Messi è per sempre

Siamo-tutti-testimoni. Tre minuti già consegnati alla storia. Tre gemme (doppietta e assist) incastonate in una partita maiuscola, l'ennesima, di un fuoriclasse assoluto, totale, leggendario. Un artista di fronte al quale il Camp Nou - come il bayern del suo ex maestro Guardiola - non può che inchinarsi.

Era stato freddo col Pep, alla vigilia, Leo: non ci siamo più sentiti.  Il figlio prediletto di Santpedor, tornato a casa per la prima volta da avversario e contro l'amico ed ex compagno Luis Enrique, invece quasi presagiva quanto sarebbe accaduto: se messi gioca come negli ultimi tre, quattro mesi non c'è sistema difensivo né allenatore che tenga. Detto, fatto.

Nonostante (o forse proprio per) le assenze, tante e pesanti, Guardiola c'è ricascato con l'overcoaching: primo tempo da paura per il 343 del Bayern con Schweini vertice alto alle spalle di Mueller e il Lewandowski mascherato (alla lettera); con Lahm e Xabi Alonso mediani bassi e Thiago Alcantara e Bernat larghi sulle fasce. Dietro, rafinha, Benatia e Boateng a ballare paurosamente. 

Poi, s'è corretto, s'è messo a difendere a quattro e i suoi han resistito in un forte apache di abbacinante bellezza. Mai nella carriera del pep gli avversari han tenuto tanto la palla. 

Nella ripresa, però, il bayern è crollato come il boa sulla finta della pulce, che nel finale è riuscito anche a mandare in campo aperto neymar come el Diego col Burru a Messico 86. E chissà come sarebbe finita se suarez fosse stato quello visto con Man City e PSG. Centoundici gol in tre, con leo che ha sorpassato CR7 come top scorer nella storia della Champions: 77 a 76. Siamo-tutti-testimoni.
PER SKY SPORT 24 CHRISTIAN GIORDANO

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