasso della gara, si schianta alle 17,07 (17,05 secondo altre fonti, ndr) contro il muraglione posteriore della Basilica di Superga, sulle colline torinesi. Nessun superstite. Trentuno le vittime, 18 giocatori (Valerio Bacigalupo, Aldo e Dino Ballarin, Emilio Bongiorni, Eusebio Castigliano, Rubens Fadini, Guglielmo Gabetto, Ruggero Grava, Giuseppe Grezar, Ezio Loik, Virgilio Maroso, Danilo Martelli, Valentino Mazzola, Romeo Menti, Pietro Operto, Franco Ossola, Mario Rigamonti e Julius Schubert), i dirigenti Riccardo Agnisetta, Andrea Bonaiuti (organizzatore delle trasferte) e Ippolito Civalleri (accompagnatore), il massaggiatore Ottavio Cortina, i tecnici Ernest Egri Erbstein e Leslie Lievesley, i giornalisti Renato Casalbore, che il 30 luglio 1945 aveva fondato Tuttosport, Luigi Cavallero e Renato Tosatti, padre di Giorgio, i 4 membri dell'equipaggio (il primo pilota Pier Luigi Meroni, il secondo pilota Celeste Biancardi, il capo marconista Antonio Pangrazi e il motorista Celeste D’Inca). Al termine del campionato, assegnato al Torino primo in classifica, mancano 4 partite, poi vinte dalla formazione ragazzi. Il quinto scudetto consecutivo, conquistato a 60 punti, eguaglia il record stabilito dalla Juventus negli anni Trenta. 6 maggio: il funerale ferma l’Italia intera. 26 maggio: il River Plate incontra al Comunale il Torino-Simbolo in un’amichevole di solidarietà, finì 2-2 con reti di Nyers al 26’, Labruna al 27’, Annovazzi al 49’ e Di Stéfano all’80’. Coppa Latina: 3° posto.
1949-50 – 6° in Serie A con 41 punti.
1950-51 – 15° in Serie A con 30 punti.
1951-52 – 12° in Serie A con 34 punti.
1952-53 – 10° in Serie A con 31 punti.
1953-54 – 9° in Serie A con 33 punti. Viene istituito il Comitato di reggenza (formato da Simeone Colombo, Arturo Colonna, Beniamino Gay, Dino Lora Totino).
1954-55 – 9° in Serie A con 34 punti.
1955-56 – 9° in Serie A con 33 punti. Presidente è Teresio Guglielmone.
1956-57 – 5° in Serie A con 35 punti.
1957-58 – 7° in Serie A con 33 punti. Viene convocato il consiglio di emergenza (formato da Arturo Colonna, Beniamino Gay, Antonio Liberti).
1958-59 – 17° in Serie A con 23 punti. Prima retrocessione in Serie B, quasi una nemesi per la prima squadra sponsorizzata (con la “T” sulla maglia e la denominazione Talmone Torino) del calcio italiano. Esce il nuovo piano regolatore e Novo rinuncia ad abbattere il Filadelfia,che avrebbe dovuto far posto a case e ad alberghi. Luigi Morando è il nuovo presidente, firmerà la promozione.
1959-60 – 1° in Serie B con 51 punti. Promosso in Serie A.
1960-61 – 12° in Serie A con 30 punti. 1961: alla presidenza sale Angelo Filippone.
1962-63 – 8° in Serie A con 34 punti. Coppa dell’Amicizia Italo-Franco-Svizzera: battuto in finale dal Lens (2-1 in Francia, 1-1 in casa). Nel 1963 a Filippone subentra Orfeo Pianelli. Il Toro emigra al Comunale per le partite di campionato.
1963-64 – 7° in Serie A con 35 punti. In panchina c’è Nereo Rocco.
1964-65 – Debutto in Coppa delle Coppe. Il Torino viene eliminato in semifinale dal Monaco 1860 (2-0 in casa, 3-1 fuori, 0-2 nello spareggio di Zurigo). 3° in Serie A con 44 punti.
1965-66 – Debutto in Coppa delle Fiere. Il Torino viene eliminato al I turno dal Leeds United (2-1 fuori, 0-0 in casa). 10° in Serie A, con 31 punti.
1966-67 – 7° in Serie A, con 38 punti. Coppa Delle Alpi: 4° posto. Rocco viene affiancato da Marino Bergamasco.
