Ritorno al classico: al via la Milano-Sanremo

Solite salite, vecchio traguardo e un leggero vantaggio per i finisseur contro le speranze dei velocisti. Tre nomi: Degenkolb, Matthews e Gallopin. Il quarto, Lobato, l’ha scelto un ex corridore sull’onda lunga degli outsider che, da quando si corre di domenica e c’è sempre brutto tempo, spiazzano tutti all’arrivo. E l’Italia? Pozzato non vince dal 2006 e visto che siamo in vena vintage…

di Fabio Disingrini, Eurosport

La Milano-Sanremo è come la prima verifica a scuola. Inizia un nuovo anno, si riprende a ritmi “blandi” e poi arriva "lei", la Classicissima, ad alzare il livello, a far saltare il banco. Perché senza nulla togliere ai “prologhi” come la piccola (e bellissima…) classica sulle Strade Bianche o ai preamboli a tappe come la Tirreno-Adriatico, vinta come da tradizione da un “big” (martedì Quintana dopo Contador e prima Nibali e Cadel Evans), la Sanremo è la Sanremo e la posta in palio, dopo 293 km di corsa, è finalmente una Monumento.

Prima delle Fiandre e delle Ardenne, la Milano-Sanremo è la classica più difficile da valutare in termini di pronostici, per la gamba effettiva e fin qui nascosta da molti corridori e per il vasto catalogo di ciclisti che, così diversi fra loro, negli anni hanno alzato le braccia sul traguardo della città dei fiori: dai velocisti puri (Zabel, Cipollini, Petacchi, Cavendish) agli sprinter “atipici” come Freire o Alexander Kristoff detentore; dai re delle classiche come Bettini e Cancellara ai più insospettabili outsider come, due anni fa, l’inatteso Gerald Ciolek.

L’occasione è per tutti ma quest’anno si torna all’antico, o meglio al passato prossimo, con l’arrivo della corsa in via Roma dopo 7 traguardi sul Lungomare Italo Calvino. Non è un dettaglio, perché all’ultimo rientro sulla via Aurelia dalla discesa del Poggio mancheranno all'arrivo 2 km anziché 3: mille metri di differenza che fanno una chance per chi proverà a scattare sull’ultima salita, forzare la picchiata (non ancora “tecnica” ma senz’altro selettiva) e scaricare la fiamma rossa per provare a vincere, dopo l’ultima curva dei -750 metri, in solitaria o a ranghi ristretti su leggera pendenza.

Il “nuovo” traguardo di via Roma sposta sensibilmente il favore dei pronostici verso le ruote veloci dei finisseur con un piccolo vantaggio sugli sprinter puri, incoraggiati però a loro volta dall’assenza delle Mànie e specialmente, dopo tanti rumors, della temuta Pompeiana. Anche per quest’anno infatti le salite sono le stesse: il Passo del Turchino – praticamente un falsopiano di 25 chilometri al 2% di pendenza - i 3 capi dei meno cinquanta all’arrivo (Capo Mele di 3 km al 2%, Capo Cervo di 3 km al 2,3% e Capo Berta di 2.5 km al 5.1%) e la Cipressa di San Lorenzo al Mare (5,6 km al 4.1% con breve tratto al 9%) quando mancheranno 21 km. Infine il Poggio: 3.700 metri al 3.7% (GPM all'8% con 3,2 km. di discesa) a 5,5 km dal traguardo.

Chi vincerà la 106a edizione della Milano-Sanremo? Azzardiamo 3 nomi: Johnny Degenkolb (Giant), Michael Matthews (Orica) e Tony Gallopin della Lotto
Il tedesco dalle ruote veloci potrebbe essere tra i più favoriti dal nuovo traguardo malgrado una Parigi-Nizza sottotono
Matthews l’abbiamo ammirato l’anno scorso in maglia rosa e nella "Corsa del sole" ha vinto una tappa, è salito su un podio tra i velocisti e sembra adattissimo a un arrivo come quello della Classicissima; 
Gallopin ha infine mostrato il miglior passo delle frazioni iniziali della Paris-Nice con i gradi del leader.

Sempre sulla Parigi-Nizza, il campione del mondo Michal Kwiatkowski ha rotto il ghiaccio in maglia iridata vincendo il prologo mentre il primo dorsale di domani, Alexander Kristoff, si è aggiudicato la frazione di Contres. E se domenica pioverà ancora (a proposito, terzo anno di corsa domenicale, altrettante edizioni di maltempo) stavolta il norvegese non sarà più un underdog, bensì il campione in carica a caccia del bis consecutivo che a Ponente manca da Zabel (2000 e 2001).

Passando alla Tirreno-Adriatico, a mostrare un’ottima condizione è stato specialmente Greg van Avermaet vincendo ad Arezzo la prima tappa in linea: il belga della BMC avrà in squadra un certo Philippe Gilbert, ma forse la Sanremo non è la sua classica per attitudini tecniche. 
Fra i due mari hanno vinto anche Mark Cavendish e Peter Sagan: il primo ha già trionfato a Sanremo (un po’ a sorpresa) nel 2009; lo slovacco, secondo nel 2012, quest’anno deve consacrarsi con la Tinkoff-Saxo dopo tanti (anzi troppi) piazzamenti in Cannondale… E alla vigilia, qualche riflettore in meno potrebbe soltanto fargli bene. 
Citiamo Fabian Cancellara (Trek, vincitore 2008, 4 podi consecutivi dal 2011) per questioni di lignaggio e Zdenek Stybar per il successo della Strade Bianche (Etixx): alla Tirreno-Adriatico sono stati i più veloci contro il tempo nelle prove a cronometro.

L’Italia non vince dal 2006 con Pippo Pozzato e con lui nella Lampre Davide Cimolai, che ha vinto una tappa alla Parigi-Nizza oltre al Trofeo Laigueglia, e il giovane Niccolò Bonifazio, a segno nel Gran Premio di Lugano
Infine Giacomo Nizzolo della Trek, che ha vinto giovedì il Premio Nobili
E Vincenzo Nibali? Senza le Mànie né Pompeiana si fa dura e la sensazione è che l’Astana vorrà puntare su Lars Boom (uomo-classica, ha vinto la “piccola Roubaix” dell’ultimo Tour de France) o magari su Andrea Guardini in caso di volata larga
In tal caso, attenzione anche a Nacer Bouhanni (Cofidis) dominatore degli arrivi veloci all’ultimo Giro (3 tappe) e al solito Ben Swift del Team Sky.

A proposito di Sky, abbiamo visto coi nostri occhi Geraint Thomas fare mezza giornata di ripetute sul Poggio, mentre un ex corridore professionista, oggi ottimo ristoratore a Imperia, ci ha detto di puntare tutto su Juan José Lobato, che quest’anno ha vinto Down Under e in Andalusia. Se domenica a Sanremo vincerà lo spagnolo, (forse) vi sveleremo di chi si tratta: non vi dimenticherete dei suoi pronostici né di certi spaghetti allo scoglio.

PS: E' Giosuè Bonomi, Nero di seppia...

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