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Visualizzazione dei post da luglio 1, 2017

Thomas gallese in giallo, Valverde e Izagirre addio Tour

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Geraint Thomas (a 32 anni) primo gallese in giallo al Tour, e Tour già finito per il 37enne Alejandro Valverde, ricoverato all'ospedale con una frattura alla rotula e all'astragalo (osso breve del tarso, sotto tibia e perone) per la caduta nella curva già fatale a Jon Izagirre (ritirato lui pure: frattura lombare), Gallopin, Atapuma, Bennett, Domont, Groenewegen, Navarro, Roche, Roglic, Zabel, Bennett e Groenewegen. È iniziata coi botti, la Grande Boucle numero 104, con i 14 km a cronometro sotto il diluvio di Düsseldorf. Quattro Sky nei primi dieci, col primo leader capace di volare sul bagnato in 16'04" a 52.282 km/h di media e Kiryienka terzo a 5", Froome sesto a 12"e Kwiatkowski ottavo a 15". Un dominio figlio anche dei materiali italiani e del lavoro sull'aerodinamica di un nostro ingegnere, Luca Oggiano, alla galleria del vento di Trondheim, norvegese. Primo italiano su strada invece un super Matteo Trentin, quinto a dieci seco

POTENZA DI TRE

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Nel trentesimo anniversario della tripla vittoria al Tour de France, al Giro d’Italia e ai Campionati del mondo, l’irlandese Stephen Roche parla a Cyclist del suo annus mirabilis, di come fece arrabbiare gli italiani, e del perché l’impresa potrebbe non ripetersi mai più di MARK BAILEY Cyclist Italia - luglio 2017  Stephen Roche si rilassa su un divano in un hotel accanto al Tamigi, a pochi passi dal trambusto del London Bike Show. Se nella vicina mecca del ciclismo tutto è nuovo fiammante, sul tavolo di fronte a lui sono disposte tre reliquie sbiadite ma eleganti: la maglia gialla del Tour de France, la maglia rosa del Giro d’Italia e la maglia iridata dei Campionati del mondo di ciclismo su strada. È la santa trinità delle magliette, ma per Roche è anche una personalissima macchina del tempo che lo riporta alla gloria, alla sofferenza e alle polemiche del 1987, l’anno in cui questo umile figlio di un lattaio irlandese scrisse il proprio nome negli annali del folklo

Troppe Baby Jane nel WTA

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di SIMONE BASSO, Il Giornale del popolo -  24 giugno 2017 Parafrasando un film americano di culto, primi anni Sessanta dello scorso secolo, che si intitolava "What ever happened to Baby Jane?", la domanda è che fine stia facendo il tennis femminile. A pochi giorni dallo zenit di Wimbledon, definire incerto lo scenario WTA è un eufemismo. La classifica, mai come adesso, sembra aleatoria: abituati per decenni a oligarchie feroci, il caos liquido del 2017 attesta un declino (tecnico e popolare) che arriva da lontano. Il tennis rosa visse un periodo, a cavallo tra la fine dei Novanta e tutti gli anni Zero, con una concentrazione clamorosa di campionesse. Quantità e qualità a livelli che paiono oggi irripetibili: la generazione di Graf, Seles, Sanchez e Pierce passava il testimone (...) a quella di Hingis, delle sorelle Williams, delle belghe Henin e Clijsters, delle russe, di Capriati, Davenport e Mauresmo. Per un evo, durato tre lustri, il tennis donne è cresc

Tour 2017, il futuro è adesso

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Dalla "Piccola Parigi" agli Champs Elysées, 3540 chilometri in 23 giorni, con due riposi, 9 tappe di pianura, 5 vallonate e altrettante di alta montagna e 2 a cronometro ma di neanche 37 km in totale. Per la quarta volta, la Grand Départ del Tour sarà in Germania: dopo Colonia '65, Francoforte '80 e Berlino Ovest '87, ecco Düsseldorf.  Cronoprologo di 14 chilometri sul lungo-Reno (con super favorito il tetra-iridato tedesco Tony Martin) e l'indomani sconfinamento in Belgio, fino a Liegi.  Già dalla terza tappa, occhio ai big su un tracciato che mixa Doyenne, Freccia Vallone e un arrivo da Amstel Gold Race con Valverde e Sagan in odor di classiche. L'Embatido nell'ultimo Trittico ha fatto doppietta con Freccia e Liegi, ma alla Grande Boucle correrà per Quintana, secondo al Giro per colpa anche della bronchite. Lo slovacco bi-campione del mondo correrà invece contro Cavendish, i francesi Bouhanni e Demare, i tedeschi Degenkolb, G