Giro di intrighi quindi più bello


Speciale di BiciSport – Il giallo del Giro ’87

In una stanza dell’albergo di montagna, che lo ospita nell’ultimo provvisorio approdo, Visentini piange. Piange davvero. Ha il braccio destro ingessato e non correrà la crono finale. La sua odissea finisce così, con un polso gonfio e un dolore che gli lacera il cervello.

Roche, non lontano, racconta ai giornalisti la propria storia e sorride felice. Tornerà a casa, con la giovane moglie Lydia oriunda italiana, di Bergamo, con un trofeo giunto tardi: ha 28 anni e una carriera tribolata. Ha cercato fortuna a Parigi. Si è stabilito in Francia ma la via della gloria l’ha trovata in Italia. Una via difficile. Delicata. Da Jesolo a Sappada. È cambiato quel giorno il suo destino e il destino del Giro. Visentini era maglia rosa e tutto s’aspettava, di mattina, proprio tutto, meno un attacco di Roche alla sua posizione di leader. Roche aveva indossato la maglia rosa sin dai primi giorni. Aveva impegnato la squadra in una difesa tenace del simbolo al quale attribuiva più importanza di quanto pensavano gli altri. Compreso Boifava che quella sera di San Marino, dopo la stracciata di Visentini a Roche nella crono in salita, aveva detto che tutto era tranquillo e regolare. Invece gli intrighi erano già cominciati e Schepers ne sapeva qualcosa perché Schepers era il luogotenente di Roche e i corridori sapevano che quando parlava Schepers era come se fosse la voce di Roche.

Argentin aveva vinto tre tappe. Bravissimo. Poi avrebbe pagato sulle cime il prezzo della sua vena generosa. Saronni prometteva future imprese ma rallentava l’azione e scivolava indietro. Intanto gli cresceva al fianco Giupponi, uno splendido prodotto della nuova ondata…

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