Clarke cuore di pietre, Van Aert e Pogačar i re senza Foresta
Lacrime di incredulità prima ancora che di gioia, per Simon Clarke. Senza squadra fino a gennaio, l'impresa della carriera a 36 anni il prossimo 18 luglio: Una mini-Roubaix senza la Foresta, ma con undici tratti di pavé per 19,4 degli ultimi settanta, sui 157 km totali, da Lille ad Arenberg. Quinta tappa di un Tour folle, con frazioni brevi, intensissime e zeppe di colpi di scena. Clarke l'ha vinta al fotofinish, mettendo in fila i compagni di fuga, Taco van der Hoorn, il più veloce Boasson Hagen, partito troppo presto come Neilson Powless, a lungo virtuale maglia gialla e ora secondo nella generale a 13" da un monumentale Wout Van Aert. Il fenomeno belga, caduto ai -100 km dall'arrivo (e a rischio bis sfiorando l'ammiraglia DSM), non solo resta in giallo grazie anche a Steven Kruijswijk ma ha anche salvato il Tour di Jonas Vingegaard (triplice cambio di bici per il danese) e dunque della Jumbo Visma. Perché Primož Roglič, caduto anche lui, ha sì limitato i danni c...