Cinque cose da sapere sul fisico di LeBron James


di
Ermanno “Scrip” Ferretti 

Le misure
Tutti i dati del corpo del Re
 
Il 29 ottobre 2003, a neppure 19 anni, esordì nella NBA. Era relativamente esile, oltre che giovanissimo e inesperto. Non gli ci è voluto molto, però, per capire come funzionavano le cose nella lega e per mettersi a lavorare sul proprio fisico. 
Oggi misura 2,03 metri di statura per 108 chili di peso. La circonferenza del petto è di 117 centimetri, quella dei bicipiti di 43, il girovita di 91,5. Di scarpe porta il 48 della misura europea; in quella americana il 15.

Gli allenamenti
Il lavoro di Mike Mancias, il trainer personale

Ma come ha fatto a mettere su quella massa muscolare pur mantenendo un’agilità che solo chi pesa venti chili meno di lui riesce a esibire sul parquet? Di sicuro c’è voluto molto lavoro, ma anche una ottima predisposizione genetica. E un allenamento ad hoc. Un allenamento che il pubblico conosce solo fino a un certo punto. James ha un allenatore personale – col suo stipendio da 24 milioni di dollari se lo può permettere – che predispone per lui un regime alimentare e di esercizio molto controllato.

Questo personal trainer si chiama Mike Mancias e ha pochi anni più di LeBron. Ma una grande esperienza alle spalle. Nel 2001 aiutò Michael Jordan nell’ultima fase della sua carriera ai Washington Wizards. Mancias segue James dal 2004: l’ha accompagnato alle Olimpiadi, l’ha seguito quando si è spostato a Miami, è rientrato con lui a Cleveland nel 2014.

È lui che, con James, decide le strategie di allenamento. Anche quando saltare qualche partita di regular season, com’è accaduto di recente, per ricaricare le pile. E che tipo di allenamento fanno, i due? I dettagli non vengono ovviamente divulgati, ma per volere degli sponsor è stato realizzato un video di un’ora che permette di assistere a una seduta-tipo. Lo trovate a questo link.


Com’era al liceo
Esile ma con la propria gang

Il fisico di LeBron James è tanto più impressionante se lo si confronta con quello che esibiva a 16 anni, quando le telecamere dell’Ohio iniziarono per la prima volta a seguirlo. A quel tempo il futuro King James giocava nella squadra del suo liceo, la St. Vincent-St. Mary High School di Akron, la sua città natale.

Un fisico, allora, tutt’altro che poderoso. James era già molto alto e con il pallone sapeva cavarsela bene (al primo anno con lui la squadra ottenne un record di 27-0), ma non esibiva una particolare massa muscolare. Anzi, sembrava quasi gracile. Anche al suo ingresso nella NBA – anche se era già stato fatto qualche passo avanti – sembrava più un giocatore veloce che potente.

A proposito della high school, James aveva già dato prova di essere un giocatore interessante anche prima, quando aveva l’età di un nostro ragazzo delle medie. In quel tempo girava l’Ohio e si esibiva assieme a tre inseparabili amici: Sian Cotton, Dru Joyce III e Willie McGee. I quattro erano così affiatati che si promisero che avrebbero fatto il liceo assieme.

La scelta di quale liceo frequentare fu però inaspettata. Il St. Vincent-St. Mary era infatti una scuola cattolica – anche LeBron lo è – e soprattutto un istituto privato di un certo livello. Con alunni provenienti da famiglie ricche, non certo figli di una ragazza-madre rimasta incinta a 16 anni (com’era accaduto a mamma Gloria).

Era, infatti, il liceo della comunità-bene degli irlandesi e degli italoamericani. Non a caso il nickname delle sue squadre è The Fighting Irish. Insomma, nessuno si aspettava che il giovane LeBron avrebbe portato lì “i suoi talenti” (cit.). Eppure accadde. E oggi, anche grazie alle sue donazioni, la palestra della scuola è intitolata a lui.


La dieta di Ray Allen?
Le voci sulla cura “Paleo”

Quando LeBron giocava ancora nei Miami Heat, sul web si diffuse una strana voce. LeBron aveva infatti postato sui social network delle foto al mare, a petto nudo, e qualcuno aveva visto in quei selfie il segno di un dimagrimento eccessivo. In realtà, a vederle oggi, quelle foto non sono poi così impressionanti. Certo, c’è forse una massa muscolare un po’ meno vistosa, ma può benissimo darsi che, date le vacanze, James si fosse preso qualche settimana di riposo.

I giornali sportivi, però, a quel tempo provarono ad ipotizzare una spiegazione. E il responsabile di quell’apparente dimagrimento fu indicato nel compagno di squadra Ray Allen. Sì, l’ex campione dei Boston Celtics e autore del canestro decisivo in gara 6 durante le Finals del 2013. Secondo i giornali, LeBron avrebbe infatti provato una speciale dieta elaborata dal compagno di squadra.

Una dieta chiamata “Paleo”, come abbreviazione di Paleolitico. Una dieta basata su quella di Atkins, che però aggiunge un po’ di gusto. In pratica, si mangiano carne, pesce, crostacei, pollo, uova, verdura, radici, frutti e bacche, cioè tutto quello che – secondo Allen – mangiavano gli uomini primitivi. Si evitano però decisamente i carboidrati, oltre ai cereali, ai formaggi e derivati, ai legumi e soprattutto a zucchero e sale.

Non provatela però a casa. Questa dieta iperproteica, infatti, finisce per privare il corpo di sostanze indispensabili come il calcio e la vitamina D, e per dare invece troppe proteine, di cui di certo non difettiamo. D’altronde, non è mai stato confermato che LeBron abbia seguito davvero questa dieta. E se anche l’avesse fatto, l’avrebbe fatto di certo per un periodo di tempo molto limitato. Anzi, come ha appurato BuzzFeed qualche tempo fa, prima delle partite LeBron mangia pollo, verdure e riso. E il riso, i carboidrati, li ha.


Gli atleti a cui è stato paragonato
Il confronto con Michael Jordan e Karl Malone


Ma a chi assomiglia, LeBron James? Nella storia della NBA un giocatore del genere non c’è mai stato. Un giocatore, quando è in buona, capace di tirare da 3 punti con le percentuali di una guardia, ma anche di penetrare con la potenza di un’ala grande, e allo stesso tempo di schiacciare e prendere rimbalzi come un centro.

È, insomma, il vero giocatore universale, che non a caso ha più volte cercato anche di vincere le partite da solo, occupando tutte le posizioni (e perfino quella dell’allenatore). Di giocatori così non ce ne sono mai stati prima, e forse non ce ne saranno poi.

Il paragone più frequente che viene fatto è quello con Michael Jordan, un altro immortale, il più forte del giocatore di tutti i tempi. Ma è un paragone basato sulla qualità tecnica, non sul fisico. Jordan è meno alto di LeBron (1,96 contro 2,03), e negli anni d’oro il peso era di 16 kg inferiore. All’epoca del primo three-peat Jordan pesava 92 chili, James ne pesa 108.

Il giocatore col fisico più simile è stato Karl Malone, la stella degli Utah Jazz protagonista di duew finali NBA consecutive perse contro i Chicago Bulls di Jordan: 2,06 metri di statura per 115 chili di peso, oltre a una grande etica del lavoro, una straordinaria prolificità sotto canestro e delle cifre da record. Per quella stazza, era anche agile, veloce a ripartire e rapido nei pick-and-roll. Giocava però sotto canestro.

La differenza emerge nelle cifre. LeBron ha, in carriera, una media del 34% da tre punti (Malone il 27%, con annate però in cui da dietro l'arco nemmeno tentava il tiro). LeBron, inoltre, viaggia a quasi 7 assist a partita, Malone 3,6. James però è un giocatore diverso, il cui fisico – seppur simile – gli permette di fare cose diverse.

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