15 ottobre 1967: muore in un incidente stradale, mentre a piedi attraversa corso Re Umberto, Luigi (Gigi) Meroni. Alla guida dell’auto che investe la “farfalla granata” c’è Attilio “Tilli” Romero, tifoso torinista che in camera ha appeso il poster del suo idolo, Meroni. Tre decenni dopo, a coronamento di una storia che più Toro non si può, Romero diverrà presidente del Torino.
1967-68 – Il nuovo tecnico è Edmondo Fabbri. In granata arriva anche il giocatore che presto sarebbe diventato il più amato dalla curva Maratona, perché in campo dava tutto e alla Juve segnava sempre, meglio se sotto la Maratona: Paolo Pulici detto Pupi o, per la sua irruenza, Puliciclone. Al 7° posto in campionato, con 32 punti, si aggiunge, il 30 giugno, la terza Coppa Italia. Torino primo nel girone finale con Milan, Bologna e Inter. Questa la formazione granata: Vieri; Fossati, Trebbi; Puia, Cereser, Agroppi; Carelli (Corni), Ferrini, Combin, Moschino, Facchin.
1968-69 – 6° in Serie A, con 33 punti.
1969-70 – 7° in Serie A, con 30 punti. Il nuovo allenatore è Giancarlo Cadè. Nel 1970 viene minacciato di morte Pianelli, che fa stendere un progetto per la demolizione integrale del Filadelfia e la costruzione di due campetti e un pensionato per le giovanili (una specie di mini “Torinello” di ripiego, visto che l'ipotesi-Bruino era naufragata).
1970-71 – Dal Napoli arriva Claudio Sala. Toro 8° in Serie A, con 26 punti. 27 giugno: quarta Coppa Italia. Torino primo ex-aequo col Milan nel girone finale con Fiorentina e Napoli. Allo spareggio, a Genova, Torino-Milan 5-3 ai rigori (0-0). Questa la formazione granata: Castellini; Poletti, Fossati; Fossati; Puia (Zecchini), Cereser, Agroppi (Crivelli); Rampanti, Ferrini, Petrini (Bui), Sala C. (Maddè), Pulici (Luppi). 1971 Mitropa Cup si mette in luce un’elegante mezzala che farà strada: Renato Zaccarelli, rientrato alla casa madre nel 1969 dopo il prestito al Catania.
1971-72 – Arriva un allenatore cruciale per la storia granata, Mr Colbacco, al secolo Gustavo Giagnoni. Il Torino è 3° in Serie A, con 42 punti.
1972-73 – 6° in Serie A, con 31 punti. Debutta in Coppa Uefa, eliminato ai 32esimi di finale dagli spagnoli del Las Palmas (2-0 in casa, 0-4 fuori). Torneo Anglo-Italiano: eliminato nelle qualificazioni.
1973-74 – Arriva dall’Arezzo l’attaccante Francesco (Ciccio) Graziani. Con Pulici comporrà la celeberrima coppia dei Gemelli del gol. Toro 5° in Serie A, con 34 punti. A stagione in corso, a Giagnoni subentra il cavallo di ritorno Fabbri.
1974-75 – 6° in Serie A, con 35 punti.
1976 – 16 maggio: Con l’1-1 a Cesena (gol di Pulici e autorete di Mozzini) il Torino, 45 punti, vince il suo 7° scudetto, il primo del dopo-Superga. Seconda la Juventus, battuta 1-0 a Perugia. 8 novembre: muore per un aneurisma, a soli 37 anni Giorgio Ferrini, indimenticato capitano granata appena passato a fare il secondo di Radice, al primo anno sulla panchina granata. Sua la geniale intuizione di trasformare l’ex mezzala e centravanti arretrato Claudio Sala in ala d’appoggio ai Gemelli del gol.
1976-77 – Al debutto in Coppa dei Campioni, il Torino esce agli ottavi, contro il Borussia Mönchengladbach (2-1 fuori, 0-0 in casa). Secondo posto in Serie A, con 50 punti, uno in meno della Juventus. Cose da Toro.
1977-78 – 3° in Serie A, con 39 punti.
1978-79 – 5° in Serie A, con 36 punti. 17 aprile: l’allenatore dell’ultimo scudetto, Gigi Radice, si salva per miracolo nell’incidente stradale che costa la vita a Paolo Barison.
1979-80 – 4° in Serie A, con 35 punti. Esonerato “Giggiradix”, la squadra viene affidata a Ercole Rabitti. Claudio Sala va a chiudere la carriera al Genoa.
