Champions, bilancio ottavi
Tre spagnole: il Real Madrid campione, il Barcellona dei tre fenomeni e, ai rigori, l'Atlético finalista un anno fa.
Due francesi, il Paris Saint Germain milionario e il Monaco ridimensionato che hanno azzerato il contingente di sua maestà: vendicata dopo una stagione la beffa col Chelsea per il PSG; lezione di contropiede nell'andata e di contenimento al ritorno contro l'Arsenal per i monegaschi.
Una tedesca: il Bayern super favorito al secondo anno col Pep, mente in Germania e cuore in Catalogna.
Una italiana, che ha dominato il Dortmund a domicilio.
Una portoghese, il solito Porto che ha passeggiato sulla rivelazione Basilea.
Nessuna inglese: la Premier League, la NBA del calcio, è fuori dal G8 europeo.
Geografia da riscrivere, gerarchie ribaltate? Forse è presto per dirlo. Ma intanto è questo il verdetto forse più eclatante, ma non così sorprendente, degli ottavi di Champions.
La partita più bella è stata quella del Camp Nou, con il Barca che ha preso a pallate il Manchester City e vinto "solo" uno a zero perché s'è imbattuta in tre pali e nel miglior Hart della carriera. Messi non ha trovato il gol perché era scritto nelle stelle, ma ha giocato da Messi. E Luis Enrique ha trovato in Rakitic il dopo-Xavi e in ter-Stegen il degno successore di Victor Valdés.
L'avversaria più temibile è il Bayern, che non smette di calare settebelli.
Il Real Madrid fa ancora paura, ma ha rischiato di uscire prendendo 4 gol al Bernabéu dallo Schalke04 e domenica si gioca la Liga con il Barça nel Clásico.
L'Atlético ha sofferto l'indicibile col Bayer Leverkusen, ma la squadra di Simeone nelle difficoltà si esalta.
Un po' come, nel suo piccolo, questo Monaco di Jardim.
Sulla carta la più abbordabile, subito dietro il Porto. Un'altra che non ha niente da perdere. Attenzione a non sottovalutarle.
PER SKY SPORT 24, CHRISTIAN GIORDANO
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