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Oh, Boifava: mi dispiace

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Ricordate Patrick Valcke, il meccanico di Roche? L'uomo che lo ha guidato nel famoso "golpe di Sappada" al Giro d'Italia 1987? Siamo andati a trovarlo a casa sua, in Francia. Ci ha svelato incredibili retroscena e ci ha spiegato lo stretto vincolo che lo unisce al campione del mondo. «Stephen voleva ritirarsi con la maglia rosa sulle spalle, l'ho convinto io a rinunciare. Visentini ha distrutto una grande squadra. È lui il responsabile. E io non vorrei essere nei panni di Davide» di FILIPPO NANNI Bicisport  n. 12, dicembre 1987 Patrick Valcke è a tavola con due corridori francesi (Brune e Duclos-Lassalle) e Cecile Odine, una ragazza della nazionale. Il ristorante è quello di un albergo di Wasquehal, a due passi da Lille. L’odore della carne alla brace è intenso e stimolante. Siamo arrivati nella tana dell’ineffabile meccanico (dal prossimo anno direttore sportivo) di Roche-pigliatutto. Deve raccontarci tutta la sua storia e soprattutto rivivere co

Roche - Un superman dalle gambe d'oro

E' stato il dominatore della stagione vincendo Giro d'Italia,
 Tour e Campionato mondiale, un tris che soltanto Merckx può vantare  di DARIO CECCARELLI l'Unità , lunedì 23 novembre 1987 Un anno fa, alla gente comune, il suo nome non diceva nulla. educe da una delicata operazione al ginocchio, aveva corso per la Carrera senza combinare nulla di buono. Stephen Roche era angosciato:  il suo telefono, nella casa di Sagys, vicino a Parigi, non squillava mai. «Che mi abbiano dimenticato?», si diceva tastandosi quel maledetto ginocchio ormai inutilmente guarito. Un anno dopo, Stephen Roche è un altro uomo. In pochi mesi, vincendo Giro, Tour e campionato mondiale, è riuscito a lare un'impresa che finora era riuscita solo ad Eddy Merckx, un uomo tanto famelico di vittorie da meritarsi il soprannome di «Cannìbale». Ora, Stephen Roche è famoso quasi come Maradona. In Irlanda è diventato una sorta di eroe nazionale: il suo conto in banca si è moltipllcato (la Fagor

Villach 1987 - ECCO ROCHE DEMONIO E ANGELO

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https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1987/09/08/ecco-roche-demonio-angelo.html?ref=search di MARIO FOSSATI la Repubblica , 8 settembre 1987 VILLACH - Stephen Roche in maglia iridata. È stanco, piange: è felice. Ha eguagliato l'Eddy Merckx del '74: Giro d'Italia, Tour de France, Campionato del mondo nello stesso anno. Ha battuto Moreno Argentin, la punta di diamante della nazionale italiana e lo spagnolo Juan Fernández Martín. Nella smilza squadra di Irlanda, Roche corre per Kelly . Lavora per l'amico-nemico, che è pure lui un cavallo fino. La storia è presto raccontata. Quando Kelly si affloscia, Roche incarognisce il ritmo. Diventa capitano. Accade al diciannovesimo giro , attorno al 220-esimo chilometro. Squagliano Argentin, van Vliet, Fernandez, Nevens. Il macadam, all'undicesima tornata lucido di pioggia, asciuga. Una bruma immensa sui colli. Prati e alberi sono di un verde di smalto, molto irlandese. La nazionale italiana h

Roche: «Ho sempre saputo che avrei vinto»

