Messi è per sempre
Siamo-tutti-testimoni. Tre minuti già consegnati alla storia. Tre gemme (doppietta e assist) incastonate in una partita maiuscola, l'ennesima, di un fuoriclasse assoluto, totale, leggendario. Un artista di fronte al quale il Camp Nou - come il bayern del suo ex maestro Guardiola - non può che inchinarsi. Era stato freddo col Pep, alla vigilia, Leo: non ci siamo più sentiti. Il figlio prediletto di Santpedor, tornato a casa per la prima volta da avversario e contro l'amico ed ex compagno Luis Enrique, invece quasi presagiva quanto sarebbe accaduto: se messi gioca come negli ultimi tre, quattro mesi non c'è sistema difensivo né allenatore che tenga. Detto, fatto. Nonostante (o forse proprio per) le assenze, tante e pesanti, Guardiola c'è ricascato con l'overcoaching: primo tempo da paura per il 343 del Bayern con Schweini vertice alto alle spalle di Mueller e il Lewandowski mascherato (alla lettera); con Lahm e Xabi Alonso mediani bassi e Thiago Alcantar...