Bordonali: un posto tra i grandi
Tuttobici
Numero 1 - Anno 2009
di Pier Augusto Stagi
Il duemilaotto non è stato un anno semplice, soprattutto sotto l’aspetto «politico», perché dal punto di vista sportivo le soddisfazioni non sono mancate. Fabio Bordonali è però tecnico abituato a guardare avanti «anche perché se mi volto, rischio di rivedere ciò che non mi è piaciuto affatto della scorsa stagione e potrei perdere la voglia di fare e l’ottimismo che mi contraddistingue», dice con un sorriso tra il divertito e l’ironico.
Guarda avanti, Fabio Bordonali. Nuova stagione, la sedicesima alla guida di una squadra che sente profondamente sua.
Nuova stagione, nuovi obiettivi. «Nel complesso, sotto l’aspetto sportivo il 2008 è stato più che soddisfacente - dice -. Abbiamo vinto ventidue corse, siamo sempre stati protagonisti dall’inizio alla fine e abbiamo gioito per la maglia rosa e quella azzurra di Gabriele Bosisio. Le vittorie di Danilo Di Luca e quelle di Alessandro Petacchi, poi sono state perle da collezione. Una stagione buona, che poteva essere ancora migliore se avessimo avuto un pizzico di tranquillità in più. Quello che hanno dovuto passare Danilo e Alessandro lo sapete tutti, adesso però si riprende da capo, con tutta calma e con nuovo entusiasmo. La cosa buona è che il passato è passato e per me l’imperativo categorico è guardare avanti. E davanti a noi c’è una stagione tutta da correre, con una squadra altrettanto forte se non ancora più forte. Ci mancherà un corridore come Paolo Savoldelli, al quale va il mio più sincero augurio di buona vita. So che saprà fare bene, perché Paolo è ragazzo posato e intelligente, che già da anni pensava al suo futuro da dopo corridore».
Via Savoldelli, ma l’ossatura della squadra resta quella di un anno fa…
«Verissimo. Ma questo è stato fatto perché il team mi sembrava più che competitivo. Quest’anno sono arrivati Lorenzo Bernucci, Marco Cattaneo oltre ai neoprofessionisti Fabio Negri e Damiano Caruso (alla Lpr dal mese di luglio, ndr). Non è detto che possa esserci ancora un inserimento. Mi piacerebbe fare una sorpresa ad Alessandro (Petacchi, ndr) e portare con noi anche Alberto Ongarato, che per cinque anni è stato uomo di fiducia del Peta».
Una squadra che nella sua fisionomia resta la stessa, ma cambia due tra i suoi primi sponsor.
«Ne cambiamo due, ma non è detto che alla fine uno resti ancora a far parte della nostra famiglia (Naturino?). Il team si chiamerà sempre Lpr, e ad affiancare il marchio di Rottofreno (Piacenza) della famiglia Arici entreranno a far parte del nostro gruppo la Vini Farnese di Valentino Sciotti e la D’Angelo & Antenucci, azienda immobiliare: entrambe sono abruzzesi, una di Ortona e l’altra di San Salvo, in provincia di Chieti».
Parlavamo di obiettivi: cosa chiedi al 2009?
«Un anno sereno, basato sulla meritocrazia sportiva e non solo economica. Chiedo a Danilo e Alessandro, ma anche a Gabriele e a tutti gli altri, una stagione importante. Spero di regalare ai miei corridori e ai miei sponsor anche dei teatri di assoluta eccellenza. Primo fra tutti, il Giro d’Italia. Per noi italiani è sempre stato un punto di riferimento imprescindibile dal punto di vista sportivo, quest’anno, che ricorre il Centenario, lo è ancora di più. Ad ogni modo, al 2009 chiedo anche una Liegi, una Freccia, un Tour de France. Sì, mi piacerebbe tornare a far parte del grande ciclismo. Vorrei a tutti gli effetti misurarmi con i più grandi team del mondo e questo lo dico non solo perché è prestigioso far parte di questo giro, ma perché ritengo di avere gli uomini giusti per poter ben figurare su questi traguardi».
Questi gli obiettivi: e i sogni?
«I sogni sono tanti. Partecipare a queste grandi corse sarebbe già un sogno, vincerle ancora di più. Far bene alla Sanremo con Petacchi, essere protagonisti alla Liegi e al Giro con Danilo. La corsa rosa gli piace parecchio. È una corsa poco ingessata, molto moderna e spettacolare. Ogni giorno c’è un motivo per inventare qualcosa. E poi c’è quella cronosquadre da provare, da studiare: se tutto va per il verso giusto potremmo anche pensare e sperare di vestire la maglia rosa con Petacchi fin dall’inizio. Lui l’ha già detto: non gli dispiacerebbe affatto».
Infine c’è il Mondiale di Mendrisio…
«Se tutto poi andrà bene, il mondiale di Mendrisio sarà una logica conseguenza. Danilo ce l’ha lì in cima alla lista, noi con lui. Sono sogni, e sono anche tanti. Io, francamente, sarei contento di realizzarne anche solo uno. Sognare fa bene, ma non vorrei svegliarmi alla fine della stagione sazio».
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