Ecco chi è la nuova maglia gialla Bernal, il “Messi del ciclismo”



Il 22enne colombiano è nato lo stesso giorno di Pantani, il 13 gennaio. Ha scoperto il mare in Sicilia ed è cresciuto in Piemonte

Claudio Ghisalberti
Gazzetta.it, 26 luglio 2019

L’uomo del giorno, e del Tour, si chiama Egan Arley Bernal Gómez ed è nato a Zipaquirá, 2.650 metri di quota nel dipartimento di Cundinamarca, il 13 gennaio 1997 (13 gennaio come Marco Pantani). Il suo primo risultato lo ottiene nel 2014, ai mondiali juniores di mountain bike di Lillehammer dove conquista l’argento alle spalle del danese Simon Andreassen, un fenomeno della categoria che vive già con contratti d’oro. L’anno dopo, ad Andorra, il danese rivince, Egan è di bronzo. I due hanno procuratori italiani, Moreno Nicoletti per il danese, Paolo Alberati e Maurizio Fondriest per il colombiano. Alberati se lo porta a casa, in Sicilia, con un volo Barcellona-Catania. Scopre l’Etna e i suoi tornanti. Soprattutto scopre il mare e il piacere della spiaggia e di un bagno. Ma non è solo bella vita, Alberati e Fondriest lo fanno conoscere a Gianni Savio. Il manager piemontese viene folgorato. Fa firmare Bernal per la sua androni Giocattoli e comincia a contattare nuovi sponsor per costruirgli vicino una squadra forte. Il nome di Bernal comincia a fare molto gola e Giuseppe Acquadro, il procuratore da molti ribattezzato il “pasticciere” con forti legami con Sky e Movistar, si tuffa su corridore e si prende la procura. Nel frattempo Egan, visto che Savio, il ds Ellena e il nuovo manager sono piemontesi, si trasferisce in Piemonte. Per lungo tempo fa base all’albergo-ristorante Buasca, in una frazione di San Colombano Belmonte, prima di trasferirsi in un appartamento a Cuorgné.

CON L’ANDRONI — Inizia la stagione e si mette in luce alla Settimana Internazionale di Coppi e Bartali, aggiudicandosi la maglia di miglior giovane. Poi vince questa speciale classifica anche ai seguenti Giro del Trentino. Il primo successo vero lo centra nella seconda tappa del Sibiu Tour, in Romania. Sarà sua anche la classifica finale. Prende parte al Tour de l’Avenir, una tra le corse più prestigiose in ambito Under-23, piazzandosi nella top 10 in tutte le tappe di montagna e concludendo la corsa al quarto posto della generale, a 2’46” dal vincitore francese David Gaudu. Nel 2017, dopo essere arrivato nono alla Vuelta a San Juan, dove ha conquistato la maglia di miglior giovane, e settimo al Tour de Langkawi, fa il suo esordio in una gara World Tour alla Tirreno-Adriatico: presentatosi con ambizioni di classifica, conclude la manifestazione al 16° posto. Ottiene il primo podio in una corsa in linea al Giro dell’Appennino, classificandosi 2° a 16” da Danilo Celano. Nel finale di stagione è 13° al Giro di Lombardia, prima classica monumento disputata in carriera.

IL VOLO CON SKY — Dal 2018 eccolo con la maglia di Sky e il trasferimento ad Andorra, meta scelta da un’altra novantina di professionisti, scalatori e non che sui Pirenei respirano aria buona. La sua carriera prende il volo. Vince subito il titolo nazionale crono e la Colombia Oro y Paz. Poi fa suo il California, con l’aggiunta di due tappe. A luglio corre il Tour in appoggio di Froome e Thomas. Soprattutto per fare esperienza. Dave Brailsford, il team manager, è strabiliato: “Bernal è il Messi del ciclismo”. Messi o no, si capisce che Egan è un predestinato. Però ad agosto, a San Sebastian, la prima caduta durissima. Questa è la stagione della consacrazione. A marzo vince la Parigi-Nizza, a giugno il Giro di Svizzera. A maggio doveva essere una delle stelle del Giro, invece una frattura di una clavicola (la cui veridicità qualcuno ha messo in dubbio) lo ha costretto al forfait. Oggi, sull’Iseran, il capolavoro. La Colombia non ha mai vinto il Tour. Ma prima di Carapaz neppure l’Ecuador aveva mai vinto un Giro. All’Ineos, che ha preso il posto di Sky, avevano già preparato il funerale...

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