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Visualizzazione dei post da gennaio 17, 2020

ANASTASI PIETRO

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di Gianni Brera, "I Mondiali di calcio", 1974 La sua storia sarebbe piaciuta ai lettori dei romanzi rosa: piccolo raccattapalle catanese assisteva sognando ad occhi aperti alle partite di serie A. Suo idolo era, allora, John Charles, gigantesco centravanti della Juventus. Dieci anni dopo eccolo, nella stessa squadra, a ricoprire lo stesso ruolo. «Pietruzzu» Anastasi ha incominciato a tirar calci in una squadretta siciliana di serie D, la Massiminiana. Nel '66, dopo un campionato in cui segnò 18 reti, venne acquistato dal Varese, allora in B. Dopo due stagioni in riva al lago è passato alla Juventus, segnando 14 reti nel '68-69 e 15 nel '69-70, si è dimostrato dapprima efficace realizzatore, non potente ma astuto e veloce. In seguito si è anche affermato come centravanti di manovra, abile ad aprire nelle difese avversarie i varchi in cui potessero infilarsi altri realizzatori. In Nazionale ha esordito l'8 giugno 1968, Italia-Jugosl

APOLOGIA DI JOHN WILLIAMS DA SOUTH CENTRAL - LA PARABOLA DI PIATTO CALDO

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https://www.sport-e-cultura.com/2020/01/17/apologia-di-john-williams-da-south-central-la-parabola-di-piatto-caldo/?fbclid=IwAR2y4nY4ZmIgi3hIT_Bv2gC2_BQn8XkSRFG7JeGSIC_ZOvQqY--Hx-ITiL8 https://nuovoindiscreto.wordpress.com/2009/11/29/la-parabola-di-hot-plate/ di Simone Basso Sp o r t & Cultura, 17 gennaio 2020 Lo rividi su un canale spagnolo, a scrocco, un po' come quei fantasmi del passato che spuntano fuori a sorpresa: la sagoma inconfondibile, le movenze da panterone rallentate dalla ciccia in eccesso e le mani degne di un Vladimir Horowitz della pallacanestro. Fu patetico, e al tempo stesso consolatorio, rivederlo su un parquet dopo tutti quegli anni. Le promesse mai mantenute, lo Zander Hollander che gli predisse la Hall of Fame, e le delusioni accumulate durante una carriera cestistica che non tradusse in realtà le clamorose potenzialità. John Sam Williams nacque a South Central, il ghetto di Los Angeles, luogo mitizzato dall’hip hop non certo

MAESTRI DI CALCIO - Brandão, il santone paulista

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https://www.amazon.it/Maestri-calcio-allenatori-stranieri-Portraits-ebook/dp/B01ARVU5JC di CHRISTIAN GIORDANO Gáucho di Taquara, dov’era nato il 18 settembre 1916, Oswaldo Brandão proveniva da una famiglia di umili origini. Sin da giovanissimo aveva cominciato a lavorare nella costruzione di ferrovie. La schiena curva però non era nel suo destino. Di buttar giù binari smette presto, grazie al calcio, come mediocre difensore prima nell’Internacional di Porto Alegre e poi nel Palestra Itália di São Paulo. Il fato però si vendicherà con un infortunio che gli accorcerà la carriera.  Del club paulista, nel frattempo diventato Palmeiras, già dall’ottobre 1945 è diventato l’allenatore. In pochi però potevano immaginare che il giovanotto, con tanto studio e infinita disciplina, sarebbe diventato uno dei migliori allenatori nella storia del futebol brasiliano. E forse il più autoritario e accentratore, un padre padrone che ai suoi sottoposti imponeva rigide norme di comportamento