Sagan e Cav a casa, vince Demare


Tutto in 24 in ore, il meglio e il peggio di Peter Sagan: dal numero da alieno di Longwy (col salto di pedale) all'umanissimo gomito largo di Vittel che ha mandato sulle transenne Mark Cavendish, un altro bucaniere delle volate a sua volta impunito nel 2013 e finito a terra, al via del Tour 2014, nella tappa di Harrogate, davanti alla finestra di mamma Adel(e). 

Apriti cielo. La volata la vinceva Arnaud Demare, che a sua volta aveva tagliato fuori più Aleksander Kristoff, secondo, che André Greipel.

Per il francesino dagli occhi azzurro mare è il primo successo alla Grande Boucle, il secondo più importante della carriera dopo la Sanremo 2016, vinta, sussurrano i maligni, rientrando dalla caduta grazie alla scia delle ammiraglie.

Sagan, sul rettilineo troppo stretto di Vittel (ma il Comune dell'omonima sorgente termale è da dieci anni nel cosiddetto "top club" dei cinque mega sponsor del Tour), aveva chiuso secondo. 

Penalizzato di 30 secondi e retrocesso al 15esimo e ultimo posto del suo gruppetto, a 43" dalla maglia gialla Thomas (caduta, senza conseguenze, ai meno due km, Sagan aveva perso anche gli 80 punti per la maglia verde ottenuti chiudendo dietro a Demare pure il traguardo volante).

In fondo, gli era anche andata bene. 

Poi, l'espulsione decisa dalla giuria, forse spaventata dalle cadute in serie in ciascuno di questi primi 4 giorni di Tour, che ha già perso Valverde e ora - con NCavendish (frattura alla scapola destra) - anche Sagan; il campione più personaggio nell'intero ciclismo globale. Ma secondo un vecchio adagio è il Tour che fa i corridori, e per quanto grandi mai viceversa.
PER SKY SPORT 24, CHRISTIAN GIORDANO

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