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Visualizzazione dei post da marzo 7, 2018

Enrico Zaina: il Cacciatore

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di CHRISTIAN GIORDANO © in esclusiva per RAINBOW SPORTS BOOKS © Dopo vari inseguimenti telefonici, l’appuntamento è al suo negozio un piovoso mercoledì pomeriggio, prima dell’orario di apertura. Ci siamo sentiti al cellulare ma mai incontrati, Enrico Zaina è però molto cordiale, avverto un feeling immediato.  Mi offre subito un caffè e al contempo però mi tira anche due metaforici cazzotti allo stomaco: brutte notizie che riguardano suoi parenti molto giovani e a lui assai cari.  Mi sento ridicolo a parlare di ciclismo, per di più di gare, storie e personaggi di oltre trent’anni prima. Enrico però è serio e professionale anche nel parlare di bici, non soltanto nel fabbricarle e venderle. E quindi la conversazione – nel suo ufficio, al piano interrato, dove ci trasferiamo per parlare tranquilli – scorre fluida e senza “off record”. Non ho niente da nascondere, è il suo refrain, e la chiacchierata integrale che segue lo dimostra.  Giù di bici è un “Visenta degli anni No

Enrico Zaina: largo a nuovi dirigenti

http://www.museociclismo.it/content/articoli/6105-Enrico+Zaina%3A+largo+a+nuovi+dirigenti/index.html Tuttobici Numero 4 - Anno 2008  di Gino Sala Enrico Zaina il gregario di lusso , come si diceva una volta. Il gregario, l'altruista capace di vincere, nato a Brescia il 27 settembre 1967, altezza 1,74, peso 65 chili , sei successi ottenuti in corse a tappe, professionista dall'89 al 2000, primattore sulla cima del Pordoi e tanti piazzamenti, tra i quali spicca il terzo posto nella classifica finale del Giro d'Italia '96 . Un pedalatore che ha onorato il mestiere nel migliore dei modi, sposato, tre figli e una fabbrica di biciclette . C'è tutto per dipingere una carriera esemplare, c'è anche la consapevolezza di aver dato poco a chi ha dato molto. Ecco perché i miei ritratti contengono, per così dire, giudizi riparatori. Intendiamoci: quando mi trovavo in gruppo, nel mezzo di un ciclismo che mi ha portato in quasi tuti gli angoli del mondo, le mie

Servais Knaven

https://www.facebook.com/Storie-di-ciclismo-313059979101026/?hc_ref=ARQ9gWxiEw1W8loLJlRdAQhCxkIYJiIqD-_yDnfK6UvYIr7r-ULOKvoDkWWl3cSK8bw&fref=nf Il 7 marzo compie gli anni Servais Knaven, corridore olandese nato il 6 marzo 1971 e vincitore della Parigi-Roubaix nel 2001. Knaven cominciò a correre in bicicletta a 7 anni; nelle categorie giovanili vinse diversi titoli nazionali, soprattutto su pista. Tra i dilettanti (alla Koga Miyata, in squadra con atleti come Blijlevens, Hoffman e de Jongh) si fece notare vincendo per due volte l'Olympia's Tour, importante corsa a tappe riservata alla categoria. Passò professionista nel 1994 con la formazione olandese TVM, e alla seconda stagione da pro si aggiudicò il titolo di campione olandese in linea. Successivamente la sua carriera si orientò in particolare sulle classiche del pavé, in cui principalmente corse da gregario. Nel 1998 vinse il Grote Scheldeprijs e nel 2000 trionfò alla Tre Giorni delle Fiandre Occidentali. N

Roberto "Carube" Lencioni: io che ho rincorso la maglia rosa...

http://www.tuttobiciweb.it/index.php?page=rivista&cmd=artdet&id=1066 di Valerio Zeccato Giro d’Italia del 1980. Si scala la salita di Campo Tenese in Basilicata, la maglia rosa è il bresciano Roberto Visentini della San Giacomo . Durante l’ascesa, l’ammiraglia che segue il leader del Giro tira le cuoia. Cosa fare se il motore è rotto? Il meccanico della San Giacomo non ci pensa un attimo: tira giù dall’ammiraglia la bici di riserva di Visentini e detto fatto salta in sella e insegue la maglia rosa. Una quindicina di chilometri fino alla cima della salita, poi arriva un’altra ammiraglia e tutto torna alla normalità.  Il meccanico che non ha esitato a trovare la soluzione estrema pur di servire il corridore in maglia rosa è Roberto Lencioni. Toscano, quarantunenne, una vita dedicata alle biciclette e alle donne della sua famiglia (tre, la moglie e due figlie). L’aneddoto del Giro del 1980 è uno dei tanti che il simpatico toscano potrebbe raccontare sui suoi 21 anni di