I gioielli dello Squalo
Dalle Tre Cime al miracolo Risoul Ha incantato così
Ciro Scognamiglio, La Gazzetta dello Sport, 25 maggio 2017
INVIATO A CANAZEI
@cirogazzetta
Per la galleria dei capolavori di Enzo lo spazio non basta mai, ma il posto si trova sempre. Come per l’im presa di Bormio che ha stuzzi cato il gioco dei paragoni con alcune delle perle che Nibali ha già infilato in una carriera da fuoriclasse. Scelte e preferenze sono soggettive per definizio ne: noi ci limitiamo a ricordare quattro datesimbolo. Quattro pietremiliari. Quattro giorni da ricordare per sempre.
25 MAGGIO 2013
GIRO, TRE CIME DI LAVAREDO
Oggi sono quattro anni esatti. Lo Squalo si sta avviando a vincere il primo Giro d’Italia, dopo ave re schiantato un Bradley Wig gins presentatosi al via di Napo li da re del Tour in carica. Il van taggio in classifica è buono, Ni bali due giorni prima aveva vinto in rosa la cronoscalata della Polsa ma quello che gli mancava era un’impresa solita ria in montagna in una tappa in linea. Il teatro dell’arrivo, le Tre Cime di Lavaredo, è perfetto. Lo scenario, nel senso della ne ve che scende in cima, regala anche quel tocco d’epica. E Enzo fa quello che deve fare: vince in solitaria e il giorno dopo si godrà l’apoteosi a Brescia.
6 LUGLIO 2014
TOUR, YORK-SHEFFIELD
Il Tour de France è al secondo giorno. Appena cominciato. Troppo presto per scoprire le carte se punti alla maglia gialla di Parigi? Quando mai. Figu rarsi se un ragionamento del genere può valere per Nibali. Paolo Slongo porta tutta la squadra a vedere in ricognizio ne lo strappo che poi conduce al finale di Sheffield. Il siciliano dice a Michele Scarponi di «vo ler stare tranquillo», ma poi coglie l’attimo e si inventa una azione da consumato finisseur. Al traguardo si prende tappa e maglia davanti ai migliori del mondo. In quella che si rivelerà una cavalcata trionfale vincerà altre tre tappe, in montagna, ma resta indimenticabile pure il 9 luglio, quando lo Squalo vo la sul pavé, chiude terzo la tap pa di Arenberg e fa capire che non ce ne sarà per nessuno.
4 OTTOBRE 2015
GIRO DI LOMBARDIA
L’Italia non vince una classica monumento da sette anni. Dal Lombardia 2008 firmato Da miano Cunego. E ci voleva Vin cenzo Nibali per sfatare il tabù. In passato aveva già sfiorato dei Monumenti: terzo alla Milano Sanremo, secondo alla Liegi BastogneLiegi. Quel Lombar dia che finisce a Como è perfet to per un Nibali arrivato in pie na forma all’appuntamento. Il siciliano è tosto in salita, ma è nella discesa del Civiglio che in venta il capolavoro. Saluta i po chi che erano stati capaci di te nerne il passo e rivedrà tutti al l’arrivo. Alza le braccia in ma glia tricolore e una bandiera sempre tricolore vola dal pubblico e gli si stampa sul petto. Sembra un film, invece è vero.
27 MAGGIO 2016
GIRO, PINEROLO-RISOUL
Questa è una storia, la più re cente, di un Giro d’Italia che sembrava perso. Di un Nibali a ridosso del podio e all’apparen za sfiduciato, di un Kruijswijk sempre all’apparenza molto saldo nel suo primato. Ma Enzo ritrova se stesso sul Colle del l’Agnello, l’olandese va in af fanno e cade nella neve, Miche le Scarponi in fuga si ferma per aspettare il capitano. Il resto è il trionfo a Risoul dedicato a Ro sario Costa, il ragazzino messi nese della sua squadra giovani le morto in un incidente strada le mentre pedalava. La conqui sta della rosa arriverà il giorno dopo a Sant’Anna di Vinadio, giusto in tempo per l’incorona zione della domenica a Torino.
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