Giù le mani da Roche

di GINO SALA
l'Unità, lunedì 8 giugno 2018

CANAZEI - Il tappone dei cinque colli dolomitici ha il suo cavaliere solitario nell'olandese van der Velde, ma non provoca terremoti in classifica. L'unica vittima è lo svizzero Rominger, escluso dal treno di Roche, un treno su cui viaggiava anche Visentini, e questa è una buona notizia, è la dimostrazione che la crisi del bresciano è stata passeggera, che tutto non è ancora perduto per Roberto pur non sottovalutando il distacco (3' 19") che lo separa dall'irlandese. 

A proposito di Roche, è chiaro che al di là dei bisticci con Visentini sono da criticare severamente quei tifosi che ieri hanno insultato e minacciato il corridore in maglia rosa. Per favore, non perdiamo la testa, non scendiamo sul sentiero di guerra nei confronti di un ciclista che non ha colpe gravi. Roche vuol vincere il Giro d'Italia, vuole entrare nel libro d'oro di una corsa importante, vuol arricchire il suo stato di servizio che finora non è quello di certi campioni, perciò bisogna capire la sua reazione dopo la sconfitta subita nella cronoscalata di San Marino. Su quel cocuzzolo, Visentini aveva detronizzato il nemico di casa e Roche non poteva trasformarsi in gregario. Lo avesse fatto, probabilmente il Giro non vivrebbe le fasi che sta vivendo, non sarebbero nate discussioni e contrasti che fanno parte della tematica ciclistica. 

Alle discussioni, naturalmente, bisogna fermarsi e sono parole che rivolgo ai tifosi di Visentini. Mostrare pugni e bastoni significa entrare in un clima di violenza anche se idealmente si può essere amareggiati dal modo in cui Roberto è scivolato dal trono. Il Giro, comunque, mi sembra ancora aperto a varie soluzioni. Nello spazio che va da Roche a Visentini, cioè dal primo al settimo classificato le differenze superano di poco i tre minuti e anche lo stesso van der Velde (staccato di 4' 24") può avere qualche speranza se pedala come negli arrivi di Sappada e Canazei. Insomma, la situazione è tutt'altra che definita e la strada che ci separa da St. Vincent è irta di ostacoli, è terreno di «bagarre» e promessa di nuovi sconvolgimenti. Intanto è sempre coi migliori l'olandese Breukink, un giovane di cui non si conoscono i limiti e rimane in lizza Rominger nonostante la flessione di ieri. Minaccioso lo scozzese Millar, bravo il nostro Giupponi, pericoloso lo spagnolo Lejarreta, e forza Visentini, forza Argentin che ieri (nonostante la penalizzazione di 4") si è ben comportato sulla salita. Non posso aggiungere forza Saronni perché Beppe ha deciso di tornare a casa nella speranza di assestarsi per il Giro di Francia. 

Se poi analizziamo il succo del tappone dolomitico, dobbiamo tener conto che in questo Giro d'Italia e in questo ciclismo manca il carisma dei vero campione, mancano i protagonisti di qualità superiore. Da qui il livellamento e in un certo senso la modestia delle forze in campo, da qui l'incertezza del risultato. In sostanza è un ciclismo che, via Hinault, non ha più il faro che illuminava il plotone e in un discorso ancora più diretto, più casalingo ci toccherà presto rimpiangere l'addio di Francesco Moser, grosso personaggio prossimo a chiudere la carriera.

Oggi il richiamo del Monte Bondone, una arrampicata di 17 chilometri situata nell'ultima parte della tappa che ci porterà a Riva del Garda, perciò un'altra giornata di lotta e di paure. *


ORDINE D'ARRIVO
1) Johan van der Velde (Gis Gelali) km 211 in 6 ore 16'28", media 33.628;
2) Breukink (Panasonic) a 2'20";
3) Roche (Carrara);
4) Lejarreta (Orbea);
5) Volpi (Gewiss Bianchi);
6) Mujica;
7) Visentini;
8) Munoz;
9) Giupponi;
10) Millar. 

CLASSIFICA GENERALE
1) Stephen Roche (Carcera) in 76 ore 55'41";
2) Breukink (Panasonic) a 33";
3) Rominger (Supermercati Brianzoli Chateau d'Ax) a 1 '22";
4) Millar (Panasonic) a 2'08";
5) Giupponi (Del Tongo Colnago) a 2'45";
6) Lejarreta a 3'07";
7) Visentini a 3'24 ";
8) Argentin a 4'28";
9) Van der Velde a 4'29";
10) Mujica a 5'10". 

* 17a tappa Canazei-Riva del Garda di km 206 

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