1980-81 – 9° in Serie A, con 26 punti. Via Rabitti, ecco Romano Cazzaniga, poi storico secondo di Radice. Graziani passa alla Fiorentina.
1981-82 – Il nuovo mister è Massimo Giacomini. Toro 9° in Serie A, con 27 punti. In maggio a Pianelli succede, alla guida del club, Sergio Rossi. Pulici va all’Udinese.
1982-83 – Altro tecnico: Eugenio Bersellini. Torino 8° in Serie A, con 30 punti. 27 marzo: è lo storico derby dei tre gol granata in 4’. Sotto 0-2 al Comunale stipato da 60 mila spettatori, il Toro incorna la Zebra (avanti con Paolo Rossi al 15’ e rigore di Platini al 21’) con le reti di Dossena al 25’, Bonesso al 27’ e Torrisi in acrobazia al 29’.
1983-84 – 5° in Serie A, con 33 punti.
1984-85 – Cominica il Radice-bis. Toro 2° in Serie A, con 39 punti, dietro il Verona e nell’unico anno del sorteggio arbitrale integrale. Un caso?
1985-86 – 5° in Serie A, con 33 punti.
1986-87 – 11° in Serie A, con 26 punti. In giugno Rossi lascia la presidenza a Mario Gerbi. È l’inizio di un periodo molto tormentato.
1987-88 – 7° in Serie A, con 31 punti.
1988-89 – 15° in Serie A, con 27 punti, e seconda retrocessione in Serie B, nonostante il valzer di allenatori, da Radice all’ex “Poeta del gol” Claudio Sala a Sergio Vatta, il mago delle giovanili. L’Inter dei record perde solo due partite. A Firenze, 4-3 per lo storico retropassaggio sbagliato di Bergomi. L’altra, 2-0 coi granata destinati alla B. Roba da Inter. E da Toro. Nel 1989 il presidente Gerbi commissiona all’architetto Zavanella un altro progetto per la conservazione del Filadelfia. Matura il mutuo federale, e Gerbi può riscattare il campo dalla Federcalcio per la cifra simbolica di 30 milioni di lire. Nelle more dell'operazione il controllo del Torino passa a Gian Mauro Borsano, che vorrebbe intestarlo alla Gima, la sua holding. Gerbi si oppone e lo diffida alla FIGC. Borsano rinuncia e il Fila finalmente diventa proprietà del Torino Calcio.
1989-90 – 1° in Serie B, con 53 punti. Promosso in Serie A grazie anche allla sapiente guida garantita dal mago della cadetteria, Eugenio Fascetti.
1990-91 – Altro tecnico granata dentro, nonostante si professi tifoso da sempre della Fiorentina: Emiliano Mondonico, che nel Torino ci ha giocato da ala/centravanti (1968-70) di tanto talento e poca indisciplinata, in campo e fuori. Toro 5° in Serie A, con 38 punti. Vince la Mitropa Cup.
1991-92 – 3° in Serie A con 43 punti. Perde la Coppa Uefa contro l’Ajax (2-2 a Torino, 0-0 ad Amsterdam) per la norma dei gol in trasferta. Nella gara di ritorno, colpisce tre pali e reclama un rigore così clamoroso che l’allenatore Emiliano Mondonico solleva una sedia contro il cielo. Una scena diventata icona dell’essere Toro, prima ancora che “del” Toro. 5 aprile: l’ingegner Borsano diventa Onorevole.
1992-93 – 9° in Serie A, con 35 punti. Capitan Fusi alza la Coppa Italia (tre rigori assegnati alla Roma nella finale di ritorno, all’Olimpico), la quinta del club. È l’unico raggio di sole di un decennio buio che vede susseguirsi alla presidenza Borsano, Goveani, Calleri e Vidulich.
1993-94 – 8° in Serie A, con 34 punti. Perde la finale di Supercoppa italiana. Eliminato ai quarti di finale di Coppa delle Coppe.
1994-95 – Primo anno con la vittoria che vale 3 punti: 11° in Serie A, a quota 45.
1995-96 – 16° in A, con 29 punti. Retrocesso in Serie B.
1996-97 – 9° in Serie B, con 50 punti. 18 luglio: comincia la demolizione del Filadelfia. Alle 12,29 si ode il primo fragore del maglio che cade sulla gradinata opposta alla tribuna.
1997-98 – 4° in Serie B, con 62 punti. Perde ai rigori lo spareggio con il Perugia per l'ammissione alla Serie A.
