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Visualizzazione dei post da settembre 28, 2015

La Rivoluzione incompiuta

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Germania Ovest 1974: Germania Ovest-Olanda 2-1 Sono trascorsi trent’anni dalla rivoluzione del Calcio Totale, il vento nuovo che, come ogni rivoluzione, scommetteva tutto sull’Idea e sulla sua forza di imporsi e di diffondersi. Vincere divertendo, l’affascinante scommessa. Vinta, ma difficilmente riproducibile. La finale Ai Mondiali, la più grande finale di sempre. Forse.  Avvio memorabile, prima e dopo il fischio di Jack Taylor, prestante macellaio di Wolverhampton designato a dirigerla. La tradizionalmente impeccabile macchina organizzativa teutonica si inceppa per colpa di un granellino sotto forma di bandierina.  Nel primo Mondiale «blindato» della storia, figlio della psicosi post-Monaco ’72, ci si dimentica infatti delle bandierine del corner. Alla bisogna provvedono solerti ancorché non giovanissimi inservienti, sotto lo sguardo divertito degli 80 mila dell’Olympiastadion. Davanti al curioso siparietto, persino i principi Ranieri abbandonano il loro regale a

Ma che bel Castiglia

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A cura di Alex Campanelli Luca Castiglia, il sorriso dopo il lungo infortunio. Protagonista lo scorso anno della promozione in Serie A con l’Empoli, il centrocampista di proprietà della Juve ha dovuto purtroppo abbandonare i compagni sul più bello a causa di un problema fisico. Cinque mesi dopo, l’esordio da titolare con la nuova maglia della Pro Vercelli, festeggiato con il poker ai danni del Varese». - Com’è stato esordire dal primo minuto con la nuova maglia della Pro Vercelli? «E' stato un debutto molto positivo vista la grande partita che abbiamo disputato. Erano cinque mesi che non scendevo in campo, rientrare e vincere 4-0 mi ha fatto molto piacere. Penso sia il giusto premio dopo questi ultimi periodi difficili». - Come mai hai deciso di ripartire proprio da Vercelli? «Credo in questo progetto, qui mi hanno fortemente voluto. Ora tocca a me e ai miei compagni di squadra metterci in mostra e fare il meglio possibile». - Nel 2009 hai vinto il Torneo di V

FOOTBALL PORTRAITS - Cruijff, Nureyev in tacchetti

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De Cruijff draaj (The Cruyff Turn), la veronica di Cruijff  https://www.amazon.it/Football-Portraits-Ritratti-calcio-Agbonlahor-ebook/dp/B01KI1XRO6 «Ho giocato ai massimi livelli per diciotto anni e sette volte per la Svezia, ma quel momento contro Cruijff è il ricordo di cui più vado fiero. Non fu umiliante. Non avevo chance. Cruijff era un genio» – Jan Olsson, vittima di CHRISTIAN GIORDANO, Federico Buffa racconta Storie Mondiali (si ringrazia David Winner, Brilliant Orange: The Neurotic Genius of Dutch Football) Meglio di chiunque altro l’ha raccontato il giornalista anglo-olandese David Winner nel suo Brilliant Orange: The Neurotic Genius of Dutch Football , godibilissimo trattato sulla genialità nevrotica e ossessiva (per lo spazio) che permea ogni forma espressiva olandese. In primis il calcio. Che il totaal voetbal fosse arte è pacifico. Ma quale arte? La risposta più ovvia è il balletto. Il concetto che quei calciatori in generale e Johan Cruijff in

FOOTBALL PORTRAITS - Houseman, El Loco impresentable

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https://www.amazon.it/Football-Portraits-Ritratti-calcio-Agbonlahor-ebook/dp/B01KI1XRO6 «Se avessi saputo dei soldati,  probabilmente quel Mondiale non lo avrei giocato.  Non sapevamo nulla di ciò che stava succedendo» - René Orlando Houseman , ala destra dell'Huracán e dell'Argentina '74 e '78 di CHRISTIAN GIORDANO Federico Buffa racconta Storie Mondiali Cognome inglese, pronuncia (“Usmán”) e indole sin troppo argentine.  Nato poverissimo, padre poliomielitico (quando lui aveva 12 anni), madre lavandaia: no, il destino ha giocato subito con carte truccate con René Orlando Houseman.  Il calcio sarà il suo riscatto, ma non durerà. Inventiva, un sinistro letale (specie da destra) e fiuto del gol. Ma anche troppa l'indisciplina.  Con Omar Sivori Ct, abbandonò il ritiro e fu cacciato dalla Selección . Perdonato nel '74, 3 gol in 6 gare (uno all'Italia) al Mondiale tedesco. Buon rincalzo nel '78: 6 presenze e un gol (il quinto nel 6-0 d