VUELTA - Un secondo, due vite

Chi di secondo ferisce, di secondo purisce. Fabio Aru sul Sotres Cabrales aveva salvato la maglia rossa per un secondo e il giorno dopo, "Purito" Rodriguez, sulla Ermita de Alba (a Quirós), gliel'ha sfilata per due.
Adesso, al termine del terribile trittico tra Cantabria e Asturie, il giorno di riposo prima della crono di Burgos se lo gode in vetta alla generale con un secondo su Aru, 1'35" su Majka e 1.51 su Dumoulin, con il polacco e l'olandese favoriti su Rodriguez e Aru nelle prove contro il tempo.
Attenzione però perché poi la Vuelta sarà tutt'altro che finita: tante salite anche prima della passerella finale di domenica a Madrid.
La tappa, bella e durissima, l'ha vinta il redivivo Frank Schleck, che non alzava le braccia dal campionato lusemburghese del 2014.
Il 35enne figlio d'arte - papà Johny fu gregario di due vincitori Tour, Janssen nel 68 e Ocana nel 73 - è andato in fuga con altri nove già dal chilometro zero.
Ai meno tre ha s taccato il colombiano Torres, secondo al traguardo davanti al rinato Moreno Moser.
Nove minuti più indietro, un immenso Landa teneva alta l'andatura dei big per impedire a Rodriguez di scattare a ripetizione.
Purito se n'è andato solo ai meno settecento metri, con Aru che ha risposto ai meno trecento.
Il catalano lo ha preceduto di due secondi, ma il sardo era lì.
I 38 km di mercoledì non ci diranno chi vincerà la Vuelta, ma forse chi l'avrà persa.
PER SKY SPORT 24, CHRISTIAN GIORDANO

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