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A Sanremo stavo benissimo. Sapevo di essere andato sempre forte e che la maglia rosa non poteva sfuggirmi. A San Marino ho temuto di aver compromesso tutto. Ma da Sappada (e lì abbiamo sbagliato proprio tutti!) le gambe mi davano la convinzione che non potevo più perdere Speciale di BiciSport – Il giallo del Giro 1987  Appena è tornato in albergo, lontano dai clamori della premiazione finale, Roche si è chiuso nella sua stanza con la moglie Lydia e ha cominciato a scrivere dediche sulle maglie rosa ch aveva. Tutte personalizzate. Una per ogni compagno. Una per ogni componente la squadra che lo ha accompagnato in questa sua faticosa avventura. Poi le ha consegnate lui personalmente, mentre di sotto nella hall veniva preparato il rituale champagne. Roche sa come conquistare le simpatie e il rispetto di chi gli è vicino. Sono stati momenti molto convulsi i suoi in albergo. C’eran troppe cose da fare. Ringraziare i compagni. Parlare con Boifava. Ragionare con Tacchella del

Giro di intrighi quindi più bello

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Speciale di BiciSport – Il giallo del Giro ’87 In una stanza dell’albergo di montagna, che lo ospita nell’ultimo provvisorio approdo, Visentini piange. Piange davvero. Ha il braccio destro ingessato e non correrà la crono finale. La sua odissea finisce così, con un polso gonfio e un dolore che gli lacera il cervello. Roche, non lontano, racconta ai giornalisti la propria storia e sorride felice. Tornerà a casa, con la giovane moglie Lydia oriunda italiana, di Bergamo, con un trofeo giunto tardi: ha 28 anni e una carriera tribolata. Ha cercato fortuna a Parigi. Si è stabilito in Francia ma la via della gloria l’ha trovata in Italia. Una via difficile. Delicata. Da Jesolo a Sappada. È cambiato quel giorno il suo destino e il destino del Giro. Visentini era maglia rosa e tutto s’aspettava, di mattina, proprio tutto, meno un attacco di Roche alla sua posizione di leader. Roche aveva indossato la maglia rosa sin dai primi giorni. Aveva impegnato la squadra in una difesa tenace del

Roche e Giro, rosa per due

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Ecco la sintesi della popolare avventura di strada. È stata dura e bellissima. L’ha vinta un grande e discusso campione (discusso il suo comportamento nei confronti di Visentini). Il crepuscolo dei vecchi campioni e la nascita dei nuovi: Giupponi li segnala piazzandosi primo tra gli italiani. Le spettacolari vittorie di Argentin. I giorni dei velocisti con Rosola tornato in gran forma. Lo spavento di Termoli e poi da Sappada in avanti il giallo di Tony Lo Schiavo Speciale di BiciSport – Il giallo del Giro ’87 È stato un bel Giro. È difficile ricordare tra le edizioni più recenti un Giro che ha offerto tante intense emozioni sin dall’inizio. Subito Visentini, poi Breukink che ha dimostrato nel prosieguo della corsa tutto il suo valore, quindi Roche, Argentin, la Carrera, il Terminillo, le volate del sud, la caduta di Termoli, la crono di San Marino, il “colpo di mano” di Sappada, le imprese di van der Velde travolte dai litigi di Roche e Visentini, la fuga antica di Giova

Sappada, la versione di Roche

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Così parlò Stephen Roche a Philippe Brunel , storico inviato di ciclismo de L’Équipe e ancora oggi collaboratore (saltuario) della rivista. Rilette a trent’anni di distanza quelle parole suonano, se possibile, profetiche oltre che ancora più illuminanti. (chgiord) Questa è la cruda testimonianza del campione irlandese. Ecco la sua versione dei fatti di Sappada. «Vi spiego perché sono nel giusto. E aggiungo che: Boifava non ha carattere; Visentini dovrebbe smettere (e vi racconto come si comporta con i compagni); il ciclismo italiano è su una brutta strada; l'esempio di Moser non è positivo; i giornalisti hanno le loro responsabilità falsando molte realtà. Questo mestiere è un'altra cosa...». di Philippe Brunel BiciSport n. 7, luglio 1987 «Io mi ero reso conto fin dal mio arrivo alla Carrera che con Visentini non avrei mai potuto raggiungere un punto d’intesa . Non ci saremmo mai capiti, in quanto non avevamo la stessa mentalità . Sicché tutto quello che è successo

