FOOTBALL PORTRAITS - Addio a Lattek, re Udo all'ultima meta

di CHRISTIAN GIORDANO, SKY SPORT 24 (31 gennaio 2015)
«Da giocatore sviluppi una specie di sesto senso per i vincenti. Be', Lattek lo era». Parole datate e non di circostanza di Franz Beckenbauer, la bandiera che – da giocatore – al Bayern prima lo impose per vincere e poi lo cacciò per ricominciare a farlo. Altri tempi, altro Bayern: vincente, come e forse più di quello attuale.
Uno degli ultimi maestri di calcio tedesco, Lattek era nato il 13 gennaio 1935 a Bosemb, oggi Polonia, allora Prussia orientale. Primi passi al Marienheide; tre stagioni al Leverkusen, quattro al Wipperfürth e tre da riserva all'Osnabrück come onesta carriera da ex attaccante scalato, con gli anni, a centrocampista. Già dall'ultimo, trascorso senza giocare, inizia ad applicare gli studi in pedagogia allenando part-time i ragazzini del vivaio. Deve avere del talento, se la Federazione gli affida subito le rappresentative giovanili. Da lì al posto di assistente del Ct Helmut Schön in nazionale mag…
«Da giocatore sviluppi una specie di sesto senso per i vincenti. Be', Lattek lo era». Parole datate e non di circostanza di Franz Beckenbauer, la bandiera che – da giocatore – al Bayern prima lo impose per vincere e poi lo cacciò per ricominciare a farlo. Altri tempi, altro Bayern: vincente, come e forse più di quello attuale.
Uno degli ultimi maestri di calcio tedesco, Lattek era nato il 13 gennaio 1935 a Bosemb, oggi Polonia, allora Prussia orientale. Primi passi al Marienheide; tre stagioni al Leverkusen, quattro al Wipperfürth e tre da riserva all'Osnabrück come onesta carriera da ex attaccante scalato, con gli anni, a centrocampista. Già dall'ultimo, trascorso senza giocare, inizia ad applicare gli studi in pedagogia allenando part-time i ragazzini del vivaio. Deve avere del talento, se la Federazione gli affida subito le rappresentative giovanili. Da lì al posto di assistente del Ct Helmut Schön in nazionale mag…