Avellino verso Varese: cresce l'attesa ed è totoformazione

È il momento di rompere il digiuno. Perché, a sette giornate dalla fine del campionato, chi si ferma è perduto. Play off e promozione diretta: per raggiungerli; per rincorrerla fino in fondo, il margine di errore è sempre più ridotto. E allora sabato, a Varese, l'Avellino ha davvero un solo risultato a disposizione. Non partiranno battuti i biancorossi di Bettinelli, ma per una squadra che ambisce a giocarsi la Serie A è francamente impensabile non andare a vincere in casa del fanalino di coda della Serie B. Un glorioso e recente passato; un presente tra mille difficoltà, tanti indisponibili, tra infortuni e squalifiche, ed un piede in mezzo in Lega Pro: i prossimi avversari di turno vanno rispettati, non sottovalutati, altrimenti il rischio di una clamorosa beffa in stile Padova diventa altissimo, ma soprattutto affrontati col piglio della squadra che deve far capire, sin dal primo minuto, che non c'è spazio per le sempre più flebili ambizioni altrui. Troppo lontano l'ultimo boato per un gol realizzato fuori casa: il 22 febbraio, a gonfiare la rete della porta del Livorno fu Trotta, che mise dentro un gol da tre punti. Poi, la luce si è spenta: 4 sconfitte consecutive, 5 gol subiti e nessuno realizzato. C'è solo da voltare pagina. E nella “cattiveria” con cui mercoledì, l'Avellino e soprattutto i suoi attaccanti, hanno rifilato tante reti, complessivamente 16, alla Primavera, c'è una forma di espressione della voglia, concreta, di ripartire.

Out solo Frattali. Si concluderà domani, al "Partenio-Lombardi", con la consueta seduta di rifinitura a porte chiuse, che prenderà il via dalle ore 10:30, una settimana di allenamenti scivolata con più di una buona notizia. La prima è stata rappresentata dalla crescente condizione fisica di Vergara, che si allena, da giorni, stabilmente in gruppo e può rappresentare una soluzione in più per le rotazioni difensive, sia a Varese, ma soprattutto per un finale di stagione in cui sarà fondamentale, per tutte le dirette concorrenti per i rispettivi obiettivi, avere rose col minor numero di defezioni possibili. Un'altra nota lieta è legata al graduale e costante recupero di Visconti, altra freccia in più all'arco di Rastelli per il rush finale. Questa mattina, nel corso dell'unica seduta di allenamento in programma, l'esterno sinistro si è allenato in regime di differenziato, ma, precauzioni del caso a parte, è apparso già in buona forma nel già citato test con i ragazzi del settore giovanile. Con il rientro in gruppo di Bittante e Chiosa, reduci dall'amichevole di mercoledì a La Spezia, tra le file della B Italia, contro la Croazia Under 21, era, di fatto, assente solo Frattali, che si è comunque allenato in palestra dopo aver debellato la varicella che lo ha costretto a saltare Vicenza e potrebbe impedirgli di essere convocato anche per Varese.

L'ora delle scelte. L'antivigilia porta in dote, come di consueto, il totoformazione. Contro la Primavera, Rastelli ha provato il lupo con l'ormai rodato 4-3-1-2, ma non è possibile scartare a priori l'ipotesi di un ritorno al 3-5-2, per sfruttare la propulsione offensiva sulle fasce. In tal caso, Regoli o Almici occuperebbero il posto sulla corsia destra, con Bittante su quella opposta
A centrocampo, data la squalifica di Schiavon, volendo dare per scontato il rientro di Zito, da mezzala sinistra, dal primo minuto, si profilerebbe una lotta a quattro per tre maglie tra Arini, D'Angelo, Kone e Sbaffo
In difesa, occhio proprio a Vergara come possibile “outsider”, che potrebbe prendere il posto di Chiosa al fianco di Pisacane e Ely. 
Tra i pali, scontata la conferma di Gomis, così come in attacco appare difficile pensare di rinunciare a uno tra Castaldo e Trotta. Se Rastelli dovesse invece confermare il 4-3-1-2, con Pisacane, Ely, uno tra Chiosa e Vergara, e uno tra Bittante e Visconti sulla corsia mancina, in difesa, si aprirebbe il ballottaggio sulla trequarti tra Soumaré e Sbaffo. Si vedrà. Ma modulo e interpreti, stavolta più che mai, contano davvero poco. Conta l'atteggiamento. Servirà un lupo con gli occhi della tigre.
Marco Festa

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