Giro '87, cronoprologo - Visentini mette subito le mani sulla “rosa”

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Dopo appena quattro chilometri il Giro ritrova il suo vecchio padrone Speciale di BiciSport – Il giallo del Giro ’87 Prologo, giovedì 21 maggio SANREMO-SANREMO, km 4, cronometro individuale Spazza via tutte le perplessità della vigilia sul suo conto Roberto Visentini vincendo il prologo di Sanremo e legando così idealmente l’edizione di quest’anno del Giro a quella passata. Ma al di là degli aspetti più romantici, la vittoria di Visentini ha un’importanza notevole, non tanto per la classifica (è chiaro che il suo primato è prematuro) quanto per il vigore morale che da questo successo il bresciano può trarre. Alla vigilia tutto sembrava mettersi a favore di Roche, suo compagno di squadra e di avventura, con questa affermazione Visentini ribadisce i suoi diritti e lo fa palesando una condizione già buona. I ritardi degli altri sono insignificanti. C’è solo da segnalare la delusione di Lang che aveva assaporato a lungo la gioia della sua prima maglia rosa. Ma già Ba

Giro '87, 1ª semitappa - Fanno vittime illustri le prime rampe del Giro

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La brevità della tappa e la condizione eccezionale le cause delle sorprese Speciale di BiciSport – Il giallo del Giro ’87 1ª semitappa, venerdì 22 maggio SANREMO-SAN ROMOLO, km 31 Saronni e Fondriest sono le prime vittime del Giro d’Italia.  I due si staccano e, su una salita non certo trascendentale, mostrano dei limiti che provocano legittime perplessità sul loro futuro nella corsa rosa. Il trentino riconosce che le sue ambizioni di classifica sono finite sul San Romolo. Meno pessimista è invece Beppe che sostiene che non sarà certo il minuto e rotti perso al San Romolo a condizionare il suo Giro d’Italia. Anche Bernard e Bugno giungono con un ritardo inatteso in vetta al colle che domina Sanremo, anche se più ridotto. Tutti gli altri attesi protagonisti restano in un fazzoletto.  Un elogio particolare a Pagnin che dopo aver promosso la fuga decisiva non è riuscito a tenere le ruote dell’olandese che è andato a vestirsi con la maglia rosa: Erik Breuk

Giro '87, 2ª semitappa - Roche risponde subito all’... amico Visentini

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Non cambia il padrone, ma la classifica si assesta e rivela i protagonisti Speciale di BiciSport – Il giallo del Giro ’87 2ª semitappa, venerdì 22 maggio CRONODISCESA DEL POGGIO, km 8, cr. ind. La tanto temuta cronodiscesa si rivela meno pericolosa e, tutto sommato, anche poco incisiva nell’economia del Giro. Ma qualcosa riesce a dire e si tratta di messaggi che contribuiscono a infiammare la corsa aggiungendole nuovi motivi di interesse. Innanzi tutto c’è la risposta di Roche a Visentini. I due capitani della Carrera vedono così subito pareggiato il loro conto personale con ovvia e comprensibile soddisfazione di boifava che meglio non poteva sperare. L’irlandese evidenzia ancora una volta la splendida condizione che già tutti gli riconoscevano e scavalca in classifica il compagno. Se duello ci sarà, sarà entusiasmante. Ma anche un altro confronto si annuncia ed è quello con la Panasonic che riesce con il giovanissimo Breukink a difendere con molto onore

Giro '87, 2ª tappa - Argentin vola in alto travolgendo Cenghialta

La tappa si rivela più combattuta del previsto e Bernard rinuncia Speciale di BiciSport – Il giallo del Giro ’87 2ª tappa, sabato 23 maggio IMPERIA-BORGOTARO, km 242 La prorompente affermazione di Argentin cancella subito il piccolo dramma di Cenghialta, travolto dagli inseguitori quando ormai mancavano poco più di un centinaio di metri al traguardo. Era stato perfetto il giovane corridore di Magrini, ma il blasone del vincitore e i riflessi che gli abbuoni hanno sulla classifica non hanno pietà. La vittoria di Argentin assume un rilievo notevole. Moreno scavalca Visentini nella graduatoria generale e ribadisce le sue velleità dimostrando che la trasferta di Spagna è stata utile. Ma la tappa propone anche altri temi. Ad esempio la resa di Bernard che, consapevole di una condizione fisica inadeguata, provoca la sua rinuncia alla classifica generale. La frazione viene caratterizzata da un’inattesa bagarre che alla distanza non mancherà di far sentire il suo