1998-99: 2° posto Serie B con 65 punti. Promosso in Serie A. 22 febbraio: Giuseppe Aghemo, torinese classe 1942, di professione dirigente dell'Unione Industriale di Torino e per hobby presidente del Moncalieri, si presenta a Tuttosport: «Compro il Toro». 30 giugno: secondo il bilancio ufficiale, la società ha debiti certificati per 85 miliardi e 999 milioni di lire.
1999-2000 – 15° in Serie A con 36 punti. Retrocesso in Serie B. Rischio fallimento. Francesco Cimminelli salva la società dalla cancellazione.
2000-01 – 1° in Serie B con 73 punti. Promosso in Serie A. Il 28 marzo il Consiglio Comunale di Torino non approva la variante al piano regolatore relativa all'area Filadelfia. Il 18 giugno il Torino Calcio firma con il Comune di Torino l'accordo per lo Stadio Comunale.
2001-02 – 11° in Serie A con 43 punti. Nel 2002 la Coppa Italia del ’43 viene battuta all’asta da Christie’s, a Londra, per 40 mila sterline (circa 60 mila euro) e acquistata dal presidente granata Romero per conto del patron Cimminelli.
2002-03 – 18° e ultimo in A, con 21 punti. Retrocesso in Serie B. Eliminato al 3° turno di Coppa Intertoto. Cimminelli e Romero riportano alla guida tecnica uomini Toro quali Ezio Rossi, Renato Zaccarelli e Roberto Cravero. 4 maggio: dalle 8 alle 15 in 50.000 sfilano in corteo, dal Filadelfia a Piazza San Carlo, passando per la Torre Maratona del Comunale e il cippo di Meroni in corso Re Umberto, per celebrare la “Giornata dell’Orgoglio granata”, nata da un’idea di Massimo Gramellini, giornalista di Repubblica di fede torinista.
2003-04 – 13° in Serie B con 59 punti.
2004-05 – 1° in Serie B con 74 punti ex-aequo con Genoa, Empoli e Perugia (3° per la classifica avulsa). Con Zaccarelli allenatore ad interim, il 26 giugno vince i playoff superando l'Ascoli e il Perugia ed è promosso in Serie A ma, a causa dei debiti con il fisco, non viene iscritto al campionato. 9 agosto: il Torino Calcio viene dichiarato fallito, ma avendo aderito, il 19 luglio, al lodo Petrucci, mantiene il titolo sportivo e l’ammissione alla B. 16 agosto: la FIGC affida il titolo sportivo alla Società Civile Campo Torino (denominazione presa dall’antico nome dello Stadio Filadelfia), nasce il Torino Football Club. 19 agosto: al bar Norman (l’ex birreria Voigt, dove il 3 dicembre 1906 tutto era cominciato) si annuncia che la proprietà verrà ceduta a Urbano Cairo, editore-pubblicitario alessandrino che il giorno prima aveva fatto una proposta di acquisto. 22 agosto: Luca Giovannone, imprenditore di Ceccano (Frosinone) che con 180.000 euro aveva contribuito al finanziamento per il lodo Petrucci e forte di una scrittura privata che gli garantisce il 51% delle azioni, rifiuta di vendere. 24 agosto: Giovannone cede, e diviene irreperibile. Rintracciato in un albergo a Moncalieri, poi assediato dai tifosi, rifiuta la mediazione offerta dal sindaco, Sergio Chiamparino, e dal Prefetto e, scortato dalla polizia, fugge. Il 26 agosto l'assemblea dei soci della SCC Torino delibera l'aumento di capitale a 10 milioni di euro, e nasce il Torino Football Club SrL con capitale da versare entro il 31 agosto; quasi alla mezzanotte, Giovannone vende e Cairo, bocconiano classe 1957 ex dipendente di Silvio Berlusconi, diventa (dopo l'avvocato Marengo) il secondo presidente del nuovo Toro.
2005-06 – 3° in Serie B con 76 punti. Vince i playoff superando il Cesena (1-1 e 1-0) e il Mantova (2-4, 3-1) e viene promosso in Serie A. Non partecipa alla Coppa Italia. Cancellato il Torino Calcio 1906. Nasce il Torino Football Club.
2006-07 – Pochi giorni prima che parta il campionato, Cairo sostituisce Gianni De Biasi, tecnico della promozione, con il disoccupato di lusso Alberto Zaccheroni. Il Torino esce al secondo turno in Coppa Italia.
(Christian Giordano)

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