Dumoulin è il suo giorno «Devo pensare soltanto a me»


QUARTO A 53” 
«Mi sono ammazzato... ma ora la strada spiana». Il segreto dei tubolari in grafene

di Ciro Scognamiglio - INVIATO AD ASIAGO, Gazzetta dello Sport, 28 maggio 2017
@cirogazzetta

Nell’area recintata del po­dio si è steso al suolo per l’immane fatica accumu­lata. Letteralmente, non per modo di dire. Dumoulin confermerà quasi subito l’impressione visiva: «Mi sono ammazzato». Questo è uno dei classici casi in cui l’ap­parenza inganna: il 26enne olandese della Sunweb venerdì aveva perso la rosa e ieri è sceso fino al quarto posto della genera­le, ma con il bonus virtuale della crono di oggi lo si può considera­re il favorito per la vittoria finale.
Lo sguardo tradi­sce una certa fidu­cia, anche se le parole sono ben più caute. Ci sta, per chi non ha mai vin­to un grande giro e neppure è ancora salito sul podio: «Ho delle possibilità, ma dopo una settimana così du­ra in montagna, può accadere di tutto. Non devo pensare ai di­stacchi ma restare concen­trato soltanto sulla mia prova, poi tireremo le somme. Sono contento perché, rispetto a venerdì, mi sento molto meglio, mentalmente e fisicamente».

BANCO 
Nel dopo­tappa tiene banco la questione alleanze, nel senso dell’aiuto che Du­moulin ha trovato lungo la stra­da da Adam Yates, Bob Jungels e Bauke Mollema: quest’ultimo suo connazionale, nessuno dei tre compagno di squadra. E candidamente Beautiful Tom dice: «Non credo che il loro aiu­to dipendesse dal fatto che stes­sero difendendo il piazzamento nella classifica generale, o al­meno non troppo. Penso volessero aiutarmi e gliene so­no grato. Conosco tutti e tre da molto tempo, abbiamo sempre avuto un buon rapporto e siamo andati d’accordo anche in questa tappa. Sì, si è trattato di un gesto molto carino». 

SITUAZIONE 
Adesso Tom si è messo alle spalle il tabù del penultimo giorno, dopo la crisi combi­nata con l’attacco di Fabio Aru che gli costò vittoria e podio finale della Vuelta 2015. Era da quando aveva visto il percorso del Giro 100 che lui e la Sunweb lo avevano messo nel miri­no: la squadra crede in lui e lo aveva già sotto contratto fino al 2018, fonti olandesi assicurano che sia pronto il rinnovo blin­dato fino al 2021 nonostante il forte interessamento di Dave Brail­sford e del Team Sky. Non è stato esente da momenti di diffi­coltà neppure in questo Giro (i problemi intestinali di martedì, l’essersi fatto trovare al centro del gruppo venerdì), ma il salto di qualità è stato evidente e in Spagna hanno già coniato il gioco di parole «InDumoulin» alludendo al grande Indurain.
L’ultimo passo – la maglia rosa di oggi a Milano – però è sem­pre il più complicato e allora lui mantiene la massima cautela:
«Non c’è un favorito, siamo cin­que e tutti favoriti - afferma Du­moulin, che userà per l’ultimo atto i tubolari in grafene come in tutto il Giro - Pressione e voglia di vincere saranno uguali. Ho uno svantaggio di 53” da Quintana e non è poco, avrò bi­sogno di una buona giornata per colmarlo. So bene che ri­ spetto alla crono del Sagranti­no i distacchi non saranno così ampi. Siamo a fine Giro, tre set­timane durissime. Siamo tutti stanchi».
In Um­bria su 39,8 km inflisse 2’07” a Nibali, 2’19” a Zakarin, 2’42” a Pinot, 2’53” a Quintana.
«Finalmente le montagne sono finite ­- conclude con un sorriso Dumoulin ­- Ma quella che ci aspetta sarà una cronometro... strana (usa l’inglese weird, ndr)». 
Lui ha una missione chiara: rispettare il pronostico. 


top 
DIECI VITTORIE SU 15 OTTENUTE A CRONOMETRO 
LA PERLA: ARGENTO OLIMPICO A RIO 2016 
Delle 15 vittorie ottenute da professionista, Tom Dumoulin ne ha ottenute 10 a cronometro. 
Ha vinto prove contro il tempo al Giro d’Italia, al Tour de France, alla Vuelta a España, al Giro di Svizzera. E l’argento olimpico a Rio 2016, battuto solo da Fabian Cancellara. Dopo la caduta al Tour, non ci sarebbe neanche dovuto essere...

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