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Giro di Lombardia 1992 - Rominger: bene, bravo, bis

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http://www.museociclismo.it/content/articoli/3236-17-ottobre-1992---Giro-di-Lombardia/index.html 17 ottobre 1992 - Giro di Lombardia Alla partenza condizioni pessime: piove a dirotto, nebbia, strade allegate, freddo.  Nasce subito una fuga con protagonisti una ventina di corridori tra i quali Ekimov, Pagnin, Saligari, Colagè, Podenzana e Bolts. Il loro vantaggio non decolla per merito soprattutto della Carrera; sul valico di Esino Lario Rominger attacca con decisione, supera agevolmente tutti i battistrada e rimane in testa da solo. Gli si accoda prontamente Bugno e i due transitano in vetta con 25" su un gruppetto comprendente Roche, Chiappucci, Cassani, Tonkov, Alcala, Breukink e Pellicioli (unico superstite della fuga iniziale); a 1' giungono Rebellin, Bolts e Aldag; a 1'35" Zulle, Lelli e Theunisse; a 3' il gruppo.  Continua intanto a piovere con grande insistenza e in discesa Bugno soffre moltissimo il freddo, addirittura si ferma per infila

FELICE DI ESSERE PERINI

di EUGENIO CAPODACQUA la Repubblica, 8 settembre 1992 BENIDORM - Per i francesi, è quasi più famoso di Bugno. Al Tour è stato uno degli uomini più richiesti in televisione: la sua lucida pelata è diventata familiare oltralpe quasi come il capoccione perennemente fasciato dal caschetto di Jean Robic "testa di vetro".  In Spagna adesso lo conoscono bene. E' stato uno degli artefici, forse il più utile e tempestivo, della vittoria di Bugno, quindi del dispiacere patito da Indurain. Prontissimo a ricucire l' unica fuga della corsa (l'allungo di Leblanc, Echave, Boltz e Bruyneel) da cui gli azzurri erano rimasti fuori. Abilissimo a lanciare Bugno verso la vittoria, dopo un ultimo, magistrale chilometro. Per tutti vale il commento commosso del Ct Martini: "E' stato meraviglioso l' uomo che ha determinato il risultato più di tutti".  Forse, solo qui da noi Giancarlo Perini, trentatré anni da Carpaneto Piacentino, non gode di credito propo

GUERRA DEI JEANS, TACCHELLA REPLICA

http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1992/02/19/guerra-dei-jeans-tacchella-replica.html la Repubblica , 19 febbraio 1992 VERONA - Imerio e Tito Tacchella, i re dei jeans Carrera, passano al contrattacco. E, dopo il rinvio a giudizio per falso in bilancio e truffa aggravata ordinato dalla procura della Repubblica di Modena , replicano alle dure accuse di Gianfedele Ferrari, acquirente dell' azienda Indit e del marchio "GB Pedrini", una catena di duecento negozi di abbigliamento venduta dai Tacchella. I guai giudiziari erano cominciati con le pesanti rivelazioni di Ferrari che aveva accusato gli imprenditori veronesi di avergli venduto un'azienda "cotta", uno "scatolone vuoto" con 28 miliardi di debiti bancari e 18 verso i fornitori. "Avessimo saputo come stavano realmente le cose, non avremmo mai comperato" spiega Ferrari. E aggiunge: "I Tacchella avevano tanta voglia di vendere e non è stato possibil

PAT RILEY - ALLO SCOPERTO

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https://www.facebook.com/AmericanSuperbasket/photos/a.154429753389/10157858490813390/?type=3&theater SI CONFESSA L'ALLENATORE PIU' CARISMATICO DELLA NBA, IL TECNICO DEL MOMENTO, TORNATO IN AUGE DOPO UNA STAGIONE DI ASSENZA DAI PARQUET American Superbasket - # 1 - Anno 1 - Febbraio 1992 Sembra a suo agio sulla copertina di Gentlemen's Quarterly quanto in quella di Sports Illustrated . Ha raggiunto le 500 vittorie in carriera più rapidamente di ogni altro allenatore nella NBA e conquistato quattro titoli. Ha portato lo Showtime e trasformato i Los Angeles Lakers nel più ambito appuntamento di Hollywood, una delle prime attrazioni nel mondo dello sport. Poi, Pat Riley ha lasciato la camera di allenatore. Infine, è tornato.  Riley è cresciuto a Schenectady, New York. La sua è una famiglia di atleti; il padre Leon ha fatto il catcher in squadre semiprofessionistiche di baseball di cui poi è stato anche manager, il fratello Lee ha giocato da defensive b

Ehi, Conconi ma c’era l’antidoping?

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Bicisport n. 1, gennaio 1992 Che cosa fa Conconi quando non aiuta un atleta nella preparazione di un record? Si allena e fa record personali. A fine agosto 1991 lo scienziato di Ferrara ha scalato lo Stelvio (2757 metri, patendo da Spondigna) in 1h53’11”. Poco dopo ha ripetuto l’impresa in 1h45’29”. Un tempo davvero ragguardevole, considerando che il suo “allievo” Moser ha impiegato 1h40’41”. Non contento, il professore ha attaccato il Grappa per tre volte, sempre migliorando le proprie prestazioni. Conconi che ha 56 anni, si è “divertito” anche alla festa di Moser, il 1° settembre, giungendo primo e beffando anche il primatista dell’ora. «Ho usato un trucco da professionista – ha spiegato – quello di saltare l’ultimo rifornimento». È proprio vero che l’allenamento e l’astuzia a volte contano più dell’età.  Ma s’impone una domanda malandrina: c’era l’antidoping?

Chiappucci ora deve fare i conti con Roche

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A trentadue anni, dopo aver gironzolato con poca fortuna per mezza Europa, Stephen Roche ritorna alla Carrera. Quel famoso '87 è solo un ricordo. Il campione dagli occhi dolci ritrova il suo vecchio amico Chiappucci. la situazione però è cambiata. Claudio adesso è il leader della squadra. Che cosa può succedere? di Beppe Conti Bicisport n.1, gennaio 1992 Stephen Roche confidenziale e ammiccante, sorridente e fiero. Sì, come se il tempo si fosse fermato a quel magico, incredibile, storico ’87. Non è neppure invecchiato più di tanto, i tatti del volto son sempre quelli, dolci e gentili. L'87, Giro, Tour, campionato del mondo. Come se fosse Eddy Merckx, certo in un'altra maniera, con quel tradimento sfacciato a Visentini qul giorno a Sappada, sfruttando gli eventi, il caso sulla collina austriaca di Villach. Ricordate? Attaccò il danese Rolf Soerensen all'ultimo chilometro, lunga rincorsa, quasi a favorire il contropiede di Stephen. Ma soprattutto a impedire