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Visualizzazione dei post da luglio 7, 2014

Nibali, giallo tricolore

Piangeva sotto il tendone a ridosso del podio, fresco di quel tricolore che tanto ha fatto discutere e poco è piaciuto. Piange adesso che di giallo è vestito, e ha fatto commuovere – e sobbalzare dal divano – l’Italia intera. L’aspettava da un anno, quella benedetta vittoria, secondo nome della figlioletta Emma: dalle Tre Cimne di Lavaredo al Giro 2013. E’ arrivata al campionato italiano, e adesso c’ha preso gusto, Vincenzo Nibali. Lo Squalo, dipinto anche sulla sua bici nera da Tour, ne ha azzannata un’altra una settimana dopo. Alla seconda tappa della Grande Boucle, una sorta di Liegi in terra inglese, ha vinto alla maniera dei grandi. Al “Melinda” aveva attaccato a 2 km dalla fine. A Sheffield, a 1,8, dopo un perfetto gioco di squadra con Jakob Fuglsang, che gli ha spianato la strada con due attacchi. E del resto, nella “città dell’acciaio”, non poteva che vincere lui, un ragazzo dalla determinazione feroce e dalla classe immensa. Con un cuore grande così. L’ultimo

Ri-hello Kittel

A Buckingham Palace, come sabato nella "prima" a Harrogate o un mese fa al Giro, doppietta nelle tappe irlandesi tra Belfast e Dublino. Caduto sulle strade di casa l'idolo locale Mark Cavendish, fermo sei settimane per la lussazione alla spalla con interessamento dei legamenti, solo Peter Sagan poteva tenergli la ruota. E quello è riuscito a fare, lo slovacco. Senza però aver la forza di "uscire" per provare a vincere. Kittel è, oggi, il gigante dello sprint mondiale: alla lettera, un armadio a sei ante, 1.89 per 86 kg di strapotere fisico e tecnico. Professionista dal 2011, in neanche tre stagioni Marcel ha vinto sei volate al Tour, una alla Vuelta e due al Giro. Nello spettacolo di folla che si è riversato sulle strade nelle tre tappe inglesi, il suo dominante inizio di Grande Boucle ha forse sancito il passaggio di consegne: l'erede di Cannonball è questo 26enne tedescone dal sorriso che conquista, in tutti i sensi. In classifica generale, invece