Giro '87, 3ª tappa - La Carrera si conferma squadra con due “teste”

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Dopo il successo di tappa, ecco la maglia rosa: Roche replica a Visentini Speciale di BiciSport – Il giallo del Giro ’87 3ª tappa, domenica 24 maggio LERICI-CAMAIORE LIDO, km 43, cronosquadre Sul Lido di Camaiore torna sugli scudi la Carrera e ‘irlandese Roche prova l’emozione della sua prima maglia rosa. Se i due capitani di Boifava fingono, si mostrano attori molto bravi. Fanno sfoggio di una simpatia e di una stima reciproca che suona eccessiva tra due corridori accreditati ciascuno della possibilità di sopraffare l’altro. Sta di fatto che il trionfo della squadra nella prova collettiva è tale da far porre ad entrambi da parte gli eventuali problemi personali per assaporare il piacere di avere sbaragliato la concorrenza comune. Ed ecco le vittime. Innanzi tutto la più innocente: Saronni. Beppe paga alla fine la prematura e imprevedibile crisi di Baronchelli che costringe la Del Tongo a rimanere anzitempo orfana di due pedine, Baronchelli, appunto, e Vanott

Giro '87, 4ª tappa - Argentin vince. Roche lo insegue. Visentini paga

Ancora un piccolo terremoto in vetta alla classifica. E nella Carrera? Speciale di BiciSport – Il giallo del Giro ’87 4ª tappa, lunedì 25 maggio CAMAIORE-MONTALCINO, km 203 Non c’è pace per nessuno in questo Giro. Argentin raddoppia i vantaggi che vengono dagli abbuoni conquistando la sua seconda vittoria. Roche neutralizza in parte l’azione del campione del mondo capovolgendo la situazione a proprio favore grazie alla manciata di secondi (17) guadagnati sul più immediato inseguitore, il compagno Visentini. Questi i due fatti più rilevanti che si prestano a due considerazioni. La prima riguarda il campione del mondo: è in palla e non si lascia sfuggire nessuna occasione per migliorare la propria classifica. La seconda riguarda il clan Carrera: Roche continua a guadagnare piccoli vantaggi su Visentini ed è difficile che tutto ciò scivoli inosservato. Chioccioli è vittima di una caduta. Saronni di una maledetta rottura della catena in piena bagarre ad appena quattr

Giro '87, 5ª tappa - Brillano le assenze di Saronni e Bontempi

Entrambi rispettano un programma che potrebbe richiedere una revisione Speciale di BiciSport – Il giallo del Giro ’87 5ª tappa, martedì 26 maggio MONTALCINO-TERNI, km 208 Vince Planckaert. Alle sue spalle c’è PaoloneRosola. Ma la volata di Terni è destinata ad essere ricordata per le assenze. Spiccano infatti le rinunce di Bontempi e Saronni seppure per motivi diversi. Guido, vincitore cnque volte l’anno scorso, è sacrificato alla causa del doppio capitano: il terzo sarebbe veramente troppo per la squadra. Inoltre c’è da salvaguardare l’equilibrio della carovana: lo strapotere Carrera potrebbe provocare onerose inimicizie. Se Boifava riuscirà a fare regnare l’armonia nel suo clan fino alla fine la maglia rosa spetterà di diritto a lui! Beppe ha deciso di rimanere sulla difensiva fino alla crono di San Marino e in tal senso continua il suo Giro. Ma aveva anche detto che non avrebbe voluto arrivare a quell’appuntamento con più di due di ritardo e, purtroppo