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Visualizzazione dei post da gennaio 23, 2018

Il gigante buono non c’è più, restano soltanto i ricordi

http://www.bresciaoggi.it/territori/valtrompia/il-gigante-buono-non-c-%C3%A8-pi%C3%B9-restano-soltanto-i-ricordi-1.5675378 Brescia Oggi, 5 maggio 2017 Il rosario delle disgrazie legate al ciclismo si allunga sempre di più: solo pochi giorni fa a Filottrano nelle Marche è morto a causa di un incidente stradale Michele Scarponi, ieri a poca distanza dalla sua abitazione di Prevalle ha subito lo stesso destino Walter Dusi ex professionista dal 1978 al 1980. Un destino crudele ha accompagnato la vita del longilineo passista-veloce che in carriera ha vestito casacche di prestigio: Mariani & Calì, Mobili Lissone, insieme alle professionistiche Intercontinentale, Sapa, Magniflex. Nel 2003 ha perso il figlio Michele anch’egli ex corridore a causa di un incidente stradale mentre stava viaggiando a bordo di una motocicletta che gli aveva prestato un amico. In carriera Walter Dusi ha corso con Roberto Visentini, Alberto Coppi, Ettore Manenti, Paolo Rosola, Alessandro Bettoni,

Visentini: «I miei Giri d'Italia fra trionfi, rabbia e imprese epiche»

http://www.bresciaoggi.it/home/altri/interviste/laquo-i-miei-giri-d-italia-fra-trionfi-rabbiae-imprese-epiche-raquo-1.392181 1 di Angiolino Massolini Brescia Oggi, 27 maggio 2010 Vincitore del Giro d'Italia 1986; ventisette giorni in maglia rosa dal 1980 al 1987; maglia bianca nel 1978; sei vittorie di tappa; tredici partecipazioni. È il palmarès di Roberto Visentini, nato a Gardone Riviera il 2 giugno 1957, residente a Salò con la moglie Elisabetta e i figli Matteo e Alice. Un rapporto straordinario tra il gardonese e la corsa rosa che l'ha eletto campione fin dal suo esordio nel 1978. Vero fuoriclasse, Roby è stato tra i più eclettici interpreti del ciclismo degli anni '70 e '80. Bravo nelle crono e in salita, ha costruito la sua vittoria al Giro 1986 con un acuto nell'ascesa di Foppolo togliendo il primato a Beppe Saronni. Una vittoria attesa e meritatissima quella del 1986. «Credo proprio di sì. Con l'aiuto dei compagni di squadra, tra i quali i b

Giuseppe Martinelli, il maestro che non alza la voce

Tuttobici, n. 11/2006 di Gino Sala Ho conosciuto Giuseppe Martinelli tanti anni fa, quando la mia attività di cronista ciclistico cominciava in febbraio e terminava ai primi di novembre. Bei tempi per vari motivi anche perché l'ambiente era diverso da quello di oggi. I paragoni sono sempre discutibili, però i personaggi di allora, dai corridori ai dirigenti, avevano un'altra "faccia", altri sistemi, altri modi di operare. Erano tutti (o quasi tutti) muniti di una "sacra" passione, era un ciclismo povero se confrontato con quello dei nostri giorni, governato dalla semplicità che è una gran bella dote. Poi, via via lo sport della bicicletta si è "modernizzato", generando i mali che sappiamo e mi fermo qui per non ripetermi. Martinelli, dicevo, un bresciano nato a Lodetto, frazione di Rovato, l'11 marzo 1955, professionista dal 1977 al 1985, velocista, 10 vittorie tra le quali figurano tre tappe del Giro d'Italia e una Milano-Tori