Il calcio e l’Africa, antichi stereotipi e moderne verità


di Christian Giordano ©
Guerin Sportivo ©, giugno 2003

Applicare etichette a un intero continente, per di più vasto e variegato come quello africano, è un’assurdità bella e buona eppure di tanto in tanto si verificano episodi in questo senso illuminanti. 

Difficile infatti uscire dai triti luoghi comuni che riguardano il calcio d’Africa e certi suoi atavici retaggi se poi si devono registrare vicende come quella accaduta in Mali, il 7 febbraio di un anno fa, a Thomas N’Kono in occasione della semifinale di Coppa d’Africa (per la cronaca, vinta per 3-0 dal Camerun sui padroni di casa). 

Bloccato all’ingresso in campo perché portava con sé un amuleto N’Kono, accusato di stregoneria, espressamente vietata per la manifestazione, viene arrestato e picchiato dalla polizia. 

L’indomani l’ex campione riceve le scuse ufficiali direttamente dal presidente della Repubblica, Alpha Oumar Konare, sceso negli spogliatoi dello stadio di Bamako per chiarire l’episodio. 

Amareggiato, l’ex campione si rivolge così agli inviati della stampa internazionale: «Sono molto arrabbiato, questi episodi danneggiano gravemente l’immagine dell’Africa. Potete immaginare Michel Platini, in campo con la nazionale francese prima di una partita in Spagna, che riceve lo stesso trattamento? No, perché è impossibile». 

Almeno quanto dargli torto.

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