GIRO 1987 - Tutti in fila contro Roche

di MARIO FOSSATI
la Repubblica, 26 maggio 1987 

MONTALCINO - L'irlandese Roche, capitano in coabitazione con Visentini della Carrera-Inoxpran, ha vestito ieri l'altro al Lido di Camaiore, in Versilia, la maglia rosa di leader. Quarantatré chilometri a squadre contro il tempo, volati a 54,468 orari, gli sono valsi l'insegna del primato. La Panasonic della maglia rosa (si fa per dire) uscente, ovvero di Breukink, ha buscato anche dalla Del Tongo-Colnago (Piasecki-Saronni), seconda: e dalla Magniflex, terza. La Gewiss-Bianchi (Argentin) era soltanto sesta, a 1' 15" dalla Carrera. 

Non ci si aspettava che la reazione di Argentin esplodesse l'indomani ovvero ieri nella Camaiore-Montalcino, in una tappa discretamente lunga (208 chilometri), che poteva suggerire alle "gambe nere" una progressione, un allungo. E' stato il finale a ispirare ad Argentin la stoccata, su quella strada che porta a Montalcino, incarognita da una curva che è un dietro-front. Una botta vincente, splendida. 

Il paesaggio, dopo la preziosità del Senese, si era fatto severo, di un rigore macchiato dalle crete biancastre. A Volterra, il vento mulinava dalle Balze. Veniva su dai cigli erbosi, da quegli imbuti di calcare, dalle pareti a picco giallastre, rossastre. Mi piace di credere che sia stato questo vento che a volte, raccontano, dalle voragini alza pure le serpi, a rallegrare il Giro. 

C'era una fuga in atto, promossa dallo svizzero Hurlimann, che ha preferito la carriera di corridore ciclista a quella di orologiaio, a cui si erano agganciati Nilsson, Lubberding, Bernard, Rossi e Volpi: un tipetto magro magro, quest'ultimo, che ha l'eleganza di uno scheletro e che appartiene all'équipe di Argentin. La pattuglia dei sei è stata agguantata da Galleschi, Ballerini, Serra e Cassani. I dieci non sono andati lontano. 

Poi, Volterra con le sue Balze. E un allungo del nonno Kuiper e di Nulens. La corsa si è, qui, sfilata in avanti. Pagnin, che vede sempre rosso come un torello cieco, è partito quando Kuiper e Nulens erano saltati su una mina. Contro il cielo di una straordinaria purezza, incisi come da un bulino apparivano i contorni di un paesaggio netto, il colle di Montalcino. Pagnin è stato acchiappato da Giupponi, Savini, Vona. Anche Pagnin è un "Bianchi". E Argentin doveva essere felice in cuor suo che il finale fosse stato ravvivato da Pagnin in vista del crinale del colle. Otto i chilometri in discreta pendenza: il finish della tappa. Le telecamere hanno cercato e decifrato, nella fase, Argentin, che veste una maglia di campione del mondo dall'iride scolorita ad arte. Abbiamo veduto Argentin volteggiare elegante verso la curva "dietro-front" e drizzare il manubrio contro l'attacco del tornante. Sulla sua linea di corsa c'era un motociclettone, che Argentin ha schivato di un niente. Abbiamo osservato l'Argentin che avanzava quasi la sua bicicletta avesse infilato una leggera discesa anziché un pendio. Sulle ruote di Argentin, balzato al vertice, c' è restato per una frazione di secondo Giupponi. Argentin, una fuoriserie che si apre la strada, lo ha inesorabilmente staccato. Terza, la maglia rosa Roche. Un exploit, quello di Argentin, che onora il Giro. 

Il ciclismo vive di confronti diretti. La rivalità è il suo sangue vero. Lo esige. Ora si vorrebbe, per animare ulteriormente la corsa, che sbocciasse una inimicizia interna fra Roche e Visentini, che militano nella stessa squadra: la Carrera. Il direttore sportivo Boifava dice e non dice: si augura che debba essere la corsa, non sicuramente in queste prime giornate, a fare la graduatoria dei suoi due giannizzeri. Roche, ieri, ha preso il largo da Visentini di altri 17 secondi. Visentini esclude ogni gelosia. Bisognerà prima uccidere l'orso e quindi, se sarà il caso, battersi per dividerne la pelle. 

Il Giro finisce fra 19 giorni. Lieto, dal volto quadrato e ossuto, Roche porta al giro la sua aria aperta di irlandese. Indica i suoi rivali, Moreno Argentin in testa, fuori dalla cerchia stretta della sua squadra. I soigneur cominciano a rinverdire la storia di antiche rivalità cresciute nella stessa équipe: Bartali-Coppi, Adorni-Gimondi, Moser-De Vlaeminck, Hinault-LeMond. 

Sono dei viziosi, scuote il capo Boifava e sorride. Domenica, nella cronometro per le squadre, è scivolato all'indietro G.B. Baronchelli: lo hanno abbandonato al suo destino. 8' 50" di distacco per una leggera congestione. Oggi, Montalcino-Terni (205 chilometri). 


ARRIVO CRONOSQUADRE (domenica): 
1. Carrera, km 43 in 47' 22' ' , media 54,468 kmh; 2. Del Tongo Colnago a 54' ' ; 3. Magniflex Centro scarpa a 1' 04' ' ; 4. Panasonic a 1' 07' ' ; 5. Atala-Ofmega a 1' 24". 

ORDINE D' ARRIVO:
1. Argentin, 203 km in 5h13' 55", media 38,800 kmh, abb. 20"; 2. Giupponi a 2", abb. 15"; 3. Roche (Irl) a 3", abb. 10"; 4. Savini a 8", abb. 5"; 5. Fernandez (Spa) s.t.; 6. Anderson (Aus); 7. Martinez (Spa); 8. Skoda (Cec); 9. Breukink (Ola) a 10"; 10. Colagè s.t.; 11. Visentini; 12. Lejarreta (Spa); 13. Caritoux (Fra); 14. Beccia; 15. Vannucci. 

CLASSIFICA GENERALE:
1. Roche (Irl) 13h20' 21"; 2. Visentini a 32"; 3. Cassani a 1' 09"; 4. Brenkink (Ola) a 1' 10"; 5. Argentin a 1' 14"; 6. Leali a 1' 36"; 7. Anderson (Aus) a 1' 38"; 8. Piasecki (Pol) s.t.; Giupponi a 2' 14"; 10. Chiappucci a 2' 19"; 11. Millar (Sco) a 2' 23"; 12. Rominger (Svi) a 2' 26"; 13. Bombini a 2' 30; 14. Bauer (Can) a 2' 38"; 15. Pagnin a 2' 39"; 16. Bugno a 2' 50"; 17. Volpi s.t.; 18. Pederson (Nor) a 2' 56"; 19. Corti a 2' 58"; 20. Winnen (Ola) s.t.; 21. Saronni a 3' 02". 

PROSSIME TAPPE
Oggi: Montalcino-Terni km 203; 
domani: Terni-Terminillo km 134; 
giovedì: Rieti-Roccaraso km